1. DAGOREPORT - IERI, TRA BIDEN E DRAGHI, PIÙ CHE UN INCONTRO, È STATO UNO SCONTRO!
2. WASHINGTON SI ASPETTAVA IL MARINE MARIO CON ELMETTO E BOMBARDA E SI È RITROVATA INVECE IL “RAPPRESENTANTE” DEL PENSIERO DI MACRON: “LA PACE NON SI FA UMILIANDO PUTIN”
3. BIDEN È STATO BEN ATTENTO A NON ACCENNARE UN'EVENTUALE NOMINA DI DRAGHI ALLA NATO
4. CAOS VUOLE, MENTRE ANDAVA IN SCENA L’INCONTRO/SCONTRO TRA BIDEN E DRAGHI, UN ALTRO COLLOQUIO NON HA FATTO PER NIENTE PIACERE ALLA CASA BIANCA, PROTAGONISTI XI JINPING E MACRON. CHE HANNO CONCORDATO CHE "TUTTE LE PARTI INTERESSATE DOVREBBERO SOSTENERE LA RUSSIA E L'UCRAINA PER RIPRISTINARE LA PACE ATTRAVERSO I NEGOZIATI". UNA SVOLTA PER LA CINA, DOPO L'INIZIALE APPARENTE EQUIDISTANZA TRA PUTIN E ZELENSKY


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MARIO DRAGHI JOE BIDEN

Ieri, tra Biden e Draghi, più che un incontro, è stato uno scontro. Washington si aspettava il marine Mario con elmetto e bombarda e si è ritrovata invece il “rappresentante” del pensiero di Macron esposto nel suo discorso a Strasburgo: “Quando la pace tornerà sul suolo europeo, non dovremo mai cedere alla tentazione dell'umiliazione’’. Insomma, per chiudere questa fottuta guerra non bisogna stravincere: bisogna offrire a Mosca una via d'uscita accettabile.

 

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

Non era assolutamente quello che Biden e marines speravano di ascoltare. Infatti, l'Italia di Draghi era sembrata nelle scorse settimane più vicina agli Stati Uniti, e il premier nell'intervista al Corriere di qualche settimana fa aveva espresso perplessità sull'utilità dei colloqui con Putin. Ieri però Draghi a Washington ha detto a Biden che “in Italia e in Europa le persone vogliono la fine di questi massacri, le persone si chiedono che cosa possiamo fare per portare la pace”.

joe biden mario draghi

 

E Biden aveva concesso a Draghi un “Bisogna trovare canali per la pace”. Ma la frustrazione dello staff della Casa Bianca, che confidava in un Draghi in modalità filo-Usa piuttosto che allineata al duplex Macron-Scholz con la fissa del negoziato con Putin, si è concretizzata non appena il nostro premier è uscito dalla Sala Ovale: “Al momento non ci sono segnali che Mosca voglia trattare”, ha sibilato la portavoce della Casa Bianca.

 

Quindi, rottura. Da una parte Draghi (“Ricominciare con dei negoziati credibili’’) che si è completamente allineato alla posizione europea di Macron-Scholz di fare tutto il possibile per un cessate il fuoco e salvare la faccia di Putin. Dall’altra parte, la posizione di Biden, che ha definito Putin “criminale di guerra”, “macellaio”, “assassino”, di puntare a “indebolire la Russia fino al crollo”, inviando armamenti in Ucraina per 40 miliardi di dollari.

VLADIMIR PUTIN JOE BIDEN - ILLUSTRAZIONE TPI

 

Durante il colloquio, a porte chiuse, il presidente americano ha chiesto a Mariopio cosa ha in mente per il suo futuro. L’ex governatore della Bce ha risposto che si trova in una ‘’situazione particolare’’, il suo obiettivo è di condurre in porto l’azione di governo fino alle prossime elezioni politiche precisando che “non sarà candidato”. 

 

Capita l’antifona filo Macron-Scholz, Biden è stato ben attento a non accennare a una eventuale nomina di Draghi alla guida dell'Alleanza Atlantica dopo il previsto addio dell'attuale segretario generale Jens Stoltenberg. Dall’altra parte, Macron e Scholtz difficilmente acconsentiranno su un profilo molto filo americano dopo la stolta esperienza di Stoltenberg alla guida della Nato

emmanuel macron olaf scholz

 

Alla fine, dopo il confronto di un'ora, per precisa volontà americana non c'è una conferenza stampa congiunta. Né tantomeno la cena che la Casa Bianca apparecchia per gli ospiti di riguardo.

 

Caso vuole, mentre andava in scena l’incontro/scontro tra Biden e Draghi, un altro colloquio, questa volta telefonico, vedeva protagonisti il leader cinese Xi Jinping ed Emmanuel Macron. Una conversazione che non avrà fatto per niente piacere a Washington: i due presidente hanno riconosciuto sulla necessità di “rispettare l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina”.

 

EMMANUEL MACRON XI JINPING

Ma soprattutto, hanno concordato che "tutte le parti interessate dovrebbero sostenere la Russia e l'Ucraina per ripristinare la pace attraverso i negoziati". Una svolta per la Cina, dopo l'iniziale apparente equidistanza tra Mosca e Kiev.