IL MISTERO CON IL CASO-CASA SCAJOLA è UNO SOLO: SAPERE CHI GLI SCRIVE LE BATTUTE, TUTTE DA ANTOLOGIA DEL BRITISH HUMOUR - DOPO L'APPARTAMENTO CON VISTA SUL COLOSSEO COMPRATO "A SUA INSAPUTA" VERSANDO LA BELLEZZA DI 80 ASSEGNI PER 900 MILA EURO ALLA PARTE VENDITRICE, ORA, DOPO LA nuova legnata arrivata ieri dalla procura di Roma, COSì GIUSTIFICA LA MANCATA PROMESSA DI VENDERLA: "NON L'HO VENDUTA MA CI DORMO SOLTANTO"...


1- IO NON C'ERO E SE C'ERO DORMIVO!
Bankomat per Dagospia

scajola moglie colosseo

Dal notaio, quando ha comprato casa, qualcuno a sua insaputa aveva versato la bellezza di 80 assegni per 900mila euro alla parte venditrice. A sua insaputa. Ma lui ha firmato lo stesso l'atto di acquisto. Per essere il Ministro dello sviluppo economico, un bel distratto. Pare che quando firmava le nomine dei commissari straordinari nelle aziende dissestate, tuttavia, fosse assai meno distratto. Anzi oculatissimo.

CLAUDIO SCAJOLA E MOGLIE

Pensate che per trovare il commissario del gruppo Burani, non trovando alcun manager o professionista adeguato a Bologna e Milano, era andato fino nella profonda provincia campana per trovare un commercialista (Antonio Ruscigno) che era ed e' poco esperto di ristrutturazioni di gruppi dell'abbigliamento, ma da sempre era l'uomo di fiducia di Italo Bocchino. E Bocchino si rivelava poi acerrimo nemico del suo Primo Ministro Berlusconi, all'insaputa di Scajola.

Poi si era anche scoperto l'anno dopo dagli organi di informazione che il Commissario in questione era anche parecchio "attenzionato" dagli investigatori campani e coinvolto in altre vicende di fallimenti ed evasione fiscale, ma il tutto all'insaputa di Scajola.

CLAUDIO SCAJOLA E SIGNORA

Ora il politico d'Imperia, forse per rilassarsi del marcio scoperto nella politica e soprattutto nel suo Pdl del ponente ligure dai Ros di Genova, a sua insaputa, per qualche giorno era tranquillo in vacanza a Creta e legge sul giornale che la Procura di Roma lo sta indagando per sospetto illecito finanziamento ai partiti. Solo per quello. Ma come fa un politico ex ministro al tempo dei fatti, che riceve notoriamente uno spettacolare contributo ingiustificato da 900mila euro, ad immaginare che a qualche giudice questo possa sembrare un finanziamento illecito?

Richiesto dal giornalista del Corriere se aveva venduto la casa di Roma fonte di tanti suoi guai sostiene che no, e' sempre in vendita ma lui ha smesso di usarla per qualche tempo, poi siccome erano passati tanti mesi di indagini e non era successo nulla ha anche pensato che non c'era nulla di male ad usarla di nuovo, ma solo per dormire...
Io non c'ero e se c'ero dormivo!

GIULIO TREMONTI CLAUDIO SCAJOLA

2- SCAJOLA: "NON L'HO VENDUTA MA CI DORMO SOLTANTO"
Virginia Piccolillo per il "Corriere della Sera"

«Non l'ho ancora venduta. Ma la casa di via del Fagutale è ancora in vendita. Io sono uscito da lì subito dopo aver dato le dimissioni». «Sì è vero che poi ci sono ritornato. Sono stato via tre o quattro mesi. Poi, ultimamente, durante le trasferte a Roma sono rientrato. Ma solo a dormire. Del resto, dopo un anno e mezzo di indagini...».

A chi lo ha sentito ieri, mentre tra la polvere degli scavi archeologici di Creta, tentava di raccapezzarsi del perché di questa nuova legnata arrivata ieri dalla procura di Roma, l'accusa di finanziamento illecito ai partiti, Claudio Scajola ha confessato «dolore e amarezza».

Bocchino sudatissimo

Non se lo aspettava proprio l'ex ministro dello Sviluppo economico, di veder rovinata così la vacanza in Grecia con la moglie, che comunque, per ora, non intende interrompere per tornare in Italia.

Anche perché, ha detto agli interlocutori del suo telefonino rovente per tutta la giornata, non ha «ricevuto alcun avviso di garanzia» e «non sa nulla se non ciò che è stato battuto ieri dalle agenzie di stampa» su questo supplemento romano di indagini relativo all'acquisto e alle ristrutturazioni della casa con vista Colosseo: quegli 80 assegni per complessivi 900 mila euro versati «a sua insaputa» alle venditrici, le due sorelle Papa. E i lavori compiuti dallo stesso sponsor, il faccendiere della cricca Diego Anemone.

Concetti che Scajola sterilizza tra le righe della nota concordata con il suo legale Giorgio Perroni, diffusa nel pomeriggio, nella quale si dipinge sicuro di poter chiarire tutto. «Apprendo dalle agenzie che la procura di Roma ha aperto un fascicolo su una vicenda per la quale la procura di Perugia, dopo un anno e mezzo di indagini, non ha ritenuto di dovermi indagare», si legge nel comunicato. «Attendo, comunque con la stessa serenità e la medesima riservatezza che hanno sinora contraddistinto il mio comportamento, che i magistrati romani portino a termine il loro lavoro, nella convinzione che verrà certamente chiarita la mia estraneità ai fatti».

Il resto lo racconta solo in privato. La doccia fredda della nuova accusa, quando ormai pensava di essere fuori da tutto. A distanza di quasi quattro mesi dalla chiusura delle indagini della procura di Perugia che lo avevano ignorato. «Erano stati diciannove i rinvii a giudizio. Io non ho ricevuto alcuna notifica. Né poteva esserci perché non ero stato indagato. Francamente, dopo ciò e tutto questo tempo...».

Scajola non fa polemica. E non lancia accuse di giustizia a orologeria. Anche se la notizia dell'iscrizione, arriva sì nel giorno in cui torna al lavoro il procuratore capo di Roma, Giovanni Ferrara, ma coincide con un momento particolarmente teso per le diverse inchieste che coinvolgono esponenti di primo piano della politica: dal deputato pdl ed ex braccio destro del ministro Tremonti Marco Milanese per il quale pende una richiesta di arresto per corruzione e rivelazione di segreto d'ufficio;

penati e bersani

a Filippo Penati, ex collaboratore del leader pd Pier Luigi Bersani; al deputato pdl Alfonso Papa, in carcere con l'autorizzazione del Parlamento per associazione a delinquere e corruzione, per il quale la corrente di parlamentari vicina a Scajola non si era spesa molto in difese d'ufficio.

A molti sarebbe bastato molto meno per cucire assieme gli elementi e gridare al complotto. Lui sceglie la linea del «no comment». Mentre i tg ritrasmettono le immagini della conferenza stampa del maggio dello scorso anno quando si dimise da ministro per «difendersi dalle accuse», dicendo: «Non posso avere il sospetto di abitare una casa non pagata da me». I magistrati romani sono andati avanti nelle indagini perugine per dare risposte al medesimo sospetto. Nel frattempo casa Scajola è ancora in vendita. Ma lui non rivela a quale prezzo.