GRAZIANO CHI? - IL PRESIDENTE DEL PD CAMPANO E' STATO SUBITO SCARICATO DAL PARTITO MA AL NAZARENO ERA DI CASA - STIMATO ANCHE DA CUPERLO, FINI’ SUI GIORNALI PER IL FURTO DELLA SUA SCIARPA DA 500 EURO NELLE STANZE DEL GOVERNO

Graziano chi? Il presidente del Pd in Campania indagato per concorso esterno non ha più amici: solo Mastella lo difende. Eppure era assai trasversale: ex Dc, vicino a Marco Follini, lavorò per convincere i Giovani Popolari a incoronare Renzi presidente…

Condividi questo articolo


Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera

 

STEFANO GRAZIANO STEFANO GRAZIANO

Da due giorni, con i pochi che gli sono rimasti accanto, Stefano Graziano non fa che ripetere che lui con la storiaccia brutta della «Gomorra» dem in Campania, proprio non c' entra nulla.

 

«Mi hanno descritto come un malfattore - si è sfogato con gli amici l' ex presidente regionale del Pd - ma io dei lavori a palazzo Teti non so niente, sono completamente estraneo a questa vicenda ed è davvero ingiusto quel che mi sta succedendo».

 

STEFANO GRAZIANO PINOTTI STEFANO GRAZIANO PINOTTI

La lettura dei giornali lo ha sconvolto, almeno quanto la repentina presa di distanza dei vertici del Pd. E, se a caldo aveva pensato di metterci la faccia per tentare di smontare le accuse, col passar delle ore il consigliere regionale da 14.810 preferenze si è chiuso a riccio.

 

STEFANO GRAZIANO CON DELRIO STEFANO GRAZIANO CON DELRIO

C' è da scegliere l' avvocato, costruire la linea difensiva e, prima di tutto, tranquillizzare la moglie, che da pochi mesi ha dato alla luce una bambina. I colleghi del Pd, che ancora martedì mattina ne parlavano come di «un bravo ragazzo», lo raccontano come «metodico e paziente».

 

Uno che «lavora sodo» ed è «molto capace come organizzatore», ma non certo un timoniere da acque tempestose. Sui divanetti di Montecitorio era di casa, anche dopo la sconfitta alle parlamentarie del 2013 e la fine del suo onorevole mandato: una botta da cui si riprese grazie a Enrico Letta, che lo chiamò a Palazzo Chigi come consulente per l' attuazione del programma.

 

STEFANO GRAZIANO PAOLO BENEDETTINI STEFANO GRAZIANO PAOLO BENEDETTINI

Si dice che tra lui e il premier ci fosse «un buon feeling», il che non ha impedito a Graziano di restare al suo posto anche durante il mandato di Renzi, dunque fino al dicembre del 2014. È vero, come hanno spiegato fonti della presidenza del Consiglio, che l' attuale capo del governo non gli rinnovò il contratto, ma è vero anche che Graziano era di casa ai piani alti del Pd.

 

Le foto del suo profilo Twitter lo ritraggono con Boschi, Guerini, De Luca, Migliore e anche con Renzi. Sui suoi rapporti con il leader del Pd gira un aneddoto che risale agli albori di Graziano in politica.

STEFANO GRAZIANO E FIORELLA ZABATTA STEFANO GRAZIANO E FIORELLA ZABATTA

 

Sul finire degli anni '90 Lapo Pistelli lo spedisce a Firenze con il mandato di convincere i giovani popolari a incoronare Renzi segretario. La missione si rivela un po' più difficile del previsto, ma anche grazie al paziente lavorio di Graziano, Matteo ce la fa.

 

Il suo ultimo «padre» politico è stato comunque Marco Follini, al seguito del quale nel 2008 Graziano lasciò l' Udc per entrare nel Pd, dopo aver attraversato, mutando elegantemente casacca, le giovanili della Dc, il Ppi di Martinazzoli, Rinnovamento di Lamberto Dini, Democrazia europea di Sergio D' Antoni... Fino all' approdo nel 2006 nell' Italia di Mezzo di Follini. Il quale, due anni dopo, lo fa entrare in Parlamento con le liste bloccate.

ROBERTA PINOTTI STEFANO GRAZIANO ROBERTA PINOTTI STEFANO GRAZIANO

 

marco follini marco follini

Del suo passaggio a Galleria Colonna per seguire i decreti attuativi ereditati dal governo Monti, non si trovano grandi tracce nelle cronache parlamentari: se non per una sciarpa in cachemire trafugatagli nelle stanze del governo, del valore che i giornali stimarono in 500 euro.

 

«Graziano chi?», si saranno chiesti gli italiani vedendo spuntare nei notiziari la chioma da biondino ormai brizzolato e la faccia da bonaccione. Ma nel Pd l' ex presidente del partito campano ha amici un po' in tutte le correnti.

cuperlo manifestazione cgil cuperlo manifestazione cgil

 

L' incarico di garanzia gli arrivò grazie alla minoranza e alla stima di Gianni Cuperlo ma, negli anni, ha costruito legami trasversali con diversi parlamentari, da Verini a Ranucci.

 

Adesso però il sospetto di favori alla camorra, che lo ha strappato al quasi-anonimato, pesa come una pietra e per trovare qualcuno che lo difenda bisogna varcare i confini del Pd. «Stefano Graziano? Lo conosco - risponde al quotidiano Il Dubbio l' ex ministro Clemente Mastella -. Non mi pare proprio sia un camorrista».

Clemente Mastella Clemente Mastella

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...