CONTE, INGROIA QUESTO! – L’EX MAGISTRATO, CANDIDATO ALLE ELEZIONI CON “ITALIA SOVRANA E POPOLARE”, INSIEME AL COMUNISTA MARCO RIZZO, BASTONA PEPPINIELLO APPULO: “LO DEFINIREI UN DEMOCRISTIANO NUOVA VERSIONE. UN GIORNO ALZA LA VOCE, POI L'ABBASSA. SECONDO ME NON È MOLTO ABILE POLITICAMENTE E NON AVEVA CALCOLATO GLI EFFETTI DI QUEL CHE STAVA PER FARE, PENSANDO DI AVER TEMPO PER FARE UNA CAVALCATA FINO A MAGGIO. MA SALVINI E BERLUSCONI NON GLI HANNO PERMESSO DI FARE GIOCHINI. E POI DRAGHI…”

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Giulia Cazzaniga per “La Verità”

 

antonio ingroia 3

Appena tornato da Oltreoceano - «ma non ero vacanza, eh, mi sono assentato qualche giorno per impegni professionali» - e pronto a fare campagna elettorale «a tappeto» nel Meridione soprattutto, dove è candidato, Antonio Ingroia al suo secondo round di candidatura è pieno di energie. Si presentò nel 2013 con Rivoluzione civile, ottenne il 2%, ma oggi spera di raggiungere con Italia sovrana e popolare il 4%, «il 5% se riusciremo a superare le aspettative».

 

I sondaggi non sono dalla sua. Lei però non molla.

«Sui sondaggi le rispondo solo che non so se c'è oggi da fidarsi. Per il resto che vuole che le dica: ritengo di dover mettere a disposizione di questo Paese la mia professionalità e la mia passione per la politica. Che da quando ho dismesso la toga di magistrato non mi ha mai abbandonato».

 

marco rizzo

I maligni direbbero che l'aveva anche prima.

«Per me politica è la nobile causa della difesa della Costituzione. La chiamerei passione etica e sì, la avevo anche prima, da magistrato, certo, entro i limiti in cui potevo fare battaglie senza partecipare direttamente alla politica attiva. Ho dato il mio contributo nei tribunali, oggi lo faccio in modo più libero».

 

Da 10 anni la sua professione è l'avvocato.

«Sono tra i pochissimi che hanno davvero cambiato mestiere per impegnarsi in politica. Oggi il fenomeno è più ridotto - si vede che la legge sulle porte girevoli ha avuto un effetto positivo -ma non occorre le ricordi quanti in passato si sono soltanto presi l'aspettativa per candidarsi».

 

Le dà gusto la sfida, l'andare «contro»?

antonio ingroia 4

«Non mi nascondo dietro a un dito: in questa nuova formazione politica che stiamo promuovendo c'è una connotazione "contro"», è vero. Per esemplificare, siamo contro la cosiddetta agenda Draghi e tutto quel che ha rappresentato fino a oggi. Ma non è tanto quello il "gusto", c'è l'ideale: negli ultimi anni hanno stracciato la nostra Carta.

L'ultimo esecutivo in particolare, ma il governo Conte non è stato da meno in quanto ad attacchi alla Costituzione».

 

Che tipo di attacchi?

mario draghi 4

«Spesso striscianti ma pure palesi. Ormai la regola è strumentalizzare l'emergenza del momento. Pandemia e guerra sono state il pretesto per designare capi di governo frutto di alchimie preparate nelle stanze del palazzo e non eletti. Tutto si confonde, non c'è opposizione o maggioranza. Fingono di litigare, ma approvano tutte le leggi e fanno le riforme».

 

A che pro?

«Mi sembra evidente che il governo Draghi sia stata l'apoteosi dell'espressione di interessi prevalentemente sovranazionali. Il governo più antipatriottico degli ultimi decenni: ha consegnato alla Ue la nostra economia, all'Oms la gestione della sanità, alla Nato la politica internazionale. Mai come oggi siamo colonie di potenze straniere causa lucide scelte politiche».

 

GIUSEPPE CONTE CON IL CORNO DEDICATO 2

Benedetto fu Giuseppe Conte che ha dato il via alla caduta?

«Mah, Conte lo definirei un democristiano nuova versione. Un giorno alza la voce, poi l'abbassa Secondo me non è molto abile politicamente e non aveva calcolato gli effetti di quel che stava per fare, pensando di aver tempo per fare una cavalcata fino a maggio. Ma Salvini e Berlusconi non gli hanno permesso di fare giochini. E poi Draghi non vedeva l'ora di togliersi di mezzo per non affrontare l'autunno caldo che abbiamo davanti».

 

Conte tornerà con il Pd?

«Di sicuro, sì, c'è forse chi ha qualche dubbio?».

 

E così pure voi vi siete ritrovati a dover raccogliere le firme in poco tempo per presentarvi.

«Faticosissimo, ma ce l'abbiamo fatta e siamo presenti in tutti i collegi. Siamo un work in progress, ma con un bel bagaglio».

 

Vi presentate come antisistema ma non vi siete alleati con Italexit di Gianluigi Paragone. Anche lui si propone contro i partiti.

GIUSEPPE CONTE CONTRO LA MELONI SU TIKTOK

«Di interlocuzioni ce ne sono state, poi Paragone non ha voluto allearsi con nessuno, forse sull'onda dell'entusiasmo dei sondaggi. Gli auguro di entrare in Parlamento, io sono convinto che noi ce la faremo».

 

Fantapolitica: andate al governo. Aspira a diventare premier? Quale il suo primo atto?

«Calma, calma, restiamo con i piedi per terra. Senza voler apparire presuntuoso le posso dire però che saremo in grado di dire la nostra, anche con Paragone, perché no. Se rappresenteremo un 10%, insieme potremo incidere. Noi proponiamo in primis e semplicemente un'immediata inversione di tendenza: ritiro di qualsiasi impegno militare nella guerra in Ucraina, stop alle sanzioni alla Russia».

 

Gianluigi Paragone

Non si rischia di fare un favore a Putin?

«Ma per carità, basta con le etichette del mainstream governato dai partiti. Il nostro elettorato per fortuna non si fa condizionare. L'Italia deve diventare ambasciatrice di pace, come da tradizione, far sedere tutti attorno a un tavolo per ragionare. E poi non mi pare che le sanzioni stiano danneggiando Putin, semmai i nostri imprenditori che saranno i primi a cadere nel baratro in cui finiremo tutti».

 

Pessimista, insomma, chiunque vincerà?

«Che poi bisogna pure vedere se ci sarà una maggioranza certa, perché non escludo il voto non sarà decisivo».

 

antonio ingroia 8

E nel caso sarà maggioranza Ursula, come prevede Calenda?

«(Ride, ndr) Ah, beh, alla grande proprio: getteranno la maschera finalmente e dall'agenda Draghi si passerà direttamente all'agenda Ursula».

 

Lei è il fautore della candidatura di Gina Lollobrigida. È il suo avvocato per vicende patrimoniali.

«La sua candidatura ha fatto il giro del mondo, ne hanno parlato dalla Cnn al Times con curiosità: è un simbolo dell'Italia, si è battuta per la pace, è un'artista ed è stata ambasciatrice Fao. Potrà portare il proprio contributo anche sul valore degli anziani nella società. E invece qui da noi come ne hanno parlato? Con la classica "puzza sotto al naso" e conformismo provinciale, attaccandola per la sua età».

SILVIO BERLUSCONI MATTEO SALVINI

 

Ha 95 anni.

«La regina Elisabetta ha un anno in più e guida una delle potenze mondiali. Ma senza andare lontano, Silvio Berlusconi - con tutto il rispetto - avrà 86 anni quando entrerà in Senato. L'hanno criticato per le proposte e per quel che ha rappresentato, ma non per l'età».

 

Un po' sorprende questo suo «Berlusconi, con tutto il rispetto», Ingroia.

«Guardi che io sono estremamente rispettoso delle ambizioni politiche di chiunque, persino dei miei avversari. E poi ora non voglio certo fare la riabilitazione di Berlusconi, ma devo dire che è tra i pochi ad aver mantenuto una sostanziale coerenza negli anni, non ha mai tradito i suoi ideali e le sue posizioni. Al contrario di altri».

 

Chi?

giuseppe conte in barca con i pescatori di san benedetto del tronto 3

«Il Pd in particolare ha dilapidato un patrimonio ideale e culturale con un grande avvenire dietro alle spalle, per citare Vittorio Gassman. Per non parlare del tradimento del M5s. Basti citare la parabola impressionante di Di Maio: strepitava contro l'imperialismo degli Usa, ora è il più atlantista che ci sia».

 

Ingroia è di sinistra, giusto?

«Inutile nascondere che la mia è una storia di sinistra, anche se ci tengo: mai comunista. Ho sempre avuto una posizione che definirei progressista, socialista libertaria».

 

Ma si presenta con il Partito comunista di Marco Rizzo.

«E pure con Ancora Italia, con Francesco Toscano: un movimento di ispirazione cattolica, che non dico è di destra ma ha posizioni conservatrici ad esempio sul tema dei diritti civili. Non è che non siamo né di destra né di sinistra: siamo entrambe, in un certo senso, se proprio vuole utilizzare queste vecchie etichette».

antonio ingroia 33

 

Uno come Curzio Maltese dice che il centrosinistra si condanna a perdere perché diviso.

«No, le assicuro che il tema non è la divisione ma il tradimento di cui parlavo poco fa. Hanno tradito le fasce deboli, ma pure il ceto medio, che subisce uno spaventoso e progressivo impoverimento. Da D'Alema in poi, dal "dì qualcosa di sinistra" di Nanni Moretti, è un'area politica che è arretrata e oggi arriva a sposare l'agenda Draghi, capisce?

Capovolge ideali e impostazioni».

 

Letta dice che Mario Draghi avrà un ruolo anche dopo il 25 settembre, perché non possiamo permetterci di mandarlo in pensione.

«Appunto, che cosa posso aggiungere? Mario Draghi l'ho stimato come economista, come tecnico, ma oggi paghiamo il prezzo delle sue scelte politiche. La cosiddetta sinistra è allo sbando, sia nella storica area riformista che in quella radicale oggi raccolta dietro a Luigi De Magistris. E non vincerà perché gli elettori sono stufi dell'inconcludenza e di gente poltronara o poltronista, scelga pure lei l'aggettivo».

CARLO CALENDA MATTEO RENZI BY DE MARCO

 

Pure Renzi si dichiara di sinistra.

«A dimostrazione che le etichette sono totalmente svuotate. Destra o sinistra si differenziano ormai per sfumature. Lanciano l'allarme per la democrazia se vincerà il centrodestra, ma cosa faranno dall'altra parte sul nostro impegno bellico su cui hanno mentito agli italiani? Atlantisti pure loro, come pure la Meloni. Che un po' ha smentito la sua storia di destra, ma aveva bisogno di mettere a posto le carte per entrare nelle stanze di governo».

 

Non salva nessuno? Con il Pd ci sono pure il «cocomero» rosso e verde, Fratoianni-Bonelli, e +Europa di Emma Bonino.

«Non ci tengo a fare nomi, dico solo che se si rinuncia alla propria identità politica e culturale per mettersi in coalizioni solo per guadagnare voti e non perdere la poltroncina, così da proseguire la carriera da parlamentare sempre di politicanti di professione stiamo parlando. Vogliamo ricordare che è stato Calenda a strappare quando sono entrati