DRAGHI HA FATTO ECCITARE I SOVRANISTI - HA CRITICATO L’UE, HA SFANCULATO LA CINA E RIMESSO AL CENTRO L’ALLEANZA CON GLI USA, HA DIFESO GLI INTERESSI DELLE AZIENDE ITALIANE IN LIBIA E ORA HA BOLLATO ERDOGAN PER QUEL CHE E’, UN DITTATORE - AD AFFASCINARE SALVINI E MELONI (MA ANCHE CHI NON VUOLE L’ITALIA A RACCOGLIERE FIGURACCE NEL MONDO) È L'IDEA IL NOSTRO PAESE SMOLLI I PANNI DELL'ITALIETTA A BRUXELLES E SMETTA DI ESSERE TERRA DI CONQUISTA DI POTENZE STRANIERE…

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Francesco Verderami per “il Corriere della Sera”

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

Chi l'avrebbe mai detto che un giorno il banchiere, l' uomo dell' establishment, il sacerdote dell' euro, che Mario Draghi insomma, avrebbe fatto palpitare i cuori dei sovranisti italiani?

Sarà perché da quando è premier si è messo a chiamare le cose «per quelle che sono». Sarà perché da europeista ha preso a criticare Bruxelles. Sarà perché da atlantista ha spezzato l'ambigua logica dell' equidistanza tra Washington e Pechino adottata dal suo predecessore.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Sarà perché in nome dell' interesse nazionale ha iniziato a difendere le aziende italiane dall' espansionismo cinese e pure dalle mire degli alleati europei. Sta di fatto che la destra di governo, e per alcuni aspetti persino quella di opposizione, si identifica nell' azione di Draghi, riconosce in certi suoi discorsi lo sdoganamento di alcune loro parole d' ordine. E finisce per testimoniarlo.

 

È vero, c' è un punto di divergenza, e non è di poco conto. È legato alla questione delle riaperture, che sta mettendo in difficoltà Salvini con il suo elettorato e con la sua rivale per la leadership nella coalizione. Ma per ora il capo del governo - che deve fare i conti con il virus - non può concedere al segretario della Lega una data certa per la ripartenza. Anche se l' intero centrodestra ha apprezzato la scelta di palazzo Chigi di sostituire Arcuri con Figliuolo per fronteggiare l' emergenza, preferendo al maglioncino (e alla gestione) del manager la divisa (e il piano) del generale, che mette paura a certi intellettuali di sinistra.

 

MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

Ma è soprattutto sull'Europa che i sovranisti stanno abbracciando Draghi, per il modo in cui ha avvertito Bruxelles a cambiare registro, «o per i vaccini bisognerà andare per conto proprio». Per quanto i commenti di Salvini e Meloni siano a tinte forti, c'è una certa assonanza tra le loro critiche all'Ue - «che sulla pandemia registra il più grande fallimento della sua storia» - e il giudizio tagliente del premier sui contratti «leggeri» firmati con le Big Pharma: «I prossimi andranno fatti meglio». Non sarà una linea conflittuale, ma è una postura non convenzionale che piace al centrodestra, perché si riflette anche sulla trattativa con la Commissione per il rilancio di Alitalia.

salvini meloni salvini meloni

 

Ad affascinare i sovranisti è l'idea che - grazie a Draghi - l'Italia abbandona i panni dell'Italietta, eterno vaso di coccio tra i vasi di ferro a Bruxelles, e terra di conquista di potenze straniere. Così la golden share usata dal governo per bloccare la vendita di un' azienda strategica ai cinesi è il primo segno di riscatto, che piace a Salvini e intriga la Meloni.

 

Se si potesse votare una mozione di fiducia per parti separate, certamente la leader di Fratelli d'Italia non voterebbe contro Draghi sulla linea di politica estera, perché - come racconta un autorevole esponente di Fdi - «l'impostazione del premier sull'atlantismo, sull' europeismo e sul nostro ruolo nel Mediterraneo è innovativa. L'attacco a Erdogan, per esempio, ricorda l'attacco di Biden a Putin».

 

mario draghi angela merkel mario draghi angela merkel

Così le destre di governo e di opposizione quotidianamente si stringono attorno a Draghi, in modi tra loro diversi ma inequivocabili. Con Salvini che ad ogni dichiarazione ribadisce di «aver fiducia» nel premier e la Meloni che al convegno organizzato dal suo partito apprezza la posizione dei ministri Cingolani e Colao sulla rete unica e la sfida digitale. Il tutto avviene nella (quasi) totale assenza dei partiti che fino a un mese fa stavano al governo.

 

DRAGHI MERKEL DRAGHI MERKEL

Con il neo segretario del Pd Letta che è impegnato a ricostruire un partito in cui c' è ancora chi è vittima della sindrome della vedovanza. E con una parte dei grillini che si chiede come rifondare il Movimento: in effetti, se dopo tre anni di governi Conte hanno dimezzato i voti, perché dovrebbero affidarsi a Conte per rilanciarsi?

 

E mentre i giallorossi sono alle prese con i loro dubbi amletici, i sovranisti meditano come approcciare l' imminente corsa per il Quirinale. Draghi è più di una suggestione, «è una mossa strategica per il futuro governo di centrodestra». A sussurrarlo non è un leghista ma un colonnello della Meloni. Chi l' avrebbe detto...

 

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