CONTE SCEGLIERÀ IL LISTINO BLINDATO DEI 18 CAPILISTA M5S, MA IL PARTITO, CON RAGGI E TONINELLI IN TESTA, PROTESTA: “VANNO VOTATI” – INSIEME AI 4 VICEPRESIDENTI DENTRO ANCHE PATUANELLI, APPENDINO E TRIDICO - COME DAGO-RIVELATO SE IL MOVIMENTO VA SOTTO IL 10% E PERSISTERANNO GLI ATTUALI SCAZZI TRA GRILLO E L’AVVOCATO, CONTE POTREBBE CREARSI UN PARTITINO LIBERO DI CORRERE TRA LE BRACCIA DI BETTINI E ZINGARETTI, ORLANDO E BOCCIA…
-Da open.online
Oggi verranno resi noti i nomi dei 18 capilista del Movimento 5 Stelle, che saranno indicati personalmente dal leader Giuseppe Conte. Le figure di cui si parla sono sia interne che esterne ai 5 Stelle e saranno elette quasi sicuramente, spiega la Repubblica. Dal partito non è trapelato nulla, ma è probabile che ad essere inseriti saranno i quattro vicepresidenti: Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa, Mario Turco e Alessandra Todde.
Oltre a loro, si prevede ci saranno anche il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, e l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, che ha ceduto al corteggiamento di Conte, che da tempo la voleva candidata nelle liste. Altre due figure forti sarebbero i capigruppo di Camera e Senato: Francesco Silvestri e Mariolina Castellone. Papabili anche Ettore Licheri e Vittoria Baldino, parlamentari uscenti. Infine, per la quota proveniente dalla società civile, potrebbero spuntare il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, Dario Vassallo, e Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia dal 2017 al febbraio 2022.
Le proteste interne sulla decisione di Conte
Sulla scelta dei nomi, però, il partito sobbolle. A molti non va giù che sia Conte ad indicare le figure senza passare attraverso consultazioni interne. Tra tutti, sono l’ex sindaca di Roma Virgina Raggi e l’ex ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli a schierarsi contro. «Vi do un consiglio, votate quelli che ritenete essere i migliori, quelli che vi possono rappresentare al meglio», ha dichiarato Toninelli. Si è anche tornato a parlare di «buffonarie»: il neologismo coniato dal padre del Movimento, Beppe Grillo, per definire le primarie del centrosinistra, con i candidati a volte posti in cima alle liste.