“COPRIVO GLI AFFARI SPORCHI DI TRUMP” – L’EX AVVOCATO DEL PRESIDENTE USA, MICHEAL COHEN, È STATO CONDANNATO A 3 ANNI DI CARCERE. TRA I REATI CONTESTATI, OLTRE ALL'AVER MENTITO AL CONGRESSO, ANCHE IL POSSIBILE AFFARE DI TRUMP A MOSCA E L’AVER COMPRATO IL SILENZIO DI DUE DONNE CHE SOSTENEVANO DI ESSERE STATE AMANTI DI “THE DONALD” – COHEN HA AMMESSO LA COLPA E HA ACCUSATO IL SUO EX ASSISTITO

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Da www.rainews.it

 

Michael Cohen

L'ex avvocato di Donald Trump Michael Cohen è stato condannato da un giudice federale di York a tre anni di carcere per vari reati, tra cui l'aver mentito al Congresso su un possibile affare immobiliare di Trump a Mosca e l'aver comprato il silenzio di due donne che sostenevano di essere state amanti del presidente durante la campagna elettorale del 2016.

 

"Coprivo gli affari sporchi di Trump"

Chiedendo la clemenza della corte nell'aula del processo prima della sentenza, l'avvocato ha detto di essere colpevole dei reati di cui è imputato, "compresi quelli che implicano il presidente degli Stati Uniti". "Era mio compito coprire il suoi affari sporchi" ha aggiunto Cohen.

Michael Cohen

 

I pagamenti

I legali del 52enne Cohen avevano chiesto al giudice distrettuale William H. Pauley III di non fargli scontare una pena in carcere dopo che si è dichiarato colpevole di evasione fiscale, false dichiarazioni a istituti finanziari, contributi elettorali illegali e false dichiarazioni al Congresso.

 

Michael Cohen e Trump

Tra le accuse nei confronti di Cohen, i pagamenti a due donne, la pornostar Stormy Daniels e la modella di Playboy Karen McDougal, che in campagna elettorale volevano rivelare le loro presunte storie di sesso con il candidato presidente. Trump nei giorni scorsi ha minimizzato l'importanza dei pagamenti dicendo che si trattava di "semplici transazioni private" definite "erroneamente" contributi alla sua campagna.

PROGETTO TRUMP TOWER MOSCA 1

 

Il giudice: Trump sapeva e dirigeva Il giudice distrettuale americano William Pauley III ha precisato, nella sentenza di condanna di Cohen, che questi ha ammesso di aver effettuato i versamenti illegali "in coordinamento e sotto la direzione di Individuo uno" (la formula impiegata nell'indagine per indicare il presidente americano).

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