DAGOREPORT – AGOSTO, BIDEN MIO NON TI CONOSCO! AL PRESIDENTE AMERICANO NON RESTA MOLTO TEMPO: DOVRÀ RISOLVERE LE DUE ROGNE DI GAZA E UCRAINA PRIMA DELLA CONVENTION DEMOCRATICA, ALTRIMENTI RISCHIA DI PERDERE (E MALE) CONTRO TRUMP – NELLA STRISCIA, RIPARTONO I NEGOZIATI DOPO IL RITIRO DELLE TRUPPE ISRAELIANE. IN UCRAINA, LA STRATEGIA È ORMAI CHIARA: PUTIN AVANZA IN DONBASS, CONSOLIDA LE SUE CONQUISTE, E POI…
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A Biden non resta molto tempo: entro agosto, quando si terrà la convention democratica per l’investitura ufficiale del candidato alla Casa Bianca, dovrà risolvere le due rogne di Gaza e Ucraina.
Senza risultati tangibili, la sua rielezione rischia di naufragare sull’acconciatura arzigogolata di Donald Trump.
È questa ravvicinata deadline che ha spinto la Casa Bianca a pressioni mai viste su “Bibi” Netanyahu, per ottenere il ritiro delle truppe israeliane dal sud della Striscia.
Il ritorno a casa dei soldati dello Stato ebraico ha subito fatto ripartire i negoziati in Egitto (i media hanno parlato chiaramente di una accelerazione e di un accordo sempre più vicino per il cessate il fuoco).
Sul fronte ucraino, invece, il traccheggiamento del Congresso al via libera ai 60 miliardi di aiuti militari a Kiev rientra in una strategia più ampia per arrivare a un negoziato con Mosca. Come Dago-dixit, lo scenario ormai acclarato è quello dei “due passi avanti, uno indietro”, ovvero la Russia, anche grazie allo stop ai rifornimenti a Zelensky, sta avanzando nel Donbass, consolidando le sue conquiste.
I territori occupati ora verranno poi “offerti” da Putin sul tavolo delle trattative per arrivare a un compromesso a cui Zelensky non avrà più la forza di opporsi, molto vicino agli accordi di Minsk del 2014: la Crimea rimarrà alla Russia (che l’ha occupata da 10 anni), il Donbass anche, attraverso la soluzione di un’ampia autonomia regionale di facciata, e soprattutto Putin avrà la garanzia che l’Ucraina resti fuori dalla Nato.