MEMENTO MOORE – LE BORDATE DEL REGISTA CONTRO L’ELITE LIBERAL: “SE TRUMP È LA FACCIA DELL’AUTORITARISMO IL PARTITO DEMOCRATICO È IL GOVERNO DI VICHY. È STATO COMPLICE. NON HA CAPITO CHE HILLARY ERA IL CONTRARIO DI CIÒ CHE SAREBBE SERVITO. LA DEMOCRAZIA È A RISCHIO, DOBBIAMO MOBILITARCI PER LE MIDTERM” (CIAO CORE) – “HO PARLATO CON BANNON, CHE MI HA DETTO CHE IN EUROPA VUOLE..."

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

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«Trump è lo strumento del nuovo autoritarismo. Se non lo fermiamo alle elezioni midterm di novembre, rischiamo di perdere la democrazia». Michael Moore è scatenato. Lo incontro all' anteprima del suo nuovo documentario, e mette in guardia anche l' Europa: «Viviamo un momento terribile, e ognuno ha la sua battaglia. Ho parlato a lungo con Steve Bannon, e mi ha fatto capire che l' obiettivo del suo movimento in Europa è resuscitare il fascismo, sotto mentite spoglie».

 

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Il nuovo documentario di Moore si intitola «Fahrenheit 11/9», facendo il verso a «Fahrenheit 9/11», con cui aveva attaccato Bush figlio per la risposta agli attentati di Al Qaeda. Ora invece usa la data 11/9 (il 9 novembre), cioè quella dell' elezione di Trump alla presidenza, per lanciare l' allarme sulla democrazia a rischio.

 

Il film uscirà in 2.000 sale durante il prossimo fine settimana, e Moore spera di sfruttarlo per lanciare una campagna nazionale: «Stiamo come i francesi nel 1940, quando i carri armati nazisti erano alle porte di Parigi. Bisogna mobilitarsi ora.

 

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I figli alla partita di calcio li porterete l' anno prossimo: adesso dobbiamo sospendere tutto, e attivarci per sconfiggere i repubblicani a novembre. A salvarci non sarà il procuratore Mueller, ma la volontà degli elettori».

 

Lei nel documentario dice che Trump non è piovuto dal cielo.

«La vera ragione per cui si era candidato era che voleva essere pagato di più dalla Nbc per il suo show. Si era arrabbiato quando aveva scoperto che Gwen Stefani guadagnava meglio di lui, e voleva dimostrare di essere più popolare. Poi però la risposta del pubblico lo ha sorpreso, convincendolo a provarci sul serio».

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Perché ha vinto?

«Gli insegnanti delle scuole pubbliche americane guadagnano così poco, che hanno bisogno dei "food stamp", cioè la carità pubblica, per comprare da mangiare. Così vivono milioni di persone, di cui il Partito democratico non si è mai curato. Trump invece sì. Ha parlato a questa gente, che lo ha scelto come ultima disperata via di salvezza».

 

Nel documentario si vedono immagini di Hitler che parla, ma dalla sua bocca esce la voce di Trump.

«Era un passaggio umoristico. Trump non è Hitler, però è la faccia casuale del nuovo autoritarismo. Il fascismo non tornerà con le svastiche o l' olio di ricino, ma col populismo, e sarà la gente a volerlo. La Costituzione è solo un pezzo di carta, se abbastanza persone si convincono di stracciarla.

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Prima o poi accadrà un' emergenza nazionale, che Trump e i suoi alleati useranno per iniziare a ridurre progressivamente la democrazia».

 

Cosa ha sbagliato l' opposizione?

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«Se Trump è la faccia del nuovo autoritarismo, il Partito democratico è il governo di Vichy. Non solo perché ha commesso tutti gli errori possibili per aprire la strada a Donald, ma anche perché è stato suo complice».

 

Come?

«Non ha capito che Hillary era il contrario di ciò che sarebbe servito per rispondere alle ansie della gente, e ha soffocato la democrazia interna.

 

Per fare un esempio, alle primarie Sanders aveva vinto tutte le contee della West Virginia, ma alla Convention i superdelegati la assegnarono a Hillary. Queste cose hanno depresso il voto, come peraltro ha fatto anche Obama, quando è venuto a Flint per negare l' emergenza dell' acqua contaminata».

 

Cosa le ha detto Bannon?

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«Mi ha detto: "Non capisco come voi liberal siate riusciti a farvi fregare da noi la rivoluzione populista. Doveva essere il vostro pane, ma per fortuna nessuno nel Partito democratico lo ha capito.

 

Voi liberal - ha aggiunto - perdete sempre perché fate le battaglie a cuscinate, mentre noi puntiamo alla ferita mortale alla testa"».

 

Andrà così anche alle midterm di novembre?

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«Bannon mi ha spiegato la strategia che useranno per vincere, magari conservando anche un solo seggio di maggioranza alla Camera. Le elezioni verranno presentate come il vero voto per la rielezione di Trump: non il 2020, ma il 2018. Tutto si gioca a novembre.

 

Donald andrà ovunque nel Paese, comportandosi come se fosse candidato alla presidenza delle contee locali. In ogni distretto convinceranno gli elettori che la sfida non è tra il candidato repubblicano e quello democratico, ma fra Trump e il candidato democratico».

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Ce la faranno?

«Sono atterrito dalla genialità di questa strategia, ma non credo che funzionerà. Ci sarà uno tsunami di affluenza delle donne, anche perché hanno capito che l' aborto diventerà illegale se Kavanaugh verrà confermato alla Corte Suprema, e dei giovani. I liberal in America sono la maggioranza: se andranno a votare vinceremo, e hanno capito che questa è l' ultima occasione».

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