Alberto Custodero per "la Repubblica"
LA RAMPA DI LANCIO SLAVINATA DEL TRAMPOLINO DI PRALEGATOUn cartello affisso su una grata metallica che transenna l´ingresso dei trampolini olimpici di Pragelato avvisa: "pericolo valanghe, vietato l´accesso". Un monito più che reale: sulle rampe di lancio dei saltatori con gli sci, e sulla pista di atterraggio, si sono staccate due slavine. Si trova in queste condizioni, abbandonato a se stesso, lo ski jumping di Torino 2006 che ci invidia tutto il mondo. Quando era stato costruito, s'era scelta - al posto di una struttura provvisoria da smontare dopo l´evento olimpico - una soluzione in cemento armato da 34,3 milioni di euro.
L IMPIANTO DI BIATHLON SEPOLTO SOTTO LA NEVEE s´era disboscata mezza montagna per creare due salti da gara e tre da scuola, col fine di proseguire nel tempo l´attività agonistica, creare un vivaio di atleti dell´arco alpino occidentale. E affittare l´impianto alle squadre internazionali. Appena 47 mesi dopo le Olimpiadi torinesi, il trampolino di Pragelato è una cattedrale nella neve, abbandonato a se stesso, così com´è chiuso e inutilizzato il jumping hotel costruito alla base dell´impianto: un mega albergo da 120 posti letto. Suona a mo´ di beffa lo striscione con le insegne del "Torino Olimpic Park" e la scritta "benvenuti!". Viaggio nei siti olimpici abbandonati a 4 anni dalle olimpiadi torinesi.
L ILLUMINAZIONE DISMESSA DELLO SLALOM DEL SESTRIEREIl caso dello ski jumping non è isolato: in effetti, tutti gli impianti alpini di Torino 2006 (il fondo sempre a Pragelato, il biathlon a San Sicario, il bob di Cesana costato 61,4 milioni che forse chiuderà alla fine di gennaio e le piste di discesa della Via Lattea), si trovano nelle stesse condizioni di abbandono. Su questi siti non si disputerà più nessuna gara: pur essendo, si può dire, ancora nuovi e fiammanti avendo appena 4 anni di vita, sono scomparsi dalla programmazione degli appuntamenti internazionali con grave danno per l´economia locale e l´immagine del comprensorio sciistico.
L ALBERGO DA 120 POSTI AI PIEDI DEI TRAMPOLINIÈ davvero uno scandalo, denuncia in una lettera aperta il presidente della Fisi Piemonte, Pietro Marocco, che «questi impianti olimpici siano sottoutilizzati o del tutto inutilizzati in queste condizioni di abbandono proprio nella stagione invernale, la più intensa dal punto di vista agonistico». Magra consolazione è il fatto che in estate, in pieno agosto, sia stata assegnata una gara del summer grand prix all´impianto di salto che ha un costo di manutenzione stimato in 1.161.226 euro.
IL POLIGONO DEL BIATHLON SEPOLTO DALLA NEVESempre a Pragelato c´è, inutilizzata dal punto di vista agonistico, la pista olimpica di sci di fondo, un investimento di una ventina di milioni di euro per cablare i 10 chilometri dell´anello olimpico, mettere a norma la valle dal rischio alluvione, creare un lago per l´innevamento artificiale, l´acquisto di 12 cannoni sparaneve. Tutti questi costosissimi impianti non servono più a nulla: quest´anno, per la prima volta da quando esiste la pista, non si disputerà alcuna gara, né locale, né nazionale, né internazionale. Il sito olimpico, fiore all´occhiello del fondo nazionale, è declassato a banale pista turistica. Stessa sorte tocca, a San Sicario, all´impianto olimpico del biathlon.
h olimpiadi torino2006 villaggioLo stadio che ospita il poligono di tiro (l´unico autorizzato del Torinese), è sommerso e seminascosto dalla neve. Gli atleti del comitato Fisi, con una pista olimpica a disposizione, sono costretti ad allenarsi in altre province. Intorno al poligono, la pista del biathlon non è neppure battuta. Costo per la costruzione del sito, 25 milioni di euro. Stessa sorte tocca alla pista "Giovanni Agnelli" di Sestriere, simbolo delle gare di discesa, lo slalom speciale notturno. L´impianto di illuminazione, costato 7 milioni di euro, è spento. Sulla pista di Alberto Tomba - e sugli impianti olimpici alpini - è calato il buio