MA CHE SORPRESA: RENZI NON RISPETTA I PATTI! – “ITALIA VIVA” VOTA CON IL CENTRODESTRA IN COMMISSIONE E BLOCCA LA CALENDARIZZAZIONE DELLA LEGGE ELETTORALE – L’ACCORDO ERA STATO SIGLATO A GENNAIO PER IL PROPORZIONALE CON SBARRAMENTO AL 5%, MA RENZI HA CAMBIATO IDEA (AVRÀ VISTO I SONDAGGI CHE DANNO IL SUO PARTITO AL MASSIMO AL 3%) –  ZINGARETTI MEDITA VENDETTA: IL PD POTREBBE SPINGERE PER IL "SISTEMA SPAGNOLO", E A QUEL PUNTO "ITALIA VIVA" SAREBBE ANCORA PIÙ FUORI DAI GIOCHI

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1 – RENZI E LA LEGGE ELETTORALE

Estratto dell’articolo di Carlo Bertini per “la Stampa” – da “Anteprima. La spremuta di giornali di Giorgio Dell’Arti”

renzi zingaretti

 

«Il 9 gennaio scorso il Pd aveva stretto un accordo con 5Stelle e Italia Viva su una legge proporzionale con soglia di sbarramento al 5% che doveva sostituire il famigerato Rosatellum.

 

Renzi però ha già detto che no, non vuole più saperne del proporzionale e ha rilanciato la sua antica passione per la legge dei sindaci, maggioritaria e a doppio turno. Dove la sera si sa chi ha vinto e chi governerà.

 

zingaretti renzi

Ed ecco la minaccia di Zingaretti: se Renzi non rispetterà l’accordo stipulato a suo tempo per bilanciare gli effetti del referendum sul taglio dei parlamentari, il Pd andrà a cercarsi in casa delle opposizioni i voti per un altro tipo di legge elettorale.

 

Quella più temuta da Renzi, ovvero il cosiddetto “sistema spagnolo”, costruito su sfide in collegi piccoli, che alla fine tendono a premiare i partiti maggiori a scapito dei minori»

renzi madia delrio boschi picierno

 

2 – STOP AL GERMANICUM IN COMMISSIONE. DEM E 5 STELLE ALL'ATTACCO: TRADITI I PATTI

Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”

 

A sera Nicola Zingaretti è ancora «sorpreso» dall'atteggiamento di Italia Viva sulla legge elettorale. Eccolo allora materializzarsi negli studi di Rete4 e ammettere: «Mi dispiace ma Iv ha tradito un patto. Per noi e il governo non cambia nulla ma i confini della maggioranza per questo testo di legge non esistono più, discuteremo con tutti per cambiare una pessima legge».

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

È un'altra lunga giornata di bagarre sulla riforma del sistema di voto. Con tanto di rottura dei renziani che per ben due volte si schierano con il centrodestra e fanno saltare i piani alla maggioranza. Il primo tempo inizia alle 14 quando si riunisce la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. In quella sede il pd Graziano Delrio chiede che la riforma elettorale sia calendarizzata in aula il 3 agosto.

 

Nulla da fare: Pd, Cinquestelle e Leu non hanno i numeri. A questo punto lo scontro si trasferisce nell'Ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali. Qui la scena si ripete. Pd, M5S e Leu propongono la calendarizzazione in commissione per lunedì prossimo del testo base, il Germanicum. Ma anche questa volta Iv dichiara la sua contrarietà insieme a tutto il centrodestra e al gruppo Misto.

 

matteo renzi andrea orlando

Il passaggio parlamentare certifica il fatto che le truppe renziane non hanno mantenuto l'accordo siglato a gennaio. Volano gli stracci. I dem escono in batteria. «La contrarietà di Iv ha un significato politico rilevante», avverte Emanuele Fiano.

 

Gli fa eco il vicesegretario Andrea Orlando: «È grave, che questo nuovo orientamento di Iv privi gli italiani della possibilità di avere una nuova legge elettorale». Al Nazareno si parla all'unisono di «rottura del patto».

 

Ed è la stessa riflessione che si fa in ambienti grillini. «Prendiamo atto che Iv è venuta meno agli impegni assunti», avverte Vittoria Baldino. Va da sé che i renziani non ci stanno a passare per «traditori» e ribattono colpo su colpo.

 

IL MEME DI OSHO SU RENZI DOPO LA VITTORIA DI ZINGARETTI ALLE PRIMARIE

Marco Di Maio sostiene che «oggi le priorità sono altre», Ettore Rosato, altro renziano, che «la legge elettorale non si può fare solo con la maggioranza». E ora che cosa succederà? Martedì prossimo in Conferenza dei capigruppo, il capogruppo dem Delrio riproverà a far calendarizzazione il Germanicum. Eppure, a Montecitorio, in pochi ci credono. «Allo stato attuale - sussurrano -non c'è una maggioranza per votare una legge elettorale».

Zinga Renzi