DAGOREPORT! - DOPO AVER AZZOPPATO ZINGARETTI, BETTINI RIUSCIRA' A "DISTRUGGERE" ANCHE LETTA CON I SUOI SOGNI SULL'ALLEANZA ORMAI SFALDATA TRA PD E M5S? - IL NODO SULLA LEGGE ELETTORALE MAGGIORITARIA (VERSO CUI LETTA E' SPINTO DA ROMANO PRODI) - LA VITTORIA DI LUIGINO DI MAIO CHE SI E' RIPRESO IL MOVIMENTO MENTRE CONTE E' NEL PANTANO DEL RESTYLING M5S - IL RUOLO DI CHIARA APPENDINO

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Dagoreport

 

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

Volete sapere come si fa a distruggere un segretario del Pd? Chiamate Goffredo Bettini. L'esponente unico della "corrente thailandese" del Pd è uno specialista del genere: ha già svolto, e male, il ruolo di Rasputin con Zingaretti, contribuendo alla disfatta della sua flaccida segreteria. Ora si è riciclato a "consigliori" di Enrico Letta a cui suggerisce scenari e disegna traiettorie che portano dritto-dritto al "centro rottamazione segretari Pd".

 

ENRICO LETTA GIUSEPPE CONTE

Il grande progetto politico di Bettini, quello dell'alleanza strutturale tra Pd e M5s, a cosa ha portato? Pochi giorni fa il suo amato Conte è stato costretto, dalle mosse di Grillo e Di Maio, a dare l'endorsement a Virginia Raggi al Comune di Roma. Ieri Chiara Appendino ha sentenziato: "Non sosterremo il Pd al ballottaggio al Comune di Torino. I matrimoni combinati non funzionano". Oggi, nell'intervista al "Messaggero", Enrico Letta è stato costretto alla resa: "A Roma e Torino nessuna convergenza possibile tra Pd e il M5s".

 

nicola zingaretti enrico letta

Enrichetto, che da quando è diventato segretario le ha toppate tutte o quasi con iniziative scaccia-elettori (voto ai sedicenni, sostegno al Ddl Zan, Ius soli, tweet pro-Fedez), si è lasciato accompagnare da Bettini sulla strada, già percorsa con perdite da Zingaretti, dell'alleanza con i Cinquestelle. La solita fusione a freddo che, in nome dell'alta politica (ma quale poi?!), se ne sbatte della "base", che giustamente si è ribellata. Siamo ancora alle manovre di Politburo che gli elettori devono trangugiare senza fiatare? Peccato che il '900 sia finito da un pezzo e con esso la presunzione dei partiti di insegnare ai cittadini cosa si debba desiderare.

raggi zingaretti

 

A scombinare le idee già confuse di Sotti-Letta, che ha il fiato sul collo degli ex renziani di "Base Riformista" che non vedono l'ora di rispedirlo a Parigi, ci si è messo anche l'ascoltato aruspice Romano Prodi. L'ex presidente della Commissione Ue, da sempre contrario a ogni ipotesi di legge elettorale proporzionale, ha contagiato con la sua "febbre maggioritaria" il redivivo Letta (che ha anche provato a rilanciare il Mattarellum). Una scelta di campo che porta, per direttissima, a un'unica inevitabile conseguenza: il Pd "deve" abbracciare il M5s. In un sistema maggioritario, bisogna stringere un'alleanza prima del voto e chi corre da solo s'azzoppa.

goffredo bettini guarda la diretta di giuseppe conte

 

Un cortocircuito (di cui i giornali non si occupano) che va benissimo al centrodestra che, al suo interno, è ideologicamente più omogeneo: al netto delle divergenze personali e d'ambizione tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini, non è difficile tenere insieme Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Le rogne toccano a chi, come Pd e Cinquestelle, si unisce avendo come unico punto di contatto la necessità di allearsi. Non è un caso che, pur nella sua insipienza strategica, il povero Zingaretti preferisse una legge elettorale proporzionale che avrebbe slegato i dem dai grillini: ognuno per sé, Dio per tutti e buonanotte ai suonatori.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

In casa M5s, nessuno si è accorto che Luigino Di Maio, complice lo sciame di intoppi che sta travolgendo Conte e il suo progetto di rinnovamento, si è ripreso la fetta di partito "governista". Perché poi c'è l'ala antagonista che è pronta a trasferirsi in un eventuale partito di Casaleggio e Dibba. Nonostante l'Avvocato di Padre Pio, nell'intervista al "Fatto quotidiano", rassicuri i fan ("Siamo pronti, abbiamo una carta dei principi, un nuovo Statuto e una piattaforma di voto alternativo"), tra le fila grilline l'insofferenza è alle stelle soprattutto per la questione legata al limite dei due mandati su cui Conte ovviamente glissa ("E' un tema che affronteremo più avanti").

 

giuseppe conte chiara appendino

Ps: Conte sta provando a convincere Chiara Appendino a riconsiderare la decisione di lasciare il Comune di Torino: vuole che si ricandidi. Ma la sindaca grillina, che è incinta e non ne vuole sapere di imbarcarsi nello stress di una campagna elettorale e in un voto dagli esiti molto incerti, pregusta quel ruolo di "vice" nel Movimento che lo stesso "Giuseppi" le ha prefigurato in tempi non sospetti.

APPENDINO RAGGI
giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza
goffredo bettini by edoardobaraldi 1
conte appendino
chiara appendino giuseppe conte
enrico letta a in mezzora in piu