“NON TUTELEREMO NESSUN BANCHIERE” - CONTE MOSTRA LA POCHETTE DI FERRO DOPO IL COMMISSARIAMENTO DELLA BANCA POPOLARE:  - SALVINI LANCIA L’IDEA DI UN COMITATO DI SALVEZZA NAZIONALE PER EVITARE CHE IL PAESE, FRA CRISI BANCARIE E INDUSTRIALI, SPROFONDI NEL BARATRO: “E' UN MOMENTO DRAMMATICO IN CUI TUTTI DOVREBBERO SMETTERLA DI FAR POLEMICA. SE SALTA LA POPOLARE DI BARI E CON I LICENZIAMENTI ALL’ILVA RISCHIA DI SALTARE UN’INTERA REGIONE E CON LEI L’ITALIA…”

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1 - BANCA POPOLARE DI BARI COMMISSARIATA, CONTE: «NON TUTELEREMO NESSUN BANCHIERE»

Da www.corriere.it

 

conte salvini

«Non tuteleremo nessun banchiere». Lo dice il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa sui primi 100 giorni di Governo nella Sanità rispondendo ad una domanda sulla crisi della Popolare di Bari. «Lo possiamo dire: tutti i risparmiatori di Bari e dintorni devono stare assolutamente tranquilli - aggiunge il premier - Siamo un po’ vivaci, ma siamo tutti responsabili e perseguiremo l’obiettivo in massima sicurezza». E sulle polemiche con Renzi, non c’è «nessuna tensione - assicura Conte - abbiamo chiarito, con Marattin ci siamo anche sentiti a telefono, gli obiettivi sono condivisi», assicura il premier.

 

In Consiglio dei ministri

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Quanto ai prossimi passi, «ci sarà una convocazione» del Cdm «a breve. Ieri abbiamo fissato gli obiettivi che vogliamo conseguire in tempi rapidi, secondo un disegno di politica coerente che avevamo in parte già impostato, non è che improvvisiamo».

 

«Una banca del Sud»

Conte parla anche dei meccanismi di intervento: si utilizzerà «uno strumento che è nella pancia di Invitalia, Mediocredito Centrale. Cerchiamo di fare di necessità virtù. Assicureremo a Mediocredito centrale le necessarie risorse per poi, con un fondo interbancario, intervenire per rilanciare la Pop Bari. Avremo una sorta di Banca del Sud degli investimenti a partecipazione pubblica».

 

2 - SALVINI: «MOMENTO DRAMMATICO, SERVE UN COMITATO DI SALVEZZA NAZIONALE. STOP ALLE POLEMICHE»

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Cesare Zapperi per www.corriere.it

 

Basta attacchi, basta opposizione dura e pura. A sorpresa, Matteo Salvini ribalta il tavolo e lancia l’idea di un Comitato di salvezza nazionale per evitare che il Paese, fra crisi bancarie e industriali, sprofondi nel baratro.

 

«Stiamo vivendo un momento drammatico in cui tutti dovrebbero fermarsi, smetterla di far polemica. Chiediamo di sedersi tutti intorno a un tavolo a riflettere sui rischi che l’Italia sta vivendo. Se rischia di saltare una banca come la popolare di Bari e con i licenziamenti all’Ilva rischia di saltare un’intera Regione e con lei l’Italia» spiega il segretario della Lega parlando al No Tax Day di Milano. «Non penso sia più il momento della polemica — spiega —. Faccio un appello a tutti quelli che hanno a cuore il futuro dell’Italia, fermatevi, fermiamoci. Sediamoci attorno a un tavolo. Scegliamo alcuni interventi urgenti comuni, ridisegniamo le regole, salviamo il Paese che altrimenti rischia di affondare».

 

«Un Paese a pezzi»

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Il tutto non a tempo illimitato. Per il segretario del Carroccio va anche rifatta al più presto la legge elettorale per tornare al voto al più presto. Il rilancio di Salvini è spiazzante. Qualcuno vi intravede il tentativo di uscire dall’angolo di fronte alla sensazione che le elezioni anticipate a cui mira non arriveranno a breve (qui il retroscena di Francesco Verderami su questo punto: «Più che un gruppo, c’è un intero Parlamento di “responsabili”»).

 

C’è chi la considera una mossa da spregiudicato giocatore di poker. Lui non se ne cura e accelera. «Conte, se è un vero avvocato del popolo, lunedì convochi tutti a Roma. Ci mettiamo intorno ad un tavolo e vediamo di trovare le soluzioni per salvare il Paese». L’ex ministro parla dell’ex Ilva, della Popolare di Bari, di una grande opera pubblica da realizzare, di assunzione di medici. «Lasciamo perdere attacchi, insulti e querele. A noi converrebbe stare a guardare, ma il rischio è di raccogliere un Paese a pezzi». (A condividere questa prospettiva è anche l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: in un pezzo dello scorso novembre, Francesco Verderami dava conto del suo dialogo con Pd e 5 Stelle, perché «Non si governa sulle macerie»).

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Il caso della Popolare di Bari

La Banca popolare di Bari (3300 dipendenti, 70 mila soci) è in crisi, e il Consiglio dei ministri ha deliberato sabato il via libera a un salvataggio con una sorta di «nazionalizzazione parziale» (con l’intervendo della banca pubblica Mediocredito centrale (mcc) e del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Su questa decisione del governo c’è stata una protesta, poi rientrata, di Italia Viva, il partito fondato da Matteo Renzi, che ha accusato i 5 Stelle di essere ipocriti. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha poi spiegato che il salvataggio non prevede la tutela di «alcun banchiere», ma quella dei risparmiatori, e che con Italia Viva (che fa parte della sua maggioranza) tutto è stato chiarito.