MARONI SOTTO LE LENZUOLA - NON C’ERA UNA RAGIONE ISTITUZIONALE. IL VIAGGIO AL FIANCO DEL GOVERNATORE LOMBARDO A TOKIO, PER MARIA GRAZIA PATURZO ERA GIUSTIFICATO SOLO PER “IL PIACERE PERSONALE”

Sono le parole che il gup di Milano, Chiara Valori, usa per motivare la condanna a quattro mesi al manager di Expo, Cristian Malangone, che subendo «le pressioni di Maroni», addebitava ai conti Expo la trasferta della Paturzo nella delegazione che il 2 giugno 2014 doveva recarsi nella capitale giapponese...

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Emilio Randacio per “la Repubblica”

ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg ISABELLA VOTINO E ROBERTO MARONI jpeg MARIA GRAZIA PATURZO MARIA GRAZIA PATURZO

 

Non c’era una ragione istituzionale. Non c’era un apporto decisivo. Il viaggio al fianco del governatore lombardo, Roberto Maroni, a Tokio, per Maria Grazia Paturzo era giustificato solo per «il piacere personale » del presidente.

 

Sono le parole che il gup di Milano, Chiara Valori, usa per motivare la condanna a quattro mesi al manager di Expo, Cristian Malangone, che subendo «le pressioni di Maroni», addebitava ai conti Expo la trasferta della Paturzo nella delegazione che il 2 giugno 2014 doveva recarsi nella capitale giapponese. Con un esborso «per i biglietti in business class e soggiorno in albergo di categoria lusso per il complessivo ammontare di oltre 6000 euro».

 

MARONI MOGLIE MARONI MOGLIE

Questo è il primo troncone dell’indagine del pm Eugenio Fusco, conclusa il 20 novembre con la condanna di Malangone per «induzione indebita». Aperto, e più delicato, il capitolo che coinvolge lo stesso Maroni e alcuni tra i più stretti collaboratori che inizierà il 3 marzo, per accuse che parlano di «turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente» e «induzione indebita». Reati, nel caso di condanna, che faranno decadere Maroni dalla sua carica alla Regione.

 

L’indagine nasce da due contratti di consulenza garantiti da società legate a Regione Lombardia, a Maria Grazia Paturzo e a Mara Carluccio. Con la prima — secondo quanto sostiene la procura — Maroni ha intrattenuto «una relazione affettiva ». La seconda, è stata una collaboratrice ai tempi in cui era ministro dell’Interno. Paturzo, «nell’estate 2013, pochi mesi dopo l’elezione di Maroni», viene collocata «presso la società di lavoro temporaneo che forniva i temporary manager ad Expo». La Carluccio «viene dirottata su Eupolis, di cui Regione Lombardia è socia».

Mara Carluccio e Antonia Dali Mara Carluccio e Antonia Dali

 

Un’assunzione piuttosto anomala, quella della Paturzo. Che come ricorda lo stesso gup Valori, è lei «che detta le condizioni contrattuali: fissa infatti la durata (due anni) e il trattamento economico (65 mila euro l’anno) ». Chi in Expo le ha effettuato il colloquio dice di «aver compreso perfettamente che la richiesta del presidente Maroni andava accontentata e che il contratto costruito su misura».

 

Ancora più singolari le sue competenze. Gli stessi «dirigenti Expo non avevano mai letto il contratto sottoscritto con la Paturzo, ma ritenevano che la stessa dovesse di fatto interfacciarsi con la Regione. Giustificavano così il fatto che la donna operasse in sostanziale autonomia ». Niente male, non c’è che dire. Stipendio fissato dalla stessa candidata, nessun controllo, e la necessità di seguire il presidente Maroni nelle visite istituzionali all’estero più prestigiose. «Nel contratto sottoscritto, infatti, la sede di lavoro non era precisata e di fatto ella era reperibile saltuariamente».

 

ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO ROBERTO MARONI ISABELLA VOTINO

Ma non basta. Il gip ricorda anche come sia «di fatto poco chiaro anche l’operato della Paturzo, stando a quanto previsto nel contratto, ella avrebbe dovuto rendicontare la propria attività mediante relazioni mensili e finali». Attività che sembrano, in realtà non essere stata fatte.

 

roberto-maroni-e-la-moglie-Emilia-Macchi roberto-maroni-e-la-moglie-Emilia-Macchi

«Esemplare — ricorda sul punto la Valori — è il commento che la stessa Paturzo fa alla sorella in merito alla propria prestazione: “Sto producendo una relazione da inviare alla società… e quindi immaginerai (risata).. che cosa ci devo mettere dentro? Non ho fatto un cazzo? Io non so che ci devo mettere dentro, incredibile”».

 

«Certe motivazioni sono estranee al diritto», il commento del legale del governatore, Domenico Aiello.

Intanto da Genova, sul nuovo corso della Lega, potrebbero arrivare nuovi guai. La procura ligure ha aperto un’inchiesta sui rimborsi-truffa al partito a partire dal 2012.

 

 

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