“C’È UNA QUESTIONE MORALE TRA NOI” - RIVOLTA DELLE TOGHE MILANESI CHE NON HANNO DIGERITO LE NOTIZIE DI CENE, INCONTRI, INCIUCI, FINALIZZATI ALLE NOMINE. PERCIÒ SCRIVONO, INDIGNATI: “QUESTE CONDOTTE SUGGERISCONO L’IDEA DI UNA MAGISTRATURA CORROTTA, VICINA, SE NON PARTE, DI CENTRI DI POTERE OCCULTI, CHE PRETENDONO DI PIANIFICARE DALL’ESTERNO LE NOMINE”

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Francesco Grignetti per La Stampa.it

 

PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MILANO

La rabbia che montava dentro la magistratura italiana è esplosa. E così a Milano c’è stata un’assemblea spontanea che s’è conclusa con un documento durissimo: «Non nel nostro nome. C’è una questione morale tra noi».

 

I magistrati milanesi non hanno digerito le notizie di cene, incontri, inciuci, finalizzati alle nomine. Per di più emergono accordi impropri tra magistrati non più eletti al Csm e uomini politici, tra cui il dem Luca Lotti che è imputato a Roma. Perciò scrivono, indignati: «Queste condotte suggeriscono l’idea di una magistratura corrotta, vicina, se non parte, di centri di potere occulti, che pretendono di pianificare dall’esterno le nomine».

 

ermini eletto vicepresidente del csm 1

Il documento delle toghe milanesi si conclude con un terribile: «I magistrati non abbiano alcun rapporto con centri occulti di potere politico o affaristico, da chiunque rappresentati. Per salvaguardare le istituzioni, i consiglieri che sono o dovessero risultare coinvolti diano immediatamente le dimissioni».

 

Consiglio Superiore della Magistratura

L’intervista concessa a questo giornale dal presidente dell’Anm, Pasquale Grasso, non ha contribuito a rasserenare gli animi, anzi. Tanto che il vicepresidente Luca Poniz (della corrente dei magistrati progressisti Area) ne prende clamorosamente le distanze: «L’intervista - dice - vede molti di noi su posizioni radicalmente diverse perché esclude che vi sia uno scandalo nei fatti accaduti».

 

alfonso bonafede giovanni legnini

Parlando degli incontri tra consiglieri del Csm e rappresentanti del potere legislativo in un contesto del tutto estraneo da quello istituzionale, «queste relazioni fanno scandalo, eccome, proprio perché contraddicono il sistema fisiologico di rapporti tra la magistratura e il potere legislativo delineato dalla Costituzione».

 

pasquale grasso anm 2

Aggiunge Poniz: «Sono relazioni che alterano il funzionamento di un organo di rilevanza costituzionale ed è in questo lo scandalo che molti di noi vedono. Il richiamo che si fa all’interlocuzione istituzionale mentre è ovvio dal punto di vista dei componenti del Csm, è del tutto sbagliato rispetto a quello che sta accadendo. È la negazione del meccanismo istituzionale. Non vedo solo un problema di relazioni inappropriate che coinvolgono soggetti che non hanno titolo per occuparsi della materia consiliare e che evidentemente la vogliono condizionare. È questo che giustifica lo sconcerto della totalità dei magistrati con cui sto parlando in queste ore». Con Grasso, Poniz concorda naturalmente sulla «necessità di difendere l’indipendenza della magistratura: ma questo si fa stigmatizzando con forza condotte che minano dall’interno l’indipendenza».

luca palamara 5

 

Il presidente Pasquale Grasso, resosi conto della frattura, ha provato a chiarire: «Quando parlo dei rapporti dei consiglieri con la politica, intendo e ho inteso quelli nel Csm, dove sono fisiologici. Occorre recuperare la centralità decisoria e di confronto del Consiglio. Quando dico recuperare, per non essere ipocrita, prendo atto del fatto che questa centralità nel corso degli anni si è persa, indipendentemente dalla inesistenza di condotte illecite».

 

lotti in senato per la mozione di sfiducia 3

Ai suoi critici, è sembrato che minimizzasse i fatti. Perciò conclude: «Comunque altro paio di maniche è costituito dalla ipotesi di cene, discussioni, accordi con la presenza di imputati. Evenienza del tutto inammissibile. L’Anm è la casa dei giudici di tutti i giorni, e non può fare da balia a chi non ha bene inteso i limiti del proprio compito di autogoverno. Senza furia iconoclasta, serve una nuova centralità del Consiglio: calendario rigido per la trattazione dei direttivi in base alla scopertura dei posti; pubblicità dei curriculum e dei programmi dei candidati».