IL CONTE ZELIG - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SI FA CONCAVO E CONVESSO A SECONDA DELLE CIRCOSTANZE: ACCHIAPPA APPLAUSI ALLA FESTA DI “LIBERI E UGUALI” E AD “ATREJU”, FESTA DI FRATELLI D’ITALIA, DOVE E’ RIUSCITO A NON FARSI CONTESTARE - BERLUSCONI E’ PAZZO DI LUI: “E’ UNA PERSONA GENTILE E GARBATA” - LA SUA FORZA? DIRE A TUTTI CIO’ CHE VOGLIONO SENTIRSI DIRE…
-Mario Ajello per “il Messaggero”
Il Conte che vuole piacere tutti e anche agli avversari - «E' una persona così gentile e garbata...», va dicendo di lui Berlusconi - funziona come un pendolino. Oggi qua e domani là. Dunque, la festa di Atreju ieri (accompagnato dal figlio) ma subito dopo, oggi, la festa della Cgil a Lecce: dal nero al rosso, senza soluzione di continuità e con la medesima pochette addosso.
La quale da una festa all'altra, e gran successo dell'ex avvocato del popolo e del populismo tra i dalemiani di Leu compreso l'entusiasta Comandante Max nella kermesse romana di quel partitino dove si è sentito a casa: «Sono sempre stato di sinistra», mantiene imperterrita il suo colore bianco (con tre pieghe o quattro a rotazione) ma un bianco più rosé quando sul set giusto il suo titolare dice «mi fido del Pd»; un po' più grigio quando dice dai Fratelli d'Italia che «non sono di sinistra» (e ha addirittura elogiato la politica «anti-sistema», quella del grillismo originario ma anche da sempre della destra-destra ben rappresentata nel pubblico di Atreju); più bianco del bianco e molto biancofiore quando il 14 ottobre Conte andrà ad Avellino alla Fondazione Sullo a parlare di quell'antico politico campano della Dc e ci si può immaginare i salamelecchi che riceverà da De Mita, da Bianco, da Rotondi e dagli altri testimonial della grande storia dello Scudo Crociato. Di cui il premier parlerà non bene ma benissimo.
IL PENDOLINO
Ieri da Atreju il pendolino Giuseppi non ha detto ciò che Salvini, per sbeffeggiarlo, aveva pronosticato il giorno prima: «Dirà che è sempre stato di destra e che suo nonno era fascista». No, questo non lo ha detto, ma neppure ha preso di petto la platea (che ben lo ha trattato a parte il coretto «elezioni! elezioni!», una signora che gli ha gridato «Badoglio!!!» e un tizio che gli ha urlato: «Buciardo» - perché il premier che da ex mediatore tra i suoi vice è diventato con il nuovo governo un soggetto politico in proprio ha l'esigenza di proporsi a tutti e di attrarre consenso.
O almeno considerazione, come nel caso del popolo della Meloni che certo non lo potrà sostenere mai ma lui è stato capace di non farsi contestare, aiutato in questo dalla Meloni: «Siate educati con l'ospite». Così è stato - anche se prima che arrivasse s'è diffuso il dibattito in platea: «Fischiarlo o non fischiarlo?» - e in più ecco il premier che, tra selfie e strette di mano con i fratelli e le sorelle d'Italia, più volte dopo aver ricevuto i saluti ha detto «Grazie, cara» o «Grazie, caro» a chi glieli stava facendo.
Un pendolino seduttore? Di sicuro uno che si sente un totus politicus e non più il garante di un Contratto. La ridefinizione di sé del Giuseppi 2, trasversale e pop, di certo starà dispiacendo a Di Maio, perché lo oscura e lo inchioda nella casella M5S mentre lui è libero di spaziare tra il demo-grillismo, il democristianesimo e ogni altro ingrediente utile. Oggi sarà premier operaio alla festa della Cgil, dove Landini e gli altri sono molto onorati di averlo perché non accadeva da tempo immemorabile che un premier li andasse a trovare?
In terra di Puglia e da pugliese, c'è da giurarci che Giuseppi citerà il mitico Giuseppe Di Vittorio. E sarà miele per le orecchie dei landinisti. I quali vogliono provare a fidarsi di Conte e Conte farà di tutto per accontentarli. «Vogliamo capire di che pasta è fatto il nuovo premier», questo è il mood dell'attesa tra i cigiellini. La pasta che si troveranno di fronte è molto affabile e il sugo sarà quello del salario minimo (già si prevedono gli urrà di Landini) e della riduzione del cuneo fiscale (altri urrà). Poi dalla pochette scenderà Di Vittorio e magari salirà, nel viaggio verso l'Irpinia di De Mita e Bianco, l'immaginetta di Aldo Moro.