“PUTIN È UN ENIGMA CHE QUI FATICHIAMO A PENETRARE” - NICOLAI LILIN RACCONTA “MAD VLAD”: “È UN RESHALA, SI DIREBBE NEL GERGO CRIMINALE: UNO CHE RISOLVE PROBLEMI E RIPORTA L’ILLUSIONE DELL’ORDINE. È CRESCIUTO NEL VICOLO BASKOV DI LENINGRADO, LÌ DOVEVI LOTTARE. PICCHIARE CHI TI AVEVA OFFESO PERCHÉ SENNO PICCHIAVA TE. È PIÙ BASSO, NON HA IL FISICO, DEVE AGGIUNGERE UNO SFORZO MENTALE, DEVE DECIDERLO: PERCHÉ O È LEADER O NON È NESSUNO” - “IL PUNTO DEBOLE? I GIOVANI: NON LO CAPISCONO E LUI NON LI CAPISCE” - LA MINACCIA AI TERRORISTI CECENI CHE FECE FURORE: “LI AMMAZZEREMO ANCHE NEL CESSO”

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Raffaela Carretta per “Oggi”

 

NICOLAI LILIN A L'ARIA CHE TIRA

Che significano questi tatuaggi? Nicolai Lilin copre il dorso delle mani dove si allungano magnifiche arborescenze nere: «Parlarne sarebbe come mettersi a nudo». A 42 anni, 16 dei quali passati in Italia, il maestro tatuatore che ha scritto romanzi di culto come Educazione siberiana conserva un suo residuo esotico, un alone d'indecifrabile fissità nello sguardo, forse per le troppe cose viste da quando è nato in Transnistria, regione moldava un tempo parte dell'impero sovietico.

NICOLAI LILIN - PUTIN, L'ULTIMO ZAR

 

Con l'inizio della guerra in Ucraina è stato ripubblicato con una nuova prefazione Putin - L'ultimo zar (Piemme, 218 pagine, 13 euro), documentata biografia dell'uomo che l'ha scatenata: «Un enigma che qui fatichiamo a penetrare. Come una chiave che non s'incastra nella serratura».

 

Aggiustando la chiave qual è il dettaglio fondamentale?

«Non arriva dalla nomenklatura sovietica, i suoi bisnonni erano servi della gleba. Conosce le periferie del Paese dove vive il 70 per cento della popolazione. È cresciuto nel vicolo Baskov di Leningrado, lì dovevi lottare. Picchiare chi ti aveva offeso perché senno picchiava te».

 

L'apprendistato di tanti, perché per lui è così utile?

«Perché capisce meglio le regole: la lealtà verso il tuo gruppo, la freddezza, il silenzio di cui ha bisogno il potere. È più basso, non ha il fisico, deve aggiungere uno sforzo mentale, deve deciderlo: perché o è leader o non è nessuno. Infatti già da bambino sogna di entrare nel Kgb».

 

Che qualità inette in campo?

nicolai lilin

«Diventa curatore degli agenti esterni: uno che per allargare la rete delle spie recluta persone qualunque. Occorre essere un abile psicologo: devi capirne la struttura mentale, cogliere i punti deboli, rimodulare l'offerta. Putin lavora in Germania Est: coltiva rapporti con i terroristi dell'Ovest in lotta contro il capitalismo. E soprattutto, con la criminalità organizzata, due realtà strettamente connesse».

 

Che traccia rimane della spia nella sua attività politica?

«Il Putin pubblico esordisce nel 1991 quando l'Urss collassa. Di ritorno da Dresda, vive in una casa di 27 metri quadri, non ha soldi. Anatoly Sobchak, sindaco di San Pietroburgo, lo chiama per curare i rapporti con la nuova élite democratica: ovvero oligarchi e delinquenti.

 

Lo stesso lavoro nel Kgb. L'oligarca è chi sa il costo delle cose: materie prime e fabbriche, perché viene dalla struttura statale. La criminalità sa come venderle, magari in Occidente. Si spartiscono il Paese e diventano miliardari».

 

putin kgb

Ma la conquista delle masse?

«Va capita una cosa: l'apocalisse degli anni Novanta. Il sistema che per settant'anni ha dato sicurezza è liquefatto. La classe media è annichilita. Non esiste legalità. Putin è un reshala, si direbbe nel gergo criminale: uno che risolve problemi e riporta almeno l'illusione dell'ordine. Nel 1999 la sua minaccia ai terroristi ceceni fa furore: "Li ammazzeremo anche nel cesso"».

 

Solo ordine contro disordine?

vladimir putin

«No, è uno che risponde di quello che fa. Le cito un episodio. Quando il 12 agosto del 2000 affonda il sottomarino nucleare Kursk e muoiono 107 marinai, lui decide di entrare nella gabbia dei leoni: incontra i familiari, inferociti col governo che non ha fatto abbastanza. Loro sono pronti a strapparne la carne a pezzi. E invece: li fissa negli occhi, uno a uno. Lo sguardo non vaga nell'aria, non si rifugia sul pavimento. Merita l'Oscar, esce tra gli applausi».

 

Punti deboli?

 «I giovani che non hanno vissuto lo sfascio sovietico: non lo capiscono e lui non li capisce. Detesta internet, legge su carta, appartiene al passato».

 

Che idea si è fatto della sua sfera privata?

MANIFESTAZIONE CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA A ROMA

«Da scrittore preferisco immaginarla, perché si sa poco: la fIne del matrimonio con Ljudmila e le due figlie protette dal segreto, poi la storia con Mina Kabaeva, ex olimpionica di ginnastica, madre degli ultimi figli, che sta a Lugano. Credo che Putin sia un personaggio da tragedia greca. Una specie di Minotauro. Nel corso del tempo non riuscivano più a coesistergli dentro il pubblico e il privato, la bestia e l'umano. Uno dei due doveva prevalere: il Minotauro ha preso possesso. E ora si aggira nel suo labirinto».

vladimir putin agente del kgb
vladimir putin alina kabaeva
VLADIMIR PUTIN
LA VIA DIPLOMATICA - VIGNETTA DI ALTAN
FOTO DI FAMIGLIA DI VLADIMIR PUTIN CON LE FIGLIE KATERINA TIKHONOVA E MARIA VORONTSOVA
nicolai lilin in rianimazione
nicolai lilin 7
putin
il rapporto del kgb su vladimir putin
nicolai lilin in rianimazione