QUARTIERI A LUCI ROSSE E BORDELLI AUTOGESTITI CHE PAGANO LE TASSE – UN GRUPPO TRASVERSALE DI 70 DEPUTATI PROVA A CAMBIARE LA LEGGE MERLIN, CHE CONTRO LA PROSTITUZIONE HA PERSO – E PER TUTTI I CLIENTI OBBLIGO DI PRESERVATIVO


Maria Novella De Luca per “la Repubblica

 

tratta prostitute

Case chiuse autogestite e lucciole nelle “zone rosse”. Prostitute che pagano le tasse, e per i clienti obbligo tassativo del profilattico. Riparte da un gruppo trasversale di 70 deputati e senatori la battaglia per riformare la legge Merlin, con una sorta di “manifesto” bipartisan che sarà presentato domani alla Camera, insieme ad escort ormai famose come Efe Bal, ma anche ad associazioni che sulla strada combattono tratta e sfuttamento. Per affermare, sessant’anni dopo, che la legge Merlin non è più attuale, anzi ha fallito.

 

L’abolizione delle case chiuse cioè non ha abolito la prostituzione, come forse sperava la senatrice socialista negli anni Cinquanta, quando con la legge che porta il suo nome furono definitivamente smantellati i “bordelli di Stato”.

 

A creare questo gruppo interparlamentare (dal Pd ai 5Stelle, da Forza Italia a Ncd) riunendo tutte le proposte di legge che pur su posizioni differenti mirano a regolamentare la prostituzione, sono stati Pierpaolo Vargiu, presidente della commissione Sanità della Camera, e Maria Spilabotte, Pd, vicepresidente della commissione Lavoro del Senato. L’idea è quella di riscrivere la Merlin basandosi su alcuni punti cardine. Prima di tutto lo “zoning”, ossia la creazione di aree specifiche decise dai Comuni dove concentrare “l’esercizio” della prostituzione. Quindi la creazione di case “libere e autonome” gestite in proprio da lucciole (o trans o prostituti), l’obbligo per le sex workers di iscriversi alla camera di commercio e di pagare le tasse, e il dovere per i clienti di usare sempre e comunque il preservativo.

PROSTITUZIONE A ROMA

 

«Ogni volta che si cerca di parlare della legge Merlin si finisce sempre nel folklore, per cui alla fine tutto resta com’è», ammette Piepaolo Vargiu, medico e deputato di Scelta Civica. Più o meno come è accaduto poche settimane fa, quando il sindaco Marino ha proposto l’istituzione anche a Roma di “zone rosse” dedicate al mercato del sesso. Ne è seguito un gran dibattito, con il Pd che in maggioranza ha preso le distanze dal sindaco, e molti reportage sulle strade della prostituzione, che hanno mostrato, di nuovo, i volti di lucciole-bambine, schiave e vittime della tratta. Poi il silenzio.

 

«La prostituzione esiste. Questo è il primo dato concreto. La legge Merlin ne voleva l’abolizione e ha fallito. Ma l’80% degli italiani chiede che sia regolamentata. Per questo abbiamo messo insieme parlamentari di tutte le forze politiche, che si impegnino a lavorare per una legge nazionale. Partendo dall’idea di tutelare prima di tutto i sex workers, donna, uomo o trans, creando delle zone dedicate. O delle case che le lucciole possano autogestire, libere dal racket, ma anche trasparenti sul piano fiscale. Le prostitute cioè dovranno pagare le tasse».

PROSTITUZIONE A ROMA

 

I proventi del mercato del sesso sfuggono oggi totalmente al fisco: nove milioni di clienti che producono un giro di quasi quattro miliardi di euro l’anno. Un tesoro che finisce in gran parte nelle mani del racket. In quanto “invisibili”, e sempre ai limiti della legge, le lucciole non possono infatti pagare le tasse, visto che il loro mestiere per lo Stato non esiste. Ma le nuove regole europee prevedono invece che anche il “fatturato” delle sex workers diventi una voce del Pil nazionale...

 

PROSTITUZIONE A ROMA

Dunque diritti e doveri. Mirati anche a progetti di reinserimento sociale per chi decide di abbandonare la strada, e a fermare il dilagare delle malattie a trasmissione sessuale. «Da medico — dice Vargiu — posso affermare che siamo di fronte ad una emergenza. Questo tipo di malattie si stanno diffondendo con numeri impressionanti. E un forte veicolo di contagio arriva proprio dai clienti delle prostitute, che hanno la consolidata abitudine di chiedere rapporti senza profilattico».

 

L’obiettivo sembra dunque quello di rendere trasparente il mestiere più antico del mondo. Tutte regole però che contrastano con un dato di fondo: il 90% delle lucciole (ma anche dei trans) sono oggi vittime di trafficanti di esseri umani. Ragazze-schiave che in nessun modo potrebbero accedere a “case protette”, o “zone rosse” controllate. «È vero — risponde Vargiu — ma così come è accaduto con il gioco d’azzardo, regolamentando il mercato, rendendolo visibile, riusciremo a togliere al racket gran parte dei suoi guadagni. E sarà più facile allora isolare e combattere la parte criminale che resiste».

la prostituzione legale in germania
prostituzione roma 7
prostituzione roma 8