Gian Guido Vecchi per Corriere Della Sera
L\'incontro con il cardinale Camillo Ruini c\'è già stato, nei Palazzi romani si mormora di un «pressing» su Pier Ferdinando Casini perché si guardi dall\'alleanza con Fini e piuttosto eviti che la situazione precipiti sostenendo - e influenzando - in qualche modo il governo. C\'è chi dice che il leader udc potrebbe sentire presto anche il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi.


Voci. Ma la situazione, sia nella Chiesa italiana sia in Vaticano, è molto più complessa: e se nella Segreteria di Stato vaticana si mantiene il «massimo riserbo» e una certa distanza («il cardinale Bertone non interviene, semmai ascolta», riassumono Oltretevere), nelle diocesi emergono molte espressioni di «disagio» e un vescovo autorevole sospira: «Mi rifiuto di pensare che sia così, il nostro compito è mantenere alto il profilo etico e l\'impegno per il bene comune, se ci mescoliamo a questa politica perdiamo di credibilità».
Sullo sfondo, comunque, c\'è «l\'angustia per l\'Italia» ripetuta da Bagnasco all\'ultima assemblea della Cei, «non è più tempo di galleggiare», la preoccupazione concreta per la crisi economica e «i problemi delle famiglie e della società», l\'invito a cercare «soluzioni utili al Paese e il più possibile condivise», e il monito sui «valori primi» - dalla vita alla famiglia alla libertà scolastica - come «il vincolo» che «può dare espressione all\'unità politica dei cattolici, ovunque si collochino».


Prima che le voci sull\'incontro tra Casini e Ruini s\'infittissero, del resto, c\'era già stato il commento durissimo di Avvenire, firmato venti giorni fa dal direttore Marco Tarquinio, contro le «sicumere dell\'anticlericalismo» e il «rischioso futurismo familiare» mostrati dal presidente della Camera sulle coppie di fatto. Con una conclusione trasparente, anche per il riferimento a Casini: «Come potrebbero non tenerne conto con lucidità i potenziali interlocutori politici di Fini?».
Il cardinale Bagnasco si mantiene più defilato, secondo il suo stile («La Chiesa non ha suggerimenti tecnico-politici»), anche se negli ambienti della Conferenza episcopale si fa osservare che «è difficile immaginare che il cardinale Ruini incontri qualcuno, se è vero, senza aver prima informato il presidente».
L\'essenziale però è la preoccupazione sui temi etici o i finanziamenti alle scuole private, con relative leggi, tra un centrosinistra considerato «inaffidabile» per non dire ostile («se le posizioni sono quelle di Vieni via con me, per forza») e un\'alleanza di centro «minata» dai «futuristi».

Ai vertici Cei, considerato Fini, si guarda con grande sospetto al «terzo polo» centrista. Sono considerazioni che vanno al di là di Berlusconi (al quale non si sono risparmiate considerazioni del tipo: «Ideali personali, valori oggettivi e vita vissuta sono strettamente intrecciati») e riguardano più che altro l\'affidabilità dello schieramento.

Eppure la faccenda non è risolta, «Casini in questa fase sembra volersi proporre come il vero referente affidabile, più che chiedere indicazioni», considera un altro vescovo. All\'assemblea generale il dibattito è stato assai vivace: «Lo scontento per la situazione del Paese era molto forte e tanti hanno cominciato a chiedersi: questo bipolarismo regge, è utile al Paese? L\'impressione è che il terzo polo sia oggi più possibile, nonostante Fini...».

E un altro vescovo: «Tra i confratelli sento tanta preoccupazione per la gente, non per gli schieramenti: spero non tornino vecchi stili. Attenzione, però: Bagnasco ci ha dimostrato grande attenzione, i vescovi li ascolta...».
In tutto questo, è interessante notare il silenzio assoluto dei media vaticani sulle vicende italiane. «Certo si auspica ragionevolezza, ma la situazione non è chiara e ancor meno si chiarirebbe con nuove elezioni», spiegano nella Santa Sede. Ecco, almeno questa è una preoccupazione diffusa nella Chiesa: il rischio di «salti nel buio» per il Paese. La stessa Cei ha sostenuto una legge elettorale «più rappresentativa». Morale: «La situazione è fluida», sorride un vescovo. E tutti quanti aspettano di vedere cosa accadrà nel voto di fiducia del 14 dicembre.