NEANCHE E' PARTITO IL SEMESTRE BIANCO DI MATTARELLA E SALVINI SPARA IL PETARDINO VERSO DRAGHI E LAMORGESE: "SOSTENERE UN GOVERNO CHE ACCETTA QUESTI SBARCHI SAREBBE UN PROBLEMA PER NOI DELLA LEGA" - E' UNA MINACCIA SCARICA CHE NON ACCENDE NEANCHE I LEGHISTI ALLA FESTA DEL CARROCCIO A CERVIA, CHE SI RIVELANO PIU' DRAGHIANI DEL PREVISTO - LA MANO TESA A GIORGETTI: "NON ME NE ANDRO' PRIMA DI AVER INCONTRATO GIANCARLO GIORGETTI CHE ARRIVA, COSÌ NON DIRETE PIÙ CHE NON CI PARLIAMO…"

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Alberto Mattioli per "la Stampa"

 

SALVINI IN SPIAGGIA AL PAPEETE SALVINI IN SPIAGGIA AL PAPEETE

Matteo Salvini fa un passaggio rapidissimo alla Festa della Lega di Cervia per sganciare la bomba: «Ci sono ottocento clandestini su navi straniere in acque straniere e non vorrei che sbarcassero in Italia. Ho scritto a Draghi e gli ho detto che entro agosto il problema va risolto. Se Lamorgese non è in grado di risolverlo ne prenda atto e ne tragga le conseguenze. Sostenere un governo che accetta questo sbarchi sarebbe un problema per noi della Lega». Poi risponde a Malagò: «Sono strafelice per le medaglie di due straitaliani come Jacobs e Tamberi, ma lo ius soli c'entra nulla».

 

E infine fa il punto sulla Lega: «Domani (cioè oggi, ndr) me ne andrò. Ma non prima di aver incontrato Giancarlo Giorgetti che arriva, così non direte più che non ci parliamo». Prima, aveva bevuto un mojito davanti a qualche decina di ragazzotti (s)vestiti da Papeete, torso nudo, infradito e tatuaggi, in assembrata fila per un selfie. Ma in realtà è un popolo apolitico, che vuole soltanto la foto con la celebrità.

MATTEO SALVINI AL PAPEETE MATTEO SALVINI AL PAPEETE

 

La base leghista in attesa della sua quotidiana dose di politica aspetta un po' più in là, alla Festa di Cervia, che è poi una Festa dell'Unità uguale e contraria, stesso menù di perfetta ortodossia romagnola, piadine e cappelletti e sangiovese, stesso dialetto, stessa passione. Bisogna capire cosa pensano i militanti di questa Lega ultimamente mai così ondivaga, anzi diciamo pure schizofrenica, al governo con Mario Draghi e in piazza a contestarlo, responsabile e barricadiera, sì vax e no green pass, alleata ma in concorrenza con Giorgia Meloni, un partito dove c'è tutto e il suo contrario come la Dc d'antan, dal superdraghiano Giorgetti alla coppia di fatto antidraghiana BB, Borghi & Bagnai.

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE MATTEO SALVINI AL PAPEETE

Intanto Berlusconi ha titillato l'orgoglio leghista e l'ego salviniano telefonando sabato durante il duetto Salvini-Vespa per dire che mai il centrodestra è stato così forte da quando lo rappresenta il caro amico Matteo. E che Lega e Forza Italia saranno "il cuore pulsante" di un'alleanza destinata a diventare sempre più stretta fino alla fusione, anche se i leghisti preferirebbero la federazione. E qui, sorpresa. Perché la base leghista si rivela tutt' altro che barricadera, più dialogante che militante, molto più draghiana di quanto si potrebbe supporre, proprio mentre Salvini minaccia di staccare la spina al governo.

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE MATTEO SALVINI AL PAPEETE

E ovviamente entusiasta dell'endorsement di Silvio: «Berlusconi ha parlato benissimo. Ha riconosciuto la leadership di Matteo, è stato quasi un passaggio di consegne», ragiona Cristiano Mauri, 51 anni, direttore di banca e assessore a Bellaria, attualmente alla cassa del ristorante «perché non si può fare il militante solo a chiacchiere».

 

E aggiunge: «Anzi, sa che le dico? Berlusconi lo vedrei bene come prossimo Presidente della Repubblica, è certamente in credito con l'Italia». Guardi però che Salvini va dicendo che per il Quirinale sarebbe perfetto Draghi, se solo volesse... «Certo. Sarebbe un scelta di alto profilo». Come premier, che voto gli dà? «A Draghi? Sette».

 

Altro giro, stesse opinioni. Giulio Mattioli di anni ne ha solo 22, studia Politica internazionale a Forlì e magari di Berlusconi è meno entusiasta del suo collega: «Entusiasta magari no, però ha parlato benissimo di Salvini. E in ogni caso meglio Silvio di Giorgia...». In effetti, nel programma della Festa ci sono esponenti di tutti i partiti (anche se quelli del Pd hanno dato forfait dopo che Salvini ha detto che Letta fa da palo al "sabotatore" Conte), tranne che di Fratelli d'Italia: «Non dipende da noi. Li avevamo invitati. Se non vogliono venire, scelta loro». E sulla questione Green pass? «Io sono un sì vax convinto. Penso che ogni opinione sia legittima. Ma magari non andrei in piazza a manifestare contro un governo di cui facciamo parte».

MATTEO SALVINI PAPEETE MATTEO SALVINI PAPEETE

 

A proposito: voto per Draghi? «Sette anch' io». Intanto sul palco Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno, parla di immigrazione e Massimiliano Fedriga viene applaudito quando proclama: «Io sono sì vax». Visto da qui, Pillon in piazza insieme a quelli che fanno il saluto romano sembra davvero lontano mille leghe. «Ma no, noi siamo democratici: in tutte le famiglie si discute, anche nella nostra»: questa è Ombretta Farneti, titolare di un agriturismo in collina, otto dipendenti più tre stagionali.

 

E Berlusconi? «Si appoggia a noi perché i rapporti di forza sono quelli che sono. Brava persona, ma è il passato. E poi Salvini non ha bisogno di essere incoronato, si incorona già da solo». E, ovviamente fa bene a restare nel governo Draghi. «Certamente, in attesa di quando governeremo noi». E che voto gli dà? «A Matteo? Dieci». Ma no, a Draghi. «Anche se non è nostro, otto».

 

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