NELL’ELOGIARE IL “SUCCESSO” DEL MOVIMENTO CINQUESTELLE, CHE HA PORTATO A CASA IL 15%, NESSUNO RICORDA CHE HA PERSO 6 MILIONI DI VOTI DAL 2018 - “LIBERO”: “IL LEADER DEI CINQUE STELLE SPACCIA IL RISULTATO DI DOMENICA PER UNA GRANDE VITTORIA LA VERITÀ È CHE M5S HA PRESO 4.264.060 PREFERENZE CONTRO LE 10.732.066 DEL 2018” - E SE E’ VERO CHE IL M5S ERA ALLORA GUIDATO DA DI MAIO, SUCCESSIVAMENTE CONTE E’ STATO IN PRIMA LINEA: HA GUIDATO DUE GOVERNI ED E’ STATO COSTANTEMENTE IN TV DURANTE LA PANDEMIA…

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Pietro De Leo per “Libero quotidiano”

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

A volte è la prospettiva ad ingannarci. L'angolatura con cui si guardano le cose e si interpretano i fenomeni. Principio ancor più vero nella fase di grande "liquidità" della politica che stiamo vivendo.

 

Ieri Giuseppe Conte, nella conferenza stampa pomeridiana, ha messo il timbro sulla tornata elettorale: «Ci volevano fuori dai giochi, ma il risultato del Movimento 5 Stelle - ha detto - è un grande successo che ci restituisce un grande consenso». E ancora, la forza pentastallata «viene da un percorso travagliato, con dei passaggi che hanno visto molti parlamentarti lasciare il movimento. Ciò nonostante il voto è stato una grande investitura da parte dei cittadini, nonostante tutte le forze politiche ci abbiano attaccato dopo le dimissioni di Draghi».

conte di maio

 

Ed è stato un po' questo il refrain della giornata, intonato anche dai suoi: «Continuate a darci per morti! Il risultato del Movimento 5 stelle a queste elezioni é decisamente migliore delle aspettative. Ricordiamoci tutti che, ancora una volta, il sistema ci aveva dapprima inferto dei colpi mortali e poi ci aveva dato per morti. Ancora una volta abbiamo sovvertito i pronostici», dice Carlo Sibilia.

 

Il consigliere comunale di Roma Paolo Ferrara utilizza invece una metafora horror: «Ci avevano buttato nella bara, piantato i chiodi sul coperchio e portato di fretta nella cripta.

giuseppe conte luigi di maio foto di bacco (1)

Peccato che non eravamo morti per niente: abbiamo aperto il feretro a calcioni e siamo usciti di nuovo alla luce del sole, anzi, delle Stelle».

 

E siccome quel che riguarda Conte ha sempre pure un volto da strapaese, ecco, per esempio, che l'Adnkronos contatta il sindaco di Volturara Appula, paese in provincia di Foggia che al nuovamente Avvocato del Popolo diede i natali. Qui il consenso del Movimento, dice il primo cittadino, «va da circa l'85% della Camera all'80% del Senato», risultato su cui «il presidente è rimasto commosso e soddisfatto, l'ho sentito questa notte ci ha ringraziato». Percentuali oltre il bulgaro, verrebbe da dire.

CONTE DI MAIO

 

E pazienza se il Comune conta più o meno 380 abitanti. Come si sa, il racconto contiano gioca molto con le suggestioni, e lo si è visto sia quando era al governo o in campagna elettorale.

 

Vero è che il Movimento 5 Stelle non è caduto giù dal burrone della presenza parlamentare, destinazione che pareva scritta nel suo destino dopo un'infelicissima tornata di amministrative. Ma è altrettanto vero che, se si fa il paragone con il 2018, spacciare l'aver guadagnato la sopravvivenza con l'aver acquisito la gloria risulta come minimo esagerato.

 

E basta farsi un giro sul sito del ministero dell'Interno per tradurre tutto questo in numeri.

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

Il Movimento 5 Stelle a guida Conte, domenica, ha totalizzato per la Camera dei deputati 4.326.914 voti, pari al 15,42% di consensi. Quattro anni e mezzo fa, al contrario, superò quota 10 milioni, per la precisione 10.732.066. Fanno 6.405.152 voti perduti per strada. Capitolo Senato. Qui, i pentastellati, l'altroieri, hanno conquistato 4.271.143 consensi.

Nel 2018, invece, 9.733.928, fanno 5.462.785. Sommando il gap di entrambe le Camere, fanno poco meno di 10 milioni di voti evaporati rispetto alla scorsa partita per il Parlamento.

 

RICORDO LONTANO

giuseppe conte e luigi di maio

E per completare il quadro non va trascurato il piccolo particolare che, allora, a guidare il Movimento era Luigi Di Maio, poi divenuto acerrimo nemico dell'ex presidente del Consiglio portata allo zenith fino alla scissione. Suicida, visto che l'ex capo politico che non entrerà proprio nel prossimo Parlamento. A lui, Conte ha riservato un alito di pietas: «Preferisco ricordare le battaglie fatte insieme, preferisco lasciare questo ricordo». È probabile che anche Di Maio, rimasto a piedi, la pensi allo stesso modo.