“LASCERÒ L'ITALIA IN OTTIME MANI E NELLE MIGLIORI CONDIZIONI” - OSPITE DELLA FONDAZIONE EINAUDI A TORINO, MATTARELLA RIBADISCE IL CONCETTO: NON INTENDE FARSI CARICO DI UN MANDATO BIS: “NEL PAESE ABBIAMO TANTE RISORSE AUTOREVOLI E PRESTIGIOSE” - E QUANDO IL PRESIDENTE E’ STATO INVITATO A RESTARE AL QUIRINALE (“RIMANI, RIMANI, RIMANI”), HA RISPOSTO CON CITAZIONE BIBLICA: “PER OGNI COSA C'È IL SUO MOMENTO. E SE C'È IL TEMPO PER SEMINARE E PER RACCOGLIERE IL MIO TEMPO È DI ANDARE”

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Maurizio Tropeano per “la Stampa”

 

MATTARELLA CIRIO LO RUSSO

Nella sede della Fondazione Einaudi il ministro dell'Economia, Daniele Franco si appresa a tenere una lezione magistrale per ricordare Luigi Einaudi, il secondo presidente della Repubblica italiana. Sono le quattro del pomeriggio ed è l'ultimo appuntamento della visita di Sergio Mattarella a Torino. In quelle sette ore di incontri il Capo dello Stato ha ricevuto attestati di stima e di ringraziamento per il suo settennato al Quirinale.

 

E succede anche lì. Il Presidente ringrazia e, nello stesso tempo, rassicura: «Nel Paese abbiamo tante risorse autorevoli e prestigiose. Lascerò l'Italia in ottime mani e nelle migliori condizioni». Certo non ignora l'evolversi della pandemia: è vero che c'è la quarta ondata ma per fronteggiarla abbiamo agito per tempo e con determinazione. Oggi siamo in condizioni migliori rispetto agli altri.

SERGIO MATTARELLA A TORINO

 

 E per il presidente della Repubblica il «merito è degli italiani» che hanno reagito con grande senso di responsabilità alla pandemia. Le parole di Mattarella chiudono per ora la possibilità di una sua conferma al Colle, sollecitata anche ieri a Torino da chi non fa politica. «Se per caso tu avessi bisogno di qualche consiglio, noi ne abbiamo uno molto importante che migliaia e migliaia di persone ci hanno detto», aveva detto nella mattinata Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig nella cerimonia d'inaugurazione di un impianto sportivo. Via Carmagnola è a meno di un chilometro da quel confine invisibile che divide il centro della città da Borgo Dora e Aurora.

 

ALBERTO CIRIO - SERGIO MATTARELLA - STEFANO LO RUSSO

Non è periferia ma è un quartiere dove è forte la presenza di cittadini stranieri. Ci sono l'anagrafe e la sede della circoscrizione ma dietro corso Vercelli è una terra di nessuno, piena di aree industriali dismesse e abbandonate. In questa via, in soli dieci mesi, è stato ha costruito un palazzetto dello Sport da 420 posti per le attività di tante ragazze e ragazzi del quartiere. Ieri mattina è arrivato Mattarella per l'inaugurazione. C'è uno stretto rapporto tra il Presidente e il fondatore del Servizio missionario giovani.

 

E forse è anche proprio per questo legame che Olivero, accogliendolo con le autorità civili e militari che lo accompagnano, lo esorta: «Rimani, rimani, rimani». Chi ha assistito allo scambio di battute rivela che Mattarella ha scelto di rispondere con una citazione del Qoelet nella Bibbia: «Per ogni cosa c'è il suo momento». E se c'è il tempo per seminare e per raccogliere il «mio tempo è di andare».

 

SERGIO MATTARELLA A TORINO

Ma adesso che è ancora in carica, intervenendo di fronte ai ragazzi e ai volontari, esalta il lavoro svolto in questo quartiere dal Sermig, indicandolo come un modello per il paese: «Le cose impossibili sono in realtà possibili. Le cose che appaiono impossibili non lo sono. Sono possibili purché vi sia iniziativa, fiducia, affidamento alla solidarietà».

 

Negli altri appuntamenti torinesi - dove è sempre stato accompagnato dal presidente della Regione Alberto Cirio, e dal sindaco di Torino, Stefano lo Russo anche nella visita al Museo del Risorgimento a palazzo Carignano, sede del primo Parlamento del regno d'Italia - il Presidente ha sempre ascoltato anche se non ha rinunciato a mandare altri messaggi politici. Lo ha fatto, ad esempio, quando ha chiesto al prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, di andare ad ascoltare una delegazione degli operai ex Embraco che lo aspettavano davanti alla sede del Sermig.

SERGIO MATTARELLA A TORINO

 

I lavoratori hanno consegnato una lettera che racconta la loro storia: «Noi non vogliamo assistenza ma solo tornare al lavoro. Aspettiamo di essere convocati al Mise. Può dire per favore al presidente Mattarella di parlare con Draghi?». Già, Draghi. Il premier ha inviato un saluto al seminario organizzato per ricordare i 190 anni dalla nascita del Consiglio di Stato e i 50 dall'istituzione dei Tribunali Amministrativi regionali che si sta svolgendo al teatro Carignano.

 

Ed è un messaggio che esalta il gioco di squadra: «La ripresa di un Paese, più che mai in questo delicato momento, poggia sulla collaborazione e sullo sforzo sinergico di tutti i poteri e le istituzioni che devono essere in grado di accompagnare l'evoluzione della società, rispondendo alle esigenze di rilancio dell'economia, senza prescindere dalla necessaria considerazione delle istanze di equità sociale e di tutela dei diritti e degli interessi legittimi».

 

E Filippo Patroni Griffi, presidente del Consiglio di Stato, affronta un'altra questione: «È giunto il momento di rimeditare la realtà dell'autogoverno, non certo per questionarne la valenza costituzionale, ma semmai per porre rimedio a evidenti degenerazioni del suo funzionamento e per ricondurlo a una logica istituzionale che lo sottragga a quella sindacale e corporativa». Problemi di cui si occuperà il nuovo capo dello Stato che diventerà anche presidente del Csm.