GODETEVI COME POTETE QUEST'ESTATE, L'AUTUNNO ITALIANO RISCHIA DI ESSERE NON CALDO MA TRAGICO - IL BIVIO DELLA MORTE SUL BLOCCO DEI LICENZIAMENTI: IL GOVERNO PREFERISCE LICENZIARE 10 PERSONE OGGI O CHIUDERE L'IMPRESA DOMANI, MANDANDONE A SPASSO 100? (CON I DISOCCUPATI IN PIAZZA ALLA VIGILIA DEL VOTO) - LE CASSE SONO VUOTE E I 25 MILIARDI DI SCOSTAMENTO CHE SI VOTANO OGGI SARANNO FINITI PRIMA ANCORA DI ESSERE SPESI - IL RECOVERY FUND ARRIVERÀ TRA LUGLIO E SETTEMBRE SÌ, MA DEL 2021. QUINDI GUALTIERI STA PRATICAMENTE RICATTANDO I GRILLINI A INGOIARE IL MES (MA DI MAIO VUOLE CHE SIA CONTE A METTERCI LA FACCIA) 

Condividi questo articolo


DAGONEWS

LICENZIAMENTO LICENZIAMENTO

 

L'autunno italiano rischia di essere non caldo ma tragico, se l'attuale crisi economica dovesse confermarsi più lunga e profonda di quanto stimato inizialmente. Ricordate Gualtieri che dice ''non si perderanno posti di lavoro'' e ''si tratta di pochi punti di Pil'' lo scorso marzo/aprile? Ecco, no.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Tra i problemi più urgenti c'è il crollo della domanda, in Italia come all'estero. Per un paese che conta molto sull'export, avere i nostri principali partner commerciali (USA, Cina, Russia, Regno Unito) che arrancano e che non comprano più, è durissima. La domanda americana di beni italiani si è contratta del 15%, cifra che da sola vale circa l'1% del Pil.

CARLO BONOMI CARLO BONOMI

 

E poi c'è lo smart working, che ha salvato alcune attività ma ne ha condannate altre. Il 40-50% del giro d'affari collegato a uffici e fabbriche rischia di sparire se le persone continueranno a lavorare da remoto.

 

Certo, Conte può consolarsi col ''mal comune mezzo gaudio'', visto che siamo immersi in una crisi globale senza precedenti, con paesi come la Francia che si trovano nella stessa situazione, essendo dipendenti da export e turismo come noi.

PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO PASQUALE TRIDICO NUNZIA CATALFO

 

Il bivio più importante ora è quello del blocco dei licenziamenti. Confindustria ha messo Gualtieri davanti a uno scenario inquietante: preferisci licenziare 10 persone oggi o chiudere l'impresa domani, mandandone a spasso 100? Senza domanda, le aziende possono anche riprendere a lavorare, ma producono beni e servizi per cui non c'è al momento un mercato, e dunque hanno costi troppo alti rispetto a ricavi in netta contrazione.

nunzia catalfo nunzia catalfo

 

La ministra grillina del Lavoro, Nunzia Catalfo, vuole prorogare il divieto di licenziamento fino al 31 dicembre. Ma per farlo il governo deve garantire una cassa integrazione di durata simile, cosa impossibile per come sono messe ora le casse pubbliche.

 

Metà dello scostamento di bilancio che si vota oggi, da 25 miliardi, sarebbe assorbita immediatamente dagli ammortizzatori sociali. Senza contare poi che il gettito fiscale sarà molto inferiore rispetto al 2019, dunque si stanno facendo i conti su basi pericolanti.

 

Per questo Gualtieri ha fatto quell'uscita sul ''Sole 24 Ore'' con cui sperava di mettere il M5S nel vicolo cieco del Mes. Molti grillini si sono anche ammorbiditi sul tema, ma nessuno vuole intestarsi l'ennesima promessa rimangiata. Di Maio in particolare vuole che sia Conte a mettere la faccia sull'attivazione del Fondo Salva-Stati davanti alla base grillina.

 

PAOLO GENTILONI VALDIS DOMBROVSKIS PAOLO GENTILONI VALDIS DOMBROVSKIS

Da qui alla fine dell'anno, quando dovrà essere presentata la Finanziaria, rischia di aprirsi una voragine sotto i piedi del governo, che è stata allargata dalle ultime dichiarazioni-horror del ministro alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, confermate dal commissario UE Paolo Gentiloni, dove ha affermato che il 70% del Recovery Fund sarà disponibile tra 2021 e 2022, mentre la restante parte sarà allocata nel 2023. Cioè ci vorrà un anno prima di vedere il grosso dei fondi, e quindi l'attuale scostamento di bilancio è acqua fresca.

 

ALESSANDRO RIVERA ALESSANDRO RIVERA

Non solo: Gualtieri ha pure fatto capire che il tema della seniority dei bond emessi dal Recovery Fund è identico a quello del Mes, sempre con l'obiettivo di edulcorare l'adozione del secondo. Anche perché visti i tagli alla sanità degli ultimi 20 anni, di investimenti legati a ospedali, assunzione di personale e restauro delle strutture fatiscenti, ce ne sarebbero eccome.

 

L'alternativa al Mes è quella di finanziarsi sul mercato, e per questo Gualtieri e Rivera hanno chiesto in via riservata agli investitori istituzionali che in genere si occupano delle emissioni di debito italiano, cosa sarebbe peggio in termini di tassi: niente Mes e una pioggia di nuovi Btp oppure il Mes con lo stigma che lo accompagna?

 

luciana lamorgese luciana lamorgese

Perché l'Italia non può rischiare di non finanziarsi sul mercato e allo stesso tempo non può stampare moneta, come invece possono fare Stati Uniti e Regno Unito, dove si preannuncia la peggiore recessione in 300 anni ma almeno c'è libertà (quasi) totale nel produrre sterline dal nulla.

 

Mentre i prefetti ogni settimana fanno i loro rapporti alla Lamorgese (e lei li trasferisce a Palazzo Chigi) sul rischio di disordini sociali in caso di perdurare della crisi, l'unico spiraglio viene dalla Germania dove invece la domanda è rimasta sostenuta e permette di lavorare alle molte imprese del Nord Italia che fanno affari coi tedeschi.

licenziamento licenziamento

 

Il nodo si intreccia con le elezioni regionali il 21 settembre: un'ondata di licenziamenti alla vigilia del voto, con milioni di disoccupati in piazza, sarebbe un harakiri.

 

Alla fine c'è sempre un punto, sottolineato anche dai quotidiani tedeschi: l'Italia potrà avere tutti i fondi che vuole, ma senza dei piani per investirli, non andrà da nessuna parte e continuerà a inventarsi mance e mancette come quota 100.

 

Ci sono centinaia di cantieri fermi e opere che darebbero lavoro a decine di migliaia di persone, paralizzate da una folle burocrazia, perché ormai per ogni committenza ci sono dieci avvisi di garanzia pronti a partire.

 

sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 17 sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 17

L'euforia per il Recovery Fund è aria fritta se non viene investito nell'unica cosa che può far ripartire il paese, cioè il lavoro. Il boom degli anni '60 è stato alimentato dalle grandi opere, dalle grandi fabbriche, a volte finite in rovina ma che almeno in quella stagione hanno permesso al paese di fare un salto in avanti che non ha più saputo ripetere. Finché non ci sarà un grande piano infrastrutturale, il resto dell'economia reale non potrà che affogare.

sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 13 sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 13

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...