CONTE E IL PATTO CON IL DIAVOLO - SOLLECITATO DA MATTARELLA E ZINGA, CONTE HA APERTO A UN CONFRONTO CON L'OPPOSIZIONE PER GESTIRE LA CRISI SANITARIA (E LA RABBIA SOCIALE). MA SALVINI E MELONI, COME CONDIZIONE, HANNO MESSO SUL TAVOLO UN'ALTRA QUESTIONE: UN ACCORDO SULLE ELEZIONI ANTICIPATE PER LA PROSSIMA PRIMAVERA, DA CUI IL CENTRODESTRA HA MOLTE PROBABILITÀ DI USCIRE VINCITORE

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Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

sergio mattarella in visita al cimitero di castegnato 2

Non è stato solo lo sdegno per l'«ignobile», così lo ha definito, furto di una croce posta a memoria dei morti in solitudine del Covid. La visita a sorpresa del Capo dello Stato nel piccolo cimitero di Castegnato, vicino Brescia, in una delle zone più colpite già dalla prima ondata del virus, è servita anche a esternare i timori di Mattarella per un quadro politico che si va deteriorando, giorno dopo giorno, ora dopo ora, proprio quando invece sarebbe richiesto il massimo senso di responsabilità e di unità.

 

di maio zingaretti conte

Responsabilità e unità indispensabili di fronte a una situazione di gravità mai vista, che rischia di sfuggire di mano. Da settimane, ormai, il presidente della Repubblica si sforza di convincere le forze di governo e quelle d' opposizione a una convergenza indispensabile per gestire la crisi sanitaria, che potrebbe portare al collasso gli ospedali e procede al ritmo di 300 morti al giorno.

IL FOTOMONTAGGIO DI SALVINI MELONI E TAJANI CON UN MALATO DI CORONAVIRUS

 

Conte prima ha nicchiato, convinto che Salvini e Meloni (meno Berlusconi) non avrebbero mai accettato di condividere le responsabilità di decisioni che stanno sollevando reazioni controverse da parte delle categorie danneggiate dai provvedimenti.

 

Poi, sollecitato anche dall' interno della sua maggioranza, soprattutto da Zingaretti, ha aperto all' eventualità di una «cabina di regia», un luogo istituzionale in cui stabilire un confronto con l' opposizione, qualcosa di simile alle commissioni bicamerali in cui in passato questo è avvenuto.

 

matteo salvini e giorgia meloni alla foiba di basovizza per il giorno del ricordo 1

Ma la risposta del centrodestra, inattesa per la sua durezza e univoca dato che l' ha condivisa anche Forza Italia, è stato un no secco, preludio oggi a una drammatizzazione dello scontro, nelle due sedute di Camera e Senato in cui Conte si presenterà chiedendo un voto a sostegno di un altro Dpcm.

 

Al di là delle motivazioni ufficiali, legate al ritardo con cui il premier avrebbe chiesto collaborazione, senza prendere mai in considerazione le loro proposte, Salvini e Meloni, con accenti diversi, hanno messo sul tavolo un' altra questione: essendo consapevoli che non è possibile in questo momento ottenere un cambio di governo, chiedono un accordo sulle elezioni anticipate.

 

giuseppe conte sergio mattarella 1

Conte e i partiti che lo sostengono dovrebbero siglarlo con tutta l' opposizione e sottoporlo a Mattarella, che aderendovi si impegnerebbe a sciogliere le Camere al più tardi la prossima primavera, per fissare la data di un voto da cui il centrodestra ha molte probabilità di uscire vincitore.

 

Un patto del diavolo, una specie di resa del governo giallorosso, che non tengono conto, né dell' evoluzione dell' emergenza, prevista, se tutto andrà bene, assai più avanti nel tempo, né della complessa preparazione richiesta per l' elezione del nuovo Parlamento, dopo il taglio a seicento di deputati e senatori.

 

conte mattarella

A parte il fatto che i partiti cercano invano da mesi, senza trovarla, l' intesa su una nuova legge elettorale, non essendo quella attuale automaticamente applicabile alle prossime esigenze, bisognerà fissare un' altra geografia dei collegi e delle circoscrizioni, per fare in modo che anche i partiti minori vengano rappresentati alla Camera e al Senato.

 

Non è certo un lavoro che possa essere concluso in poche settimane, e nello stato attuale dei rapporti tra maggioranza e opposizione. Prova di questo deterioramento, in attesa del previsto scontro parlamentare, si è avuta ieri nella lunga e inutile domenica di lavoro tra governo e governatori, in cui Conte e il ministro della Sanità Speranza hanno cercato invano di convincere i presidenti delle regioni dell' opportunità di misure graduali e differenziate sul territorio, secondo la gravità e l' intensità del virus.

conte dpcm contro il covid

 

Ricevendo come risposta la richiesta di un unico provvedimento nazionale, uguale per tutti, di cui il premier dovrebbe assumersi piena responsabilità, sopportandone le conseguenze e le reazioni della pubblica opinione. Che poi questo atteggiamento degli amministratori locali rifletta il nuovo orientamento politico di centrodestra di quindici regioni su venti, aggiungendo un altro tipo di opposizione a quella già presente in Parlamento, è evidente. Anche se alcuni governatori di centrosinistra lo hanno condiviso.

 

conte dpcm contro il covid

È a tutto questo che Mattarella si è opposto, nel suo pacato e rigoroso intervento di ieri. Quel che sta accadendo da noi, infatti, non s' è visto in Francia, né in Germania o Spagna, per citare nazioni vicine, nostre partner in Europa, alle prese con lo stesso incubo del virus e con alle spalle scelte pesanti ma necessarie come quelle del ritorno al lockdown.

 

Ciò che il nostro governo, invece, da giorni non riesce a decidere, perché l' Italia, oltre al Covid, s' è ammalata di una grave forma di anarchia: in cui nessuno ascolta più nessuno e ciascuno fa di testa propria.