DE LUCA MEJO DI GHANDI! – IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA ALLA FINE È RIUSCITO AD ORGANIZZARE LA MANIFESTAZIONE PER LA PACE A NAPOLI, CHE HA RADUNATO ALMENO 20-25MILA PERSONE – EMILIANO LO INCORONA, FACENDO CAPIRE DI APPOGGIARLO SE SI VOLESSE CANDIDARE A SEGRETARIO DEL PD: “È INDISCUTIBILMENTE IL LEADER PIÙ IMPORTANTE DEL MEZZOGIORNO. IN QUESTO MOMENTO DI ASSENZA DI LEADERSHIP TUTTO È POSSIBILE” – L’ATTACCO DELLA LEGA E IL MESSAGGIO DELLA SEGRE

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Orlando Sacchelli per www.ilgiornale.it

manifestazione per la pace napoli 1 manifestazione per la pace napoli 1

 

L'ha voluta a tutti i costi e l'ha organizzata nella sua città. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, voleva lasciare un segno toccando un tema di grande impatto mediatico oltre che politico.

 

"In Ucraina ci sono migliaia di giovani che muoiono - ha detto -. Stop alla guerra e inseriamo nelle Nazioni Unite una conferenza di pace con la Cina per riaprire il dialogo. Fare questa manifestazione in occasione del centenario della Marcia su Roma è molto importante". Ha mescolato vari temi De Luca, in questa grande manifestazione in cui il tema principale è la pace, mentre di contorno c'è l'antifascismo e la sottolineatura che la mobilitazione avviene lo stesso giorno in cui, cento anni fa, le camicie nere di Mussolini muovevano su Roma.

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"Ricordiamo - ha aggiunto De Luca - che in queste settimane nel secolo scorso si è trattato per fermare la guerra in Vietnam: mentre erano presenti 500mila soldati americani in Vietnam, si raggiunse a Parigi l’armistizio che fu il primo passo alla risoluzione della guerra. Dobbiamo fare la stessa cosa, chiedere e pretendere un primo passo, fermate le armi e cessate il fuoco".

 

vincenzo de luca manifestazione per la pace napoli vincenzo de luca manifestazione per la pace napoli

Grande la mobilitazione organizzata a Napoli, si parla di almeno 20-25mila persone. Molte le associazioni che hanno aderito all’iniziativa. Oltre alla Cei campana in piazza anche Cgil e Uil. La politica si è divisa: il Pd ha risposto sì all'appello di De Luca, in parte lo ha fatto anche il Movimento 5 Stelle. Il Terzo Polo invece si è spaccato: Italia viva, con alcuni suoi esponenti locali, si è presentato, Azione invece non l'ha fatto. Nessuno del centrodestra ha aderito.

 

Messaggio della senatrice Segre

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La mobilitazione è stata aperta con la lettura di una lettera inviata dalla senatrice a vita, Liliana Segre, che ha condiviso le finalità dell’iniziativa. "Saluto con vero piacere l’iniziativa tesa a raggiungere la pace nella martoriata terra ucraina- ha detto la Segre - che si svolgerà nel giorno in cui ricorre il centenario della cosiddetta Marcia su Roma, una data funesta della storia italiana, che segna l’inizio del fascismo, la più grande sciagura della storia nazionale del secolo scorso".

 

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Impegno per la pace, per la democrazia e contro il fascismo e il totalitarismo devono sempre andare insieme - sottolinea la Segre nel suo messaggio - elementi indispensabili di una piena coscienza civile". Quanto al conflitto ucraino, Segre rimarca giustamente che "c’è un aggressore e un aggredito".

 

Alcuni studenti contestano il Pd

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In piazza del Plebiscito c'è anche chi ha voluto contestare gli organizzatori della mobilitazione. "Ci sembra particolarmente ipocrita - si legge in una nota di studenti dei Collettivi di diverse scuole napoletane - la postura del governatore e del Pd in generale: da febbraio ad oggi non hanno fatto altro che parlare di armi, bollando come putiniano chi poneva quella diplomatica come unica soluzione possibile del conflitto in corso, come mai adesso questi signori scalpitano parlando di pace?. Il Pd - aggiungono - nella fattispecie in questi mesi non ha fatto altro che ribadire che era necessario solo ed unicamente inviare armi, come mai adesso spinge per una risoluzione pacifica del conflitto? Ci pare un pò opportunistico, forse si tratta di una tattica alquanto goffa per recuperare il disastro elettorale dello scorso settembre".

VINCENZO DE LUCA VINCENZO DE LUCA

 

Emiliano incensa De Luca

"De Luca è indiscutibilmente il leader più importante del Mezzogiorno. Questo va riconosciuto", ha detto Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della manifestazione. "Il suo senso dell’humor - ha aggiunto Emiliano - porta la sua capacità politica e di leadership a essere disconosciuta, ma il Pd non può fare a meno di lui in nessuna maniera. Va detto che anche lui deve fare qualche sforzo per rendersi più gestibile, perché non tutti sono capaci di maneggiare una Ferrari come De Luca. In questo momento di assenza di leadership tutto è possibile ma non spetta a me dare prospettive a De Luca per il quale ho profonda ammirazione e stima".

 

La Lega va all'attacco

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"Le immagini che ci giungono da Piazza del Plebiscito testimoniano quanto abbiamo ripetuto per settimane e cioè che il candidato segretario del Pd Vincenzo de Luca, con le sue circolari di stampo sovietico ai dirigenti scolastici, è riuscito a svuotare le scuole della Campania. L’inutile parata di De Luca un risultato lo ha già prodotto, garantire agli studenti un ponte lungo coi soldi dei cittadini", scrive in una nota Severino Nappi, capogruppo della Lega in Consiglio regionale della Campania che, ironicamente, parla di "successo della gita scolastica organizzata da De Luca".

 

La linea della Cei

"È una piazza di pace - ha detto alla stampa monsignor Antonio Di Donna, presidente della conferenza episcopale della Campania - la prima in Italia e ci auguriamo che ne seguano altre in tutto il paese. Perché bisogna muoversi e fare qualcosa, non possiamo stare così impotenti a vedere che contiamo i morti e non facciamo niente".

 

Quello che non viene detto

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C'è una cosa che nessuno dei pacifisti scesi in piazza dice, o su cui si sofferma con chiarezza. Come dovrebbe avvenire questo cessate il fuoco, a quali condizioni. Perché una cosa è certa, fino a prova contraria: c'è uno stato che ha attaccato, scatenando la guerra, ed uno che ha subito l'attacco. Auspicare un generico "cessate il fuoco" sembra quasi voler mettere le due parti sullo stesso piano, senza distinguere in modo chiaro e inequivocabile l'aggressore e la vittima. Forse non è il modo migliore per costruire la pace.

 

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