CHI VOLA SOPRA LA SOPRINTENDENZA? - CON IL TITOLARE FRANCESCO PROSPERETTI IN ASPETTATIVA PER COLPA DELLE TREMENDE TRIBUNE DIROCCATE DI TOR DI VALLE, SI È CHIUSO IL CONCORSO INTERNO AL MINISTERO PER L'AMBITO RUOLO DI SOPRINTENDENTE DI ROMA. IN POLE POSITION, LA STORICA DELL'ARTE EDITH GABRIELLI, DAL POLO MUSEALE REGIONALE, GLI ARCHITETTI PIA PETRANGELI E ROBERTO BANCHINI. IN LIZZA ANCHE L'ARCHEOLOGA ELENA CALANDRA, DANIELA PORRO DAL MUSEO NAZIONALE ROMANO, E L'ARCHITETTO SIMONE QUILICI

-

Condividi questo articolo


Laura Larcan per ''il Messaggero - Cronaca di Roma''

Francesco Prosperetti Francesco Prosperetti

 

 

Il valzer delle poltrone per il nuovo Soprintendente di Roma è iniziato. Dopo l'uscita di scena di Francesco Prosperetti (in aspettativa dal Ministero per la vicenda giudiziaria sullo stadio di Tor di Valle), gli occhi sono puntati sulla nomina del successore. Il concorso interno al Mibact si è appena chiuso e in lizza sfilano dirigenti di prima e seconda fascia per una posizione assai prestigiosa sulla scena capitolina.

 

I CANDIDATI

fabiana giacomotti edith gabrielli foto di bacco fabiana giacomotti edith gabrielli foto di bacco

In pole position, la storica dell'arte Edith Gabrielli, direttamente dal polo museale regionale, gli architetti Pia Petrangeli, già responsabile del procedimento di accordo per il restauro del Colosseo con Tod's, e Roberto Banchini già soprintendente ai beni architettonici di Roma. Ma potrebbe essere la volta anche di archeologi come Elena Calandra (alla guida dell'Istituto centrale per l'Archeologia). E non è escluso che nella giostra delle caselle apicali rientrino anche direttori di musei top, come Daniela Porro dal Museo Nazionale Romano (che sta portando avanti già l'interim), e l'architetto Simone Quilici esperto di patrimonio ambientale, uscente direttore del parco archeologico dell'Appia Antica.

pia petrangeli pia petrangeli

 

E tra le candidature, sfila anche quella di Antonio Tarasco, esperto di diritto amministrativo. Un lavoro complesso, quello alla guida della Soprintendenza Archeologia, belle Arti e Paesaggio, visto che si occupa del patrimonio storico-artistico della Capitale (entro le Mura e con alcune porzioni extra, ma senza più il parco del Colosseo). Con due priorità pesanti come macigni sul tavolo, ora, come l'Appia Antica e il Museo Etrusco di Villa Giulia. Entrambe le istituzioni sono uscite malconce dalla controriforma dell'ex ministro Bonisoli.

 

Vero che i decreti attuativi dello scorso agosto (firmati in piena crisi di governo) sono stati congelati dal nuovo inquilino del Collegio Romano Dario Franceschini, ma resta il Dpcm che sancisce comunque la scomparsa di Villa Giulia e del parco archeologico della Regina Viarum come realtà a gestione autonoma. «Bonisoli ha operato alcuni correttivi - ha dichiarato di recente Franceschini davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato - su alcuni sono d'accordo, su altri rifletteremo. Abbiamo preferito fermare in via cautelativa i decreti agostani perché emessi a crisi politica già avviata. Alcune cose andranno consolidate, altre corrette».

 

L'ANNUNCIO

ROBERTO BANCHINI ROBERTO BANCHINI

Tempi tecnici, la nuova nomina dovrebbe arrivare entro il mese di ottobre. L'ex direttore di Villa Giulia, l'etruscologo Valentino Nizzo, rientrato negli uffici del gabinetto del ministero, non si dà pace e ha rilanciato nei giorni scorsi l'allarme sulle sorti del museo. Pensare che Nizzo è stato pure scelto dal regista Matteo Rovere come consulente scientifico per la nuova serie di Sky Romulus. Il testo di Bonisoli declassa Villa Giulia, salvo poi farla diventare quartier generale della rete dei Musei Nazionali Etruschi tra Lazio e Toscana. Ritornando, comunque, ad essere autonoma. Funambolismi normativi.

 

Altra situazione, l'Appia Antica: orfana della dignità di parco autonomo e del direttore. Quali conseguenze? Dal 23 agosto scorso per entrambi i siti sono fermi i fondi, bloccate le gare d'appalto per i cantieri e le risorse per la manutenzione.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…