1. L’ITALIA È L’UNICO PAESE IN CUI LE PREVISIONI DI CRESCITA DEL TESORO (+1%) DIVERGONO DA QUELLE DELL’ISTAT (+0,7%), E DOVE MARPIONNE PUÒ RACCONTARE LE SUE PALLE 2. NELL’INTERVISTA A ‘REPUBBLICA’ L’AD HA SPIEGATO CHE “FIAT LASCERÀ IL MASS MARKET” (CIOÈ LE UTILITARIE) PER CONCENTRARSI SOLO SULLE AUTO DI LUSSO. METTENDO I MOTORI FERRARI DENTRO LE AUTO ALFA ROMEO. UN DANNO PER ENTRAMBE! 3. CERTO CHE CONTINUERÀ A FARE UTILITARIE (IN BRASILE), PRODUCENDO IN ITALIA UN PAIO DI MODELLI ALFA PER CONSENTIRE AI POLITICI DI DIRE CHE SI TRATTA DEL RILANCIO DEL MADE IN ITALY, SENZA RECUPERARE AFFATTO I LIVELLI DI OCCUPAZIONE PROMESSI 4. MA I CASI TELECOM E ALITALIA DIMOSTRANO CHE AL MINISTERO DELL’ECONOMIA SI BEVONO TUTTE LE PANZANE RIFILATE DAI FINTI CAPITALISTI, MENTRE IL PAESE PERDE FILIERE PRODUTTIVE, POLI INDUSTRIALI E DI SERVIZI, E GLI IMPRENDITORI SE NE VANNO ALL’ESTERO



Superbonus per Dagospia

L'Italia e' l'unico paese al mondo in cui le previsioni di crescita per il 2014 del Ministero dell'Economia (+1%) divergono da quelle dell'Istituto Nazionale di Statistica (+0,7%).
Incredibile ma vero, 30% di differenza nella previsione piu' importante per le finanze di un paese non ha scandalizzato nessuno dei giornaloni nazionali. In USA, in Germania o in Inghilterra una tale discrepanza avrebbe provocato dimissioni a catena, ma da noi tutto e' normale, tutto passa, nessuno lascia.

john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano

D'altronde solo in Italia uno "svizzero" come Marpionne avrebbe potuto farla franca. Dopo aver promesso mari e monti, nuovi modelli per la Fiat ed aumento dell'occupazione, il Marpionne nazionale si appresta a fuggire dal Belpaese per non farsi ricordare le palle vendute a sindacati (compiacenti) e politici (incompetenti).

Nella sua ultima intervista a Repubblica l'AD di Fiat ha spiegato a noi poveri sprovveduti ignoranti che il gruppo automobilistico avrebbe lasciato il segmento "mass market", cioe' delle utilitarie, per concentrarsi su quello "premium" (leggi auto di lusso).

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN FOTO ANSA

Una palla clamorosa a cui nessuno (tranne la solita FIOM) ha risposto chiedendo chiarimenti o piani industriali coerenti. Una palla perche' Fiat non puo' lasciare il mercato mass market in Brasile dove e' il primo produttore e non puo' pensare di mantenere gli attuali livelli d'occupazione in Italia producendo vetture premium. Marchionne ci vorrebbe far credere in un rilancio dell'Alfa Romeo utilizzando motori Ferrari! Un danno sia per la Ferrari che per l'Alfa!

Quanti motori dovrebbe produrre la piccola azienda di Maranello? Oppure si pensa di far produrre i motori Ferrari ad Alfa? Si passerebbe dalla produzione semi artigianale a quella in serie? E cosa differenzierebbe a quel punto una Ferrari da una Mercedes o da una BMW? Ed il marchio Alfa che vantaggio competitivo avrebbe? Di montare un motore Ferrari che non sarebbe mai un vero gioiello di Maranello ?

Palle allo stato puro. In realta' il piano di Marpionne e' chiaro:

a) Trasferire la sede legale del gruppo in USA dove concentrera' il massimo degli sforzi e degli investimenti nel segmento premium;

FIAT CHRYSLER

b) Usare l'Italia per montare una parte delle automobili Chrysler destinate al mercato europeo beneficiando cosi' di arbitraggi fiscali fra i due continenti;

c) Concentrare la produzione dei modelli mass market in Brasile ed esportando da questo verso il resto del mondo;

d) Deviare l'attenzione della stampa compiacente presentando uno o due modelli Alfa che consentiranno ai politici (incompetenti e in malafede) di dire che si tratta di un rilancio del Made in Italy;

Nonostante questo sia abbastanza chiaro a tutti gli osservatori al Ministero dell'Economia e a Palazzo Chigi dormono sogni tranquilli, pensando che la "crescita" sia un elemento spirituale di una nazione e che basta evocarla nelle conferenze stampa per vederla materializzarsi.

MARCHIONNE EZIO MAURO big sergio marchionne ezio mauro

In realta' l'Italia sta perdendo tutte le grandi filiere produttive ed infrastrutturali, il caso Alitalia e' il simbolo del fallimento dell'establishment politico ed imprenditoriale italiano. Un caso pietoso di demagogia, mala gestione, miopia imprenditoriale e Stato incompetente ed arruffone. Roberto Colaninno, padre di Matteo ex responsabile economico PD, e' alla guida dello sgangherato gruppo aereo con l'unico obiettivo di venderlo a qualcuno.

MARCHIONNE EZIO MAURO resizer jsp

Qualcuno che non si trova, perche' l'operazione "salvataggio" organizzata da Corrado Passera (prima da Banca Intesa e poi dal Ministro dello Sviluppo Economico!) faceva acqua da tutte le parti a partire dalla incorporazione di Air One che era messa peggio della stessa Alitalia.

E Telecom? Dopo essere stata spolpata da Colannino (lo stesso di Alitalia) e' stata definitivamente affondata con l'aiuto delle solite banche che ora per rientrare delle linee di fido non vedono l'ora di venderla e di farne uno spezzatino.

Prima di rilasciare dichiarazioni fantasiose sulla "crescita" il governo dovrebbe dirci quanto possa essere sostenibile uno sviluppo senza poli industriali e di servizi che possano investire in innovazione seguendo i trend internazionali. Quanto possono reggere piccole e medie imprese senza avere commesse interne che indichino i trend di cambiamento nei prodotti e nei servizi? E soprattutto: se i maggiori committenti sono all'estero, perche' imprenditori e ricercatori dovrebbero rimanere in un paese con politici incompetenti e tassazione altissima?

mllmgl auto26 ferrari 750 monza 1955

Aspettiamo una risposta dal Ministero dell'Economia e dall'Istat sperando che questa volta siano d'accordo almeno sulle palle da raccontarci.

 

 

alfa romeo
CARLO DE BENEDETTI ROBERTO COLANINNO FOTO LAPRESSE
Corrado Passera