UN “DIBBA” PER TUTTE LE STAGIONI - I DURI E PURI DEL M5S LO VORREBBERO MINISTRO DEGLI ESTERI AL POSTO DI MOAVERO MA LUIGINO DI MAIO SOGNA DI SPEDIRLO A BRUXELLES COME COMMISSARIO EUROPEO (E TOGLIERSELO DALLE PALLE) - MA QUEL POSTO SERVE A SALVINI, MAGARI PER FARE LA STESSA OPERAZIONE CON ZAIA…

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di maio di battista gilet gialli

Marco Conti per “il Messaggero

 

L'ala Maduro del M5S ha messo il colpo in canna. Attende la riunione di Montevideo del gruppo di contatto sul Venezuela e il dibattito in Aula del Senato per decidere se aprire o meno il fuoco nei confronti del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. L'insofferenza dell' ala chavista e terzomondista nei confronti del titolare della Farnesina è forte e, sostengono, «l'elenco dei rimproveri lungo e articolato».

alessandro di battista e luigi di maio 1

 

Scaduto l'ultimatum a Nicolas Maduro gran parte dell' Europa ha riconosciuto Jaun Guaidò presidente ad interim del Venezuela. Ma non l'Italia che continua a stare alla finestra professando una «neutralità» che poco piace al Quirinale e al ministro degli Esteri che fatica non poco nel tenere l'Italia il più possibile vicino al resto dell' Europa.

 

«Ora che Maduro ha assunto una posizione estremista contro il ritorno alle urne sarà più facile trovare un'intesa», profetizzava ieri l' altro l'eurodeputato della Lega Mario Borghezio. Un auspicio che rischia di infrangersi sulla mozione che martedì prossimo la maggioranza dovrebbe votare per evitare di andare in ordine sparso proprio in politica estera.

 

enzo moavero milanesi

Ai grillini il no di Maduro a nuove elezioni non basta e si aspettano che in aula il ministro degli Esteri rilanci la posizione neutrale dell' Italia che, in attesa degli eventi, non dovrà riconoscere Guaidò. Tantomeno il premier Conte non dovrà interloquire direttamente con il presidente ad interim come invece lunedì al Viminale farà Salvini ricevendo una delegazioni di venezuelani.

 

la ministra elisabetta trenta (2)

Niente endorsement, quindi, come vuole la linea imposta da Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano. Ma è proprio all'«influencer», come lo definisce l' azzurra Anna Maria Bernini, che l'ala Maduro del Movimento pensa come possibile ministro degli Esteri al posto di Moavero. Obiettivo tenere Di Battista nel governo, e nella maggioranza, anche dopo le elezioni di maggio quando invece il Dibba pensa di salire su un altro aereo per un nuovo tour.

 

Stavolta a cercare di trattenere il Dibba non è solo l' ala sinistra del M5S, che sembra aver ritrovato nuovo coraggio dopo le ultime sortite dell' ex deputato, ma lo stesso Luigi DI Maio che a lui pensa come possibile commissario europeo. Una sorta di guastatore da mandare a Bruxelles con il compito di far valere - a modo suo - le ragioni dell' Italia e, soprattutto, del M5S. Il cantiere delle alleanze grillini in Europa procede con molta fatica e altrettanti no. Il rischio, per i Cinquestelle, è quello di ritrovarsi, dopo le elezioni europee, alla guida di un gruppo al quale conferiranno il maggior numero di eurodeputati, ma incapace di avere un peso a Bruxelles come a Strasburgo.

 

alessandro di battista a porta a porta 11

Piazzare il Dibba, dopo veloce training alla Farnesina, significherebbe per il Movimento avere una carta importante da giocare per i prossimi cinque anni. Il ministro Moavero - al quale nel Movimento addebitano anche il recente diverbio con la ministra della Difesa Elisabetta Trenta sul possibile e rapido rientro dei soldati italiani dall' Afghanistan - è quindi atteso alla prova di martedì quando in aula dovrà spiegare la linea italiana sul Venezuela.

 

Dalla sua continua ad avere il sostegno del Quirinale con Sergio Mattarella - con il quale ieri era in Angola - che nei giorni scorsi proprio sulla crisi venezuelana ha chiesto al governo uno scatto in grado di non isolare l'Italia dall' Europa e dalla linea condivisa anche da Washington. L'ala-Maduro del M5S non ha nessuna intenzione di allineare l'Italia alla posizione di Francia, Germania, Regno Unito. Salvo possibili mediazioni di Conte, l'affondo contro il titolare della Farnesina.

 

alessandro di battista a porta a porta 2

Promuovere il Dibba, puntando al posto di commissario europeo, avrebbe per i pentastallati però anche un altro obiettivo. Ovvero sbarrare la strada alla tentazione di Matteo Salvini di lasciare il ministero per la Commissione Ue. Nel gioco di sospetti tra alleati-coltelli, c' è anche la convinzione grillina che il leader del Carroccio, dopo aver fatto il pieno alle elezioni europee, intenda prendere le distanze dal governo un po' come Savona. Una sorta di disimpegno-controllato, con la Lega ancora alleata del M5S, ma il suo leader con tutti e due i piedi a Bruxelles.