GLI EFFETTI DELLA GUERRA MELONI-RAMPELLI NON PREOCCUPANO FRANCESCO ROCCA, CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE LAZIO, CHE SI SENTE LA VITTORIA IN TASCA - COME DAGO-RIVELATO RAMPELLI, COMMISSARIATO DA DONNA GIORGIA, PUNTA A “CONTROLLARE” ALMENO 5-6 CONSIGLIERI NEL LAZIO PER AVERE LA GOLDEN SHARE SULLA PROSSIMA AMMINISTRAZIONE DI CENTRODESTRA. IL CANDIDATO GOVERNATORE È PIÙ TRANQUILLO. “FARANNO A GARA A SFIDARSI SULLE PREFERENZE E FARANNO GUADAGNARE VOTI ALLA COALIZIONE” – LA GRANA AUTONOMIA (CHE NON PIACE A ROCCA)…

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Estratto dell'articolo di Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

 

francesco rocca foto di bacco

«Il giorno di San Valentino lo festeggeremo tutti insieme alla Pisana». Francesco Rocca, candidato del centrodestra alle elezioni regionali del Lazio, ha trovato questa frase a effetto che evidentemente gli è piaciuta assai, visto che la ripete da giorni in tutte le occasioni.

 

Il sogno di ritrovarsi martedì 14 febbraio alla guida di una Regione sottratta al centrosinistra e di festeggiare nella sede del consiglio regionale (la Pisana, appunto) è a portata di mano ma neanche troppo. «Tutti i sondaggi ci danno in vantaggio, neanche uno ci ha mai dato al secondo posto», ripete da settimane nelle riunioni riservate. C’è una nota dolente, anzi due. La prima: nonostante il vento a favore del governo Meloni, il centrodestra di Rocca — rispetto alle elezioni politiche del 25 settembre — sembra aver perso terreno; la seconda: si tratta di un vantaggio che non chiude la partita, anzi. Soprattutto visto che, sulla sua strada, Rocca ha davanti a sé ben due confronti tv aperti con gli altri candidati, il primo dei quali sarà moderato da Bruno Vespa. La posta in gioco «Una sconfitta nel Lazio non è immaginabile.

 

rampelli meloni la russa

Ma, se succedesse l’imponderabile, è ovvio che ci sarebbero ripercussioni sul governo», ragiona a microfoni spenti un componente dell’esecutivo.

 

Sarebbe possibile che, dopo settimane di tormenti su benzina e intercettazioni, una sconfitta imprevista passi come se nulla fosse? No, non è possibile. Il dilemma di Giorgia Meloni — cioè se entrare o meno in prima persona nella contesa — è stato risolto: la faccia sì, ma quella di tutti. E così, domenica 5 febbraio, all’auditorium della Conciliazione a Roma, parlerà davanti a Rocca con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi (forse in collegamento). Un modo come un altro per ribadire che si vince o si perde tutti insieme. Un modo come un altro per mostrare la faccia compatta di una maggioranza che deve assumersi responsabilità collettive, a cominciare dal testo sull’autonomia regionale che lo stesso Rocca ha criticato a più riprese. I problemi sono tanti ma non tutti i guai vengono per nuocere.

GIORGIA MELONI E FABIO RAMPELLI

 

 Sulla contesa interna a Fratelli d’Italia, con la maggioranza meloniana impegnata in una guerra fredda contro i Gabbiani di Fabio Rampelli, il candidato governatore è più tranquillo. «Faranno a gara a sfidarsi sulle preferenze», gli ha detto un collaboratore. «E sono tutte cose che faranno guadagnare voti alla coalizione».

 

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