CUCCAGNA DI INCARICHI MULTIPLEX PER I “MAGNAGER” DELLE SOCIETÀ PUBBLICHE (LA POLITICA NON TI LASCIA MAI SOLO) – DA MARIO RESCA A GIANNI PETRUCCI, LO STATO HA CREATO UN WELFARE DORATO – GLI “ENTI INUTILI” NON SERVONO MA APPARECCHIANO COMPENSI D’ORO…

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Gabriele Mastellarini per "Il Mondo"

Sono mille pagine, fitte di nomi e cifre quelle che il ministro Renato Brunetta sul sito del dicastero all'Innovazione. Si tratta dei compensi degli amministratori delle società pubbliche italiane. Al di là della top ten dei più pagati, nell'elenco ci sono molte cose da scoprire.

CARICATURA BRUNETTACARICATURA BRUNETTA RENATO BRUNETTA RENATA POLVERINI - copyright PizziRENATO BRUNETTA RENATA POLVERINI - copyright Pizzi

Per esempio, che Mario Resca è tra i manager con il maggior numero di incarichi. Direttore generale dei musei italiani, confermato di recente nel board della privata Mondadori, Resca tiene ben salda la poltrona di consigliere indipendente di Eni a 160 mila lordi annui e fino a gennaio scorso conservava anche la presidenza della Casinò Municipale Campione d'Italia spa a 128.662 euro, mentre il presidente del casinò di Sanremo, Donato Di Ponziano, prende 41.230 e l'ad del casino di Saint Vincent, Luca Frigerio, ferma la roulette a 80 mila.

Per Brunetto Tini, già presidente e ad dell'agenzia di stampa Asca, le poltrone pubbliche sono ben quattro: la presidenza del polo tecnologico e industriale romano, del quale è anche amministratore delegato a 210 mila annui, le vicepresidenze di Infocamere (58 mila di compenso) e Tecno Holding (20.911), oltre ad un posto nel cda di Holding camera srl, senza compenso.

L'avvocato Sergio Scicchitano, già legale di Vittorio Cecchi Gori e da sempre molto vicino al leader dell'Idv Antonio Di Pietro, siede nel cda di Anas a 41 mila euro. Ma sarebbero da aggiungere altri 90 mila, forse sfuggiti dalla lista di Brunetta, come presidente di Lazio service società della Regione Lazio.

BRUNETTO TINI SABINA FLORIO - copyright PizziBRUNETTO TINI SABINA FLORIO - copyright Pizzi

Non sembrano le uniche dimenticanze: di Gianni Petrucci è indicata la presidenza di Coni Servizi (103 mila), ma non quella del Coni (altri 300 mila annui). Nel 2005 la Corte dei Conti aveva stigmatizzato questa «coincidenza» di cariche, ma nel 2006 è stata approvata un'apposita leggina che consente a Petrucci di cumulare le due presidenze.

Del tutto assente Gioacchino Gabbuti, ad dell'Atac, la municipalizzata romana dei trasporti, accreditato di 388.979 annui più incentivi fino a 250 mila euro, come riportato sul sito web del comune. Nel lungo elenco c'è, invece, Raffaele Pagnozzi, amministratore delegato di Coni Servizi a 294.329 euro.

ANDREA MONORCHIOE GITTE ANDERSEN - copyright PizziANDREA MONORCHIOE GITTE ANDERSEN - copyright Pizzi

Doppio incarico anche per Francesco Sutti, il 16 aprile scorso è stato riconfermato alla presidenza della Atc di Bologna (ex municipalizzata dei servizi di trasporto pubblico) a 80.475 euro e fino al 2010 è anche consigliere della multiutility Hera che gli versa altri 75 mila.

Sul fronte compensi, la lotta ai costi della politica ha fatto alcune vittime. Nel ristretto novero c'è Massimo Di Marco amministratore delegato di Milano-Serravalle che guadagnava 395 mila nel 2007, l'anno scorso è sceso a 295 mila e ora si attesta a quota 70 mila.

Cura dimagrante anche per il presidente della stessa società Giampio Bracchi, passato da 195 mila a 81 mila. Vincenzo Assenza, ad di Sogesid (azienda pubblica impegnata nei servizi idrici) scende da 184 mila a 144 mila, mentre Maurizio Magnabosco, amministratore delegato di Amiat (società di igiene urbana del comune di Torino) ha lasciato sul piatto appena 20 mila euro, passando da 220 mila del 2007 a 201.363 euro.

La donna più pagata tra i manager pubblici è Giuseppina Gualtieri, presidente dell'aeroporto Marconi di Bologna, accreditata di 103 mila euro annui. Il Ministero all'Innovazione ha comunicato un compenso di 300 mila per Sandra Scali, presidente di Siena Casa, che in realtà guadagna un decimo, appena 30 mila.

DOMENICO ARCURI E MOGLIE MYRTA MERLINO - copyright pizziDOMENICO ARCURI E MOGLIE MYRTA MERLINO - copyright pizzi

Fra le ex municipalizzate, le più generose sono A2A (il 2008, ultimo anno pieno di presidenza, ha fruttato a Renzo Capra 581 mila euro e altri 400 mila al suo vice Alberto SCiumè) e a bolognese Hera. Nel 2008 quest'ultima ha pagato 1,6 milioni di compensi, più i gettoni di presenza a 25 tra amministratori, consiglieri e sindaci. Il presidente di Hera Tomaso Tommasi di Vigiano si è attestato a 365 mila euro, a fronte di una paga base di 350 mila euro, la stessa versata all'ad Maurizio Chiarini.

Il neopresidente della Rai Paolo Garimberti ha un "ingaggio" di 448 mila, l'ex Ragioniere Generale dello Stato Andrea Monorchio, è presidente di Consap a 220 mila. Ben remunerate anche la coppie Maurizio Prato (720.000) - Vincenzo Dettori (280.000), presidente e vice di Fintecna, Domenico Arcuri (792.000) - Nicola Piazza (207.000) dell'Agenzia per l'attrazione investimenti (ex Sviluppo Italia), oltre a Mauro Moretti e Innocenzo Cipolletta delle Ferrovie dello Stato che, tra compensi fissi e variabili, si dividono un milione e mezzo di euro.

Fabio Roversi MonacoFabio Roversi Monaco Lucio StancaLucio Stanca

L'ex Rettore dell'Università di Bologna, l'avvocato Fabio Roversi Monaco, ha sostituito Luca Cordero di Montezemolo alla presidenza di Bologna Fiere, dove pagano 81 mila euro annui. Anche Lucio Stanca, è finito nella Rete del suo ex ministero. Oggi è ad di Expo2015 a 480 mila annui, più del triplo della paga da ministro. Sostanzioso aumento per il giornalista sportivo Marino Bartoletti, consigliere di Milanosport (controllata del Comune di Milano) con compenso lievitato da 11 mila euro (2007) agli attuali 35 mila.

Tra i sempreverdi della poltrona spuntano Natale Forlani, già segretario generale della Cisl fino al '98 e oggi presidente e ad di Italia Lavoro a 255 mila l'anno, e l'ex parlamentare e ministro democristiano Franco Bonferroni, cooptato nel cda di Finmeccanica a 62.500 euro annui, più gettone di presenza da 2 mila euro per ogni seduta del consiglio di amministrazione. Se non son gettoni d'oro, poco ci manca.

 

 

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