E ORA DOVE ANDRANNO A NASCONDERSI I CIELLINI DI COMUNIONE E FATTURAZIONE CHE HANNO SCRITTO QUALSIASI NEFANDEZZA SUL DIRETTORE DELL’“OSSERVATORE ROMANO”? - E ORA DOVE ANDRANNO A NASCONDERSI TUTTI I VATICANISTI (A COMINCIARE DA RODARI DEL “FOGLIO”) CHE HANNO SPARATO A PALLE INCANTENATE CONTRO BERTONE IN GLORIA DI RUINI? - COME SI LEGGE DAL COMUNICATO DEL VATICANO L’UNICO CHE AVEVA INTERPRETATO DALLA PARTE GIUSTA IL FANTOMATICO AFFAIRE BOFFO-FELTRI È STATO PROPRIO IL SITO PIÙ SCOMUNICATO: DAGOSPIA -

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1 - S.SEDE: NESSUN COINVOLGIMENTO DIRETTORE O.ROMANO...
(Ansa) -
Le "notizie e ricostruzioni" apparse sulla stampa a proposito del coinvolgimento del direttore dell'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian nel caso dell'ex direttore di Avvenire Dino Boffo "non hanno alcun fondamento". Lo dice un comunicato della sala stampa della Santa Sede.

boffoboffo

Il comunicato della Segreteria di Stato, diffuso dalla sala stampa vaticana, rompe il silenzio della Santa Sede sulla vicenda e ricorda che "dal 23 gennaio si stanno moltiplicando, soprattutto su molti media italiani, notizie e ricostruzioni che riguardano le vicende connesse con le dimissioni del direttore del quotidiano cattolico italiano 'Avvenire', con l'evidente intenzione di dimostrare una implicazione nella vicenda del direttore de 'L'Osservatore Romanò, arrivando a insinuare responsabilità addirittura del cardinale segretario di Stato".

boffoboffo

"Queste notizie e ricostruzioni - recita la nota - non hanno alcun fondamento". In particolare, viene aggiunto -, "é falso che responsabili della Gendarmeria vaticana o il direttore de 'L'Osservatore Romanò abbiano trasmesso documenti che sono alla base delle dimissioni, il 3 settembre scorso, del direttore di 'Avvenire'; é falso che il direttore de 'L'Osservatore Romanò abbia dato - o comunque trasmesso o avallato in qualsiasi modo - informazioni su questi documenti, ed è falso che egli abbia scritto sotto pseudonimo, o ispirato, articoli su altre testate".

GIAN MARIA VIANGIAN MARIA VIAN

Secondo la Segreteria di Stato, "appare chiaro dal moltiplicarsi delle argomentazioni e delle ipotesi più incredibili - ripetute sui media con una consonanza davvero singolare - che tutto si basa su convinzioni non fondate, con l'intento di attribuire al direttore de 'L'Osservatore Romanò, in modo gratuito e calunnioso, un'azione immotivata, irragionevole e malvagia".

"Ciò - aggiunge il comunicato - sta dando luogo a una campagna diffamatoria contro la Santa Sede, che coinvolge lo stesso Romano Pontefice". "Il Santo Padre Benedetto XVI, che è sempre stato informato - è la conclusione -, deplora questi attacchi ingiusti e ingiuriosi, rinnova piena fiducia ai suoi collaboratori e prega perché chi ha veramente a cuore il bene della Chiesa operi con ogni mezzo perché si affermino la verità e la giustizia".

GIAN MARIA VIANGIAN MARIA VIAN

BOFFO, LA VENDETTA!
Giosa Fat per Dagospia (venerdì 5 febbraio 2010)

Andrà a finire che anche quelli de 'Il Foglio' dovranno arrendersi ai fatti. E prendere quindi atto che la guerra Feltri-Vian-Boffo, che stanno invano combattendo, è iniziata non per chissà quale complotto vaticanense ma solo per l'incolpevole deposito di un po' di merda stantia nel ventilatore con il quale il neo assunto Feltri ha cercato, alla fine del'estate scorsa, di rimettere un po' d'aria nelle vendite de "Il Giornale".

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La prima parte del fascicolo che Feltri ha trovato nei cassetti dell'house organ della famiglia Berlusconi era già arci-conosciuto dai direttori e dai giornalisti di mezza Italia. C'è chi ricorda, nella procura della Repubblica di Terni, la fila - subito dopo il fattaccio - dei cronisti accorsi a chiedere, anche con l'ausilio di amici avvocati che facevano istanza "per ragioni di giustizia", copia del decreto penale intestato a Dino Boffo (chiedere a qualcuno del Manifesto', please, che fu il primo ad averne copia).

FELTRIFELTRI

La secretazione richiesta dall'interessato ingayato è arrivata quando i buoi erano abbondantemente fuggiti dalla stalla. Perché nessun direttore in Italia ha mai avuto il coraggio di far uscire la vicenda (come qualcuno ricorda, in almeno due riunioni di redazione del Corrierone ancora mieloso, scoppiò la fatale domandina: lo scriviamo o no?) che non trovò ostello neanche tra le brevi.

Perché il decreto penale, nella sua stringatezza, non diceva quasi nulla. E infatti il vaticanista di Panorama (Ingrao Ignazio), qualche mese prima di Feltri, vi aveva alluso -affermando di aver letto le carte - come ad una vicenda di second'ordine.

GIULIANO FERRARA CON MOGLIEGIULIANO FERRARA CON MOGLIE

Lo scoop che Feltri ha pensato di avere era la copia del documento accluso, della "minuta" scritta in 'itagnolo' (il mix di italiano e spagnolo latinoamericano parlato dai funzionari stranieri della segreteria di Stato) e che tutti abbiamo letto e che presumibilmente qualcuno ha asseverato come autentico.

La minuta, non presente nel fascicolo processuale, contiene le affermazioni più infamanti - e probabilmente anche non vere- di tutta la vicenda. L'appunto è pieno di inesattezze, ma la mano che l'ha redatta (e quella che l'ha sottratta per consegnarla a qualche giornalista de "Il Giornale") - come ha ricordato Messori oggi nella sua intervista a La Stampa - della vicenda ternana di Boffo se ne parlava a destra e a manca. E chissà perché, tutti ritenevano che i fatti che l'avevano causati erano plausibili, se non proprio veri.

GIULIANO FERRARA - copyright PizziGIULIANO FERRARA - copyright Pizzi

Su questo perverso brodo di coltura si sono, probabilmente, basati anche gli interventi della prima ora: quello di Renato Farina su 'Il Giornale' («Basta con i moralisti senza morale»), quello di Messori sul 'Corriere della Sera' («Tutto è davvero una patacca? Se sarà dimostrato come crediamo e speriamo tireremo un sospiro di sollievo.

Ma, intanto, un uomo immagine della Chiesa italiana ha campeggiato e campeggerà a lungo sulle prime pagine, sospettato dei gusti ‘diversi' la cui ombra grava oggi, più che mai, sugli ambienti clericali. Il caso prima o poi sarebbe venuto alla luce e in modo malevolo: perché allora non cautelarsi diminuendo la visibilità?...Comunque vada l'ombra e il sospetto resteranno»).

EMINENCE CAMILLO RUINI - copyright PizziEMINENCE CAMILLO RUINI - copyright Pizzi

E l'intervista a Gianmaria Vian che tanto dispiacere ha provocato nei cuori sensibili di Giuliano Ferrara and friends. Anche perché, al posto di lasciarsi distrarre da chiacchiere vecchie di cinque anni, Vian ha subito riportato la palla al centro, verso il nucleo oscuro dell'intera vicenda ancora in corso: «Ma forse non si è data sufficiente attenzione al fatto che, il giorno stesso in cui è esploso il caso del direttore di Avvenire, su Repubblica Vito Mancuso ha attaccato, con molte approssimazioni storiche e una durezza insolita, il cardinale segretario di Stato (Bertone, ndD), presentando come un appuntamento politico una cerimonia religiosa antica di sette secoli, che quest'anno rivestiva una solennità particolare dopo la tragedia di un terremoto da trecento morti».

TARCISO BERTONETARCISO BERTONE

Vian alludeva alle polemiche che i quotidiano di largo Fochetti stava animando contro l'incontro Bertone-Berlusconi a L'Aquila, in occasione della Perdonanza di San Celestino V, impropriamente presentata come "assoluzione e indulgenza" per i fatti che il commissario Davanzoni stava così assiduamente indagando e rivelando 'furbi et orbi'.

Di strano, la campagna d'inverno della guerra feltri-vian-boffesca dei ciellini presenti nei soliti giornali (ed è ovviamente un puro caso che siano gli stessi che hanno scritto a dileggio di Lazzati mentre era ancora nella bara, per offendere il cardinale Martini, sbeffeggiare Emilio Colombo in difficoltà, insultato Giuseppe Alberigo mentre era nel letto di morte e dato del bugiardo a Bertone per non aver rivelato il vero terzo segreto di Fatima) ha solo la strana concomitanza con le trattative che vedono oggi 'La Repubblica' a caccia di Dino Boffo come editorialista (avete notato lo sproloquio dell'altro giorno firmato D'Avanzo in gloria di Boffo?).

CARDINALE TARCISO BERTONECARDINALE TARCISO BERTONE

Aggiungere che qualche potentato catto-sacrista è poi infastidito dal fatto che Gianmaria Vian si permetta di dialogare (chiamandoli e incontrandoli) i direttori degli altri giornali e più di qualche firma delle principali testate. Il titolo di "professore di vanità" gli è stato dato proprio per questa sua strana pretesa che essendo direttore di titolo, lo vuole anche essere di fatto. Per L'Osservatore Romano, evidentemente, forse è un po' troppo: per i soliti noti, sarebbe meglio un semplice passacarte, magari pescato tra coloro che gravitano intorno alla lobby boffiana-ruinata di Sat 2000.

vittorio messorivittorio messori

Ecco: costringere il Papa a cacciare Vian a forza di polveroni di carta sarebbe la miglior vendetta di Boffo per aver perso quella poltrona.

FELTRI, NOI ABBIAMO PUBBLICATO UNA NOTIZIA VERA IL RESTO E' ROMANZO...
(Adnkronos) -
"Non conosco ne' Bertone, ne' Vian. 'Il Giornale' ha pubblicato una notizia vera, la condanna di Boffo per molestie, il resto non conta". Vittorio Feltri, interpellato dall'ADNKRONOS, torna in questi termini sulla vicenda culminata con le dimissioni del direttore di 'Avvenire', dopo la pubblicazione di oggi della nota da parte della sala stampa vaticana.

"Vedo che ogni giorno si scrivono pagine e pagine su questa storia -sottolinea Feltri- ma si fantastica molto, si preferisce la realta' romanzata e si sorvola sulla verita' essenziale: la notizia che abbiamo pubblicato su Boffo era vera o falsa? Noi abbiamo pubblicato una notizia vera, Boffo e' stato condannato per molestie, condanna poi tramutata in pena pecuniaria.

Vittorio MessoriVittorio Messori

E' altrettanto vero che in quello che abbiamo scritto c'era anche un particolare che poi si e' rivelato inesatto e noi lo abbiamo corretto, ma la notizia della condanna era vera, ma nessuno si e' incaricato di verificare se la notizia data da 'Il Giornale' fosse vera o falsa, piuttosto si preferisce costruire romanzi. Il Vaticano non ha certo bisogno di difensori, ma la strumentalizzazione di quanto abbiamo scritto mi sembra evidente".

ANDREOTTI, REAZIONE DURA E GIUSTIFICATO DI FRONTE A SOTTOFONDO OSTILITA'...
(Adnkronos) -
Nei confronti del Vaticano c'e' stato in questi mesi un "sottofondo di ostilita'" rispetto al quale oggi la Santa Sede prende posizione in modo "duro" e "giustificato". Lo sottolinea il senatore a vita Giulio Andreotti che all'ADNKRONOS dice di considerare solo "pettegolezzi" quanto riferito da organi di informazione su presunte guerre all'interno dei Sacri Palazzi.

PADRE GEORGE GEINSWEIN PENSIEROSOPADRE GEORGE GEINSWEIN PENSIEROSO

"Certo che c'e' un sottofondo di ostilita' -afferma il sette volte presidente del Consiglio- che giustifica questa reazione piuttosto dura" da parte del Vaticano. D'altronde, anche quello che viene scritto sulle ipotetiche lotte di potere Oltretevere, non sono che "pettegolezzi fatti all'esterno" dello stesso Vaticano.

E poi, conclude Androtti, riferendosi alle indiscrezioni secondo cui la vicenda dell'ex direttore di 'Avvenire' Dino Boffo sarebbe da mettere in relazione a presunti dissapori tra presidente della Cei Angelo Bagnasco e al Segretario di Stato Tarcisio Bertone, "conosco tutte le persone e si tratta di persone che sono al di fuori di ogni piccola meschinita' di questo genere".

GIULIA ANDREOTTIGIULIA ANDREOTTI

MESSORI, PRENDO ATTO DELLA SMENTITA E MI AUGURO CHIUSO IL CASO BOFFO...
(Adnkronos) -
'Prendo atto della smentita e me ne rallegro, augurandomi che la canea sia finita'. E' questo il primo commento che lo scrittore Vittorio Messori, unico intervistatore di papa Wojtyla e papa Ratzinger, ha rilasciato a proposito del comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede sul cosiddetto caso Boffo. 'Effettivamente la campagna stava assumendo, per cosi' dire, toni alti e spero, percio', che il comunicato vaticano sia preso sul serio e cosi' si possa considerare chiuso il caso', ha dichiarato all'ADNKRONOS Messori, autore tra l'altro dei bestseller cattolici 'Rapporto sulla fede' e 'Ipotesi su Gesu''.

Federico LombardiFederico Lombardi

PADRE LOMBARDI: A ME DON GEORG MAI CHIESTO RASSEGNA COMPLETA...
(ANSA) -
'Monsignor Georg non mi ha mai chiesto nulla di simile. La cosa, semplicemente, non e' vera'. Cosi' il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, smentisce le indiscrezioni pubblicate oggi da un quotidiano nazionale sul fatto che il segretario personale di Benedetto XVI, monsignor Georg Gaenswein, l'avrebbe incaricato di fornire all'appartamento papale una rassegna stampa completa, cioe' comprensiva anche di tutti gli articoli riguardanti il caso Boffo. Secondo tali indiscrezioni, la rassegna inviata quotidianamente dalla Segreteria di Stato mancava degli articoli sulla vicenda dell'ex direttore di Avvenire, almeno dei piu' polemici.

 

 

 

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