CONTE DI MONTECRISTO ORA DETTA LE CONDIZIONI AL PD: “SE VOGLIONO PARLARE CON NOI, SAPPIANO CHE QUI L’ASTICELLA È ALTA” – FORTE DI UN 15,5% INSPERATO FINO A DUE MESI FA, L'AVVOCATO DEL POPOLO SI ATTEGGIA A LEADER DEL CENTROSINISTRA, PASSEGGIA SULLE MACERIE DEL PD, INFIERISCE SU ENRICO LETTA (“MI HA PREFERITO CALENDA, POI DI MAIO”) E SI CANDIDA “A DIPANARE LA PIATTAFORMA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA” 

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Estratto dall'articolo di Simone Canettieri per “Il Foglio”

 

giuseppe conte enrico letta 1

Indossa la celebre pochette. D’altronde la campagna elettorale è finita. Parla per un’ora in conferenza stampa, e non vorrebbe fermarsi: “Altre domande?”. Giuseppe Conte passeggia sulle macerie del Pd, infierisce su Enrico Letta, si candida “a dipanare la piattaforma democratica e progressista”. Mette in riga il Nazareno: “Se vogliono parlare con noi, sappiano che qui l’asticella è alta”.

 

In prima fila ad ascoltarlo il nuovo corso: il futuro onorevole Alfonso Colucci, notaio del partito: “Sono onorato, spero di continuare a studiare”. Spunta anche Alfonso Pecoraro Scanio. E si mette vicino al notaio. Seduto, tra la stampa, c’è anche lo staff di Conte che si gode lo spettacolo. Rocco Casalino sempre al cellulare. “E’ carico, eh”.

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 4

Conte si è svegliato leader del centrosinistra: ha rafforzato il M5s, ha mandato in tilt il Pd, partito strutturato e con una certa tendenza autodistruttiva. “Mi hanno preferito Calenda, poi Di Maio”.

 

L’ex premier dice che Enrico Letta voleva mettergli due dita negli occhi. Ma le urne dimostrano che i veri occhi di tigre sono stati quelli dell’Avvocato del popolo. Zoo: ha una smorfia compiaciuta. Specie quando rivela che mondi del Pd e associazioni vicine alla sinistra gli avevano annunciato il voto.

 

E se la premier francese dice che vigilerà sui diritti civili in Italia, lui le risponde così: “Non si preoccupi, ci pensa il M5s”. Non si sente il Jean-Luc Mélenchon di Volturara Appula, dove ha preso l’ottanta per cento e passa. Ma forse, confessano i suoi collaboratori, è un “po’ laburista inglese e mezzo democratico americano”. Di sicuro non vuole patenti che lo accomunino alla matrice di una storia ex comunista.

 

giuseppe conte chiusura campagna elettorale m5s 1

Parla di vecchia politica e ovviamente di mainstream. Confessa che un certo côté che sta a cavallo fra il Pd, e gli ex che lo hanno lasciato, in queste ore lo ha chiamato per fargli i complimenti. Non svela i nomi, ma viene subito da pensare a Massimo D’Alema, Goffredo Bettini, Roberto Speranza, Francesco Boccia, Pierluigi Bersani. E poi vogliamo parlare della coppia rossoverde Fratoianni & Bonelli?

 

Appena centrato il risultato hanno subito iniziato a mandargli messaggi densi di lusinghe, con tanti saluti al Pd che li aveva caricati in coalizione. Tutto già scritto.

 

MANIFESTI DI CONTE E LETTA SUGLI AUTOBUS

Quanto sembra divertirsi Conte in queste ore. E’ il viceré del sud, e quindi guai a chi toccherà il Reddito di cittadinanza. Per le bizzarrie della legge elettorale e delle pluricandidature risulterà eletto in Lombardia. […]

 

I rapporti di forza sembrano capovolti. Il M5s è lo sconfitto vincente di queste elezioni. Su Luigi Di Maio infieriscono gli altri, quelli della vecchia guardia, il presidente che cura le parole preferisce punzecchiare il ministro degli Esteri senza cattiveria: “Pensava alle poltrone”. […]

 

Il mondo della sinistra è così sottosopra che è Conte a dettare le condizioni a Giorgia Meloni come riferimento dell’opposizione. “Non si arrischiasse nel portare avanti riforme costituzionali non condivise, altrimenti farà la fine di Renzi”. Ce l’ha con il presidenzialismo. Allo stesso tempo, il capo del M5s le fa i complimenti e si mette a disposizione per una collaborazione nel bene del paese sui temi importanti. “Ma che farà con il riarmo dell’Ucraina?”.

elly schlein giuseppe conte enrico letta

 

Insomma, ci risiamo. Il film non cambia. Nella palude del Pd c’è Conte in canoa. “Chi lo avrebbe mai detto? Ci davano tutti a una cifra, no?”. Si susseguono parole come “progressisti, democratici” dalla bocca di Conte. Il governo gialloverde fu un incidente della storia. Acqua passata, mentre diluvia sul Nazareno

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA
giuseppe conte enrico letta
enrico letta e giuseppe conte 1
enrico letta e giuseppe conte 2
giuseppe conte enrico letta