‘’LACERATI DALLA SMANIA DI ANDARE AL GOVERNO A TUTTI I COSTI"” - PARLA ALDO GIANNULI, IL PROF VICINO A CASALEGGIO PADRE: ‘’IL VERO PUNTO DI SVOLTA C'È STATO CON LA MORTE DI CASALEGGIO. CON LUI È SCOMPARSO L'UNICO PENSIERO POLITICO DEI 5S - SE AL VOTO I 5S ANDASSERO MALE, IL PARTITO DIVENTEREBBE UNA BOLGIA INDEMONIATA E FICO POTREBBE PRENDERE IN MANO LE REDINI - SE I 5S BLOCCANO LA TAV, IL RISCHIO DELLA CRISI DI GOVERNO È DIETRO L'ANGOLO. PER DI MAIO NON C'È UNA VIA D'USCITA INDOLORE”

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Federico Capurso per “la Stampa”

 

aldo giannuli m5s

«Il Movimento non era pronto a governare». Ne è convinto lo storico Aldo Giannuli,che dopo essere stato un sostenitore del M5S e aver collaborato con il blog di Beppe Grillo, ha deciso di prenderne le distanze alla vigilia della formazione dell' esecutivo. Colpa di quella «smania di andare al governo a tutti i costi», sostiene Giannuli, che ha portato Di Maio a «derogare alle regole, abbandonare tante battaglie, dilaniare il partito».

ROBERTO FICO - GIULIA SARTI - LUIGI DI MAIO

 

È stato il passaggio dall' opposizione al governo a cambiare il Movimento?

«Il vero punto di svolta c' è stato con la morte di Gianroberto Casaleggio. Con lui è scomparso l'unico pensiero politico dei Cinque stelle. Da allora sono andati avanti sull' onda del successo originario, ma la spinta mi sembra esaurita».

 

La corrente ortodossa chiede un ritorno ai valori originari del M5S. Crede che una scissione sia possibile?

«È plausibile. Ed è ragionevole pensare che sia il presidente della Camera Roberto Fico a guidarla, ma credo anche che fino all' ultimo cercherà di evitarla. Non penso, comunque, che una scissione arriverà prima delle Europee».

dario fo gianroberto casaleggio

 

Per quale motivo le Europee?

«Per una questione di tempismo. Se si arrivasse alla scissione prima del voto, Fico non riuscirebbe a portar via nemmeno il 10 per cento dei consensi a Di Maio. Se invece al voto i Cinque stelle andassero male, come prospettano i sondaggi, allora il partito diventerebbe una bolgia indemoniata e Fico potrebbe prendere in mano le redini del carro principale».

beppe grillo gianroberto casaleggio

 

Quale sarebbe un risultato negativo?

«Andare sotto il 21 per cento. È il risultato delle scorse Europee, il più basso mai ottenuto a livello nazionale. Vorrebbe dire aver perso tutto quello che si era costruito in questi anni».

 

Basterebbe questo a rendere la scissione inevitabile?

GIANROBERTO E DAVIDE CASALEGGIO A ROMA

«Sarebbe necessario anche un altro voltafaccia. Dopo la Tap e l' Ilva, adesso è il turno della Tav. Se anche su questo dossier si sdraiano sulla Lega, è destinata a crearsi una spaccatura interna violenta. Difficile persino rinviare la resa dei conti a dopo le Europee, con Grillo e Di Battista sul piede di guerra. Se invece puntano i piedi e bloccano l' opera, il rischio della crisi di governo è dietro l' angolo. Insomma, per Di Maio non c' è una via d' uscita indolore».

DI MAIO DI BATTISTA GRILLO FICO

 

Ha ragione chi dice che la Lega sta snaturando il M5S?

«È un elemento che pesa. Ma insisto: è il voler restare al governo a tutti i costi a sconquassare il Movimento. La vicenda del voto che ha salvato Salvini dal processo ne è un esempio lampante. Chiediamoci cosa sarebbe successo se al posto dell' alleato di governo ci fosse stato l' ex ministro degli Interni del Pd, Marco Minniti, e loro fossero stati ancora all' opposizione».

 

GIANROBERTO CASALEGGIO FOTO WIRED

Cosa sarebbe successo?

«Secondo lei avrebbero fatto lo stesso raffinato ragionamento che hanno portato in Giunta? Se li immagina, tre anni fa, a dire che "non si parla dell' immunità parlamentare del '68, ma della fattispecie del '92"? Ma figuriamoci.

Avrebbero votato per la pena di morte e mandato il ministro alla fucilazione nel cortile. E invece, ora che sono al governo, si devono inventare capriole logiche che non stanno in piedi da nessuna parte».

 

Il partito di Casaleggio padre avrebbe preso altre strade?

«Non lo posso dire. Ma quel Movimento era un Movimento di protesta, di opinione e antisistema, profondamente diverso da quello attuale».

 

LUIGI DI MAIO E LA TAV

Come vede il Movimento guidato da Di Maio?

«Se mi passa l' espressione, è un partito di tipo giolittiano: liberale, prefascista, e in cui c' è una casta di notabili, eletti in Parlamento, che non risponde a nessuno, se non al leader che decide tutto. Se le condizioni continuano ad essere queste, la scissione può essere anticipata da una deflagrazione interna».

 

Non sta esagerando?

«Il Movimento non è un partito organizzato, come la Lega. È uno stato d' animo. E gli stati d' animo sono incontrollabili».

beppe grillo no tav
CHIARA APPENDINO LUIGI DI MAIO NO TAV