LE EUROPEE NON VALGONO UN TUBO - I GRILLINI STOPPANO IL GASDOTTO EASTMED, CON L'ACCORDO DI ENI: MEGLIO ASPETTARE DOPO LE ELEZIONI PER EVITARE UN ALTRO DISASTRO DI IMMAGINE COME CON ILVA E TAP - COME MAI DESCALZI È CONTRO IL PROGETTO CHE PARTE DA ISRAELE, PASSA PER CIPRO, GRECIA E ARRIVEREBBE IN PUGLIA? FAREBBE PERDERE VALORE AI SUOI RICCHI (E COSTOSI) GIACIMENTI A LARGO DELL'EGITTO

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Federico Capurso per ''la Stampa''

 

Luigi Di Maio non mette la parola «fine» al progetto EastMed, il gasdotto da 6 miliardi di euro d' investimenti che potrebbe sboccare in Puglia (come la Tap) e rendere l' Italia un hub energetico in Europa. Eppure, «tutto è fermo - confida una fonte di primo livello al ministero dello Sviluppo economico - e prima delle elezioni Europee difficilmente si arriverà a una decisione». Il dossier viene definito come «ancora da approfondire», «molto complesso», «oggetto di forti pressioni».

GASDOTTO EASTMED

 

Tanto da dover mettere insieme gli interessi del Paese con quelli elettorali del Movimento 5 stelle e della Lega. E gli interessi economici di Eni con quelli geopolitici dell' Europa e del Medio Oriente.

Il governo italiano, per ora, sembra muoversi senza briglie. Gli uomini del Carroccio non sono stati informati dello stop imposto dal leader M5S.

 

«Noi siamo assolutamente favorevoli. A quanto ne sappiamo, non ci sono ostacoli al progetto», rispondono i vertici del partito. Ma dai piani alti del Movimento arriva un' altra versione: «Non firmeremo l' accordo intergovernativo a fine marzo con Cipro, Grecia e Israele. La decisione è in capo a Di Maio». E il motivo della scelta risiederebbe nelle promesse tradite sul gasdotto Tap: «Non è conveniente, per noi, lanciarci in un' altra avventura del gas come EastMed».

GASDOTTO EASTMED

 

Le prossime Europee saranno un banco di prova durissimo per la leadership di Di Maio e per il suo Movimento di governo. Il Sud è il fortino elettorale da difendere e la Puglia il territorio dove si sono aperte le crepe più profonde tra i Cinque stelle e la loro base elettorale. Prima la mancata promessa di bloccare l' arrivo del gasdotto Tap in provincia di Lecce, poi il voltafaccia sulla chiusura dell' Ilva di Taranto.

Adesso un nuovo gasdotto - è il ragionamento del leader M5S - farebbe crollare definitivamente i consensi.

 

Un' opzione proposta recentemente a Di Maio dai partner stranieri del progetto (per smorzare le sue preoccupazioni elettorali) prevede di far firmare l' accordo ai direttori generali e non ai ministri competenti, così da diluire le responsabilità politiche. Ma il leader del Movimento non si è ancora convinto, perché rimarrebbe comunque in capo a lui la responsabilità della firma. E la temuta emorragia di voti non verrebbe arginata.

DI MAIO TAP

 

Il dossier EastMed, però, è più grande di una tornata elettorale. Di Maio ne è cosciente e, al tempo stesso, è convinto di poter rientrare in partita più avanti, dopo le elezioni Europee. Una «strategia azzardata» - mette in guardia chi ha lavorato a lungo al dossier - che espone il Paese a «rischi importanti». In una serie di incontri tecnici avvenuti recentemente al Cairo, infatti, è stata prospettata l' ipotesi di bypassare l' Italia. Dalla Grecia si potrebbero prolungare le condutture del gasdotto lungo i Balcani, abbandonando l' idea di passare dal mare per arrivare a Otranto.

 

DI MAIO NO TAP

L' opzione italiana resta comunque la preferita perché più diretta, capace di entrare nel cuore dell' Europa, e perché l' alternativa balcanica porterebbe con sé delle complicazioni burocratiche legate ai territori extra Ue. Su questo punterebbe Di Maio per tenere tutto sospeso, almeno fino a giugno.

 

Nel frattempo, al Mise, si starebbe pensando a una strada alternativa, sfruttando proprio il tanto osteggiato gasdotto Tap. EastMed, infatti, potrebbe collegarsi al Tap in Albania, raddoppiando la portata di gas da 10 a 20 milioni di metri cubi ed evitando così l' arrivo di un secondo gasdotto in Puglia. «Ma è complicato - ammettono dal Mise - perché anche la Russia preme per collegarsi al Tap. In questo caso, la capacità di trasportare il gas di EastMed non sarebbe sufficiente».

descalzi

 

Oltre la questione logistica, poi, c' è anche una questione economica sollevata da Eni. La multinazionale di Claudio Descalzi ritiene - e lo ha fatto sapere con chiarezza al ministro Di Maio - che l' opera EastMed non sia economicamente conveniente. Troppo alti gli investimenti rispetto ai risparmi. Ma sulle opinioni di Eni «pesano i suoi interessi, legati ai giacimenti di gas in Egitto - hanno notato al Mise -.Investimenti che perderebbero valore, in caso di sbocco in Italia del gasdotto EastMed».

 

ENI EGITTO
trivelle

 

GIACIMENTO DI GAS SCOPERTO DA ENI IN EGITTO
claudio descalzi