"LA CASTA SI FA LA CLINICA"? FICO SMENTISCE “IL FATTO” - TRAVAGLIO SPARA LA BOMBA SUL NUOVO PRESIDIO SANITARIO DI CAMERA E SENATO CON UN BANDO COMUNE - ROBERTO FICO: “NON È UNA CLINICA, MA UN RINNOVO DI UN SERVIZIO GIÀ ESISTENTE”. CHE SERVE A TUTELARE CHI ACCEDE AI PALAZZI DEI PARLAMENTARI: “IN QUESTO PERIODO ABBIAMO AVUTO SEIMILA ACCESSI A SETTIMANA. DALL’INIZIO DELLA LEGISLATURA…”
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1 – FICO RISPONDE AL FATTO: “NESSUNA CLINICA PER IL PARLAMENTO, SOLO UN PRESIDIO MEDICO”
Ieri Il Fatto Quotidiano ha dato notizia dello stanziamento, da parte dei parlamentari, di 5 milioni per una clinica Covid per deputati e senatori. Oggi al quotidiano risponde il presidente della Camera, Roberto Fico.
“Gentile direttore, sono rammaricato per quanto pubblicato dal suo giornale rispetto a una immaginaria clinica Covid della casta”.
Un progetto che non esiste, scrive Fico, che lo ridimensiona parlando di “presidio medico”.
“Si tratta di un servizio di assistenza medica e infermieristica per la gestione delle emergenze, operativo per tutti coloro i quali accedono a Palazzo Montecitorio. In questo periodo abbiamo seimila accessi a settimana. Mentre dall’inizio della legislatura ci sono stati circa 350mila visitatori, fra gruppi organizzati, scolaresche, partecipanti a convegni ed eventi, oltre a deputati, dipendenti e ditte esterne. Il contratto per il presidio medico attualmente in corso scade a settembre e per la nuova assegnazione si è deciso di procedere con un bando congiunto con il Senato”.
Nulla di nuovo, dunque, chiarisce. Non si tratta di servizi aggiuntivi per il Covid. È
“solo un rinnovo di un servizio già esistente”.
2 – LA CLINICA ANTI-COVID-19 DI CAMERA E SENATO
Il Fatto Quotidiano racconta oggi in un articolo a firma di Ilaria Proietti che a Montecitorio e Palazzo Madama hanno deciso di dotarsi di un presidio ospedaliero interno riservato ai loro inquilini. E per questo sono pronti a spendere 5 milioni di euro (Iva esclusa) per reclutare il personale sanitario necessario a garantire la massima assistenza contro ogni rischio futuro. Che si tratti sempre di coronavirus (molti esperti del settore sono disponibili ad accettare scommesse su un altro picco epidemico in autunno) o di un’emergenza nuova di pacca: l’ordine categorico è sicurezza.
MA CHI GARANTISCE per il futuro? E così è stato attivato il protocollo in modo che “presso la Camera e il Senato della Repubblica venga allestito un Servizio di assistenza medica e infermieristica” ad hoc per la gestione delle emergenze sanitarie. Reclutando “un numero stabile di medici specializzati”in cardiologia e in medicina di urgenza e emergenza, oltre che anestesisti e rianimatori. Ma sarà garantito anche un certo numero di infermieri e di servizi accessori in regime ambulatoriale. Insomma tutto il pacchetto completo e di altissima qualità.
Perché come recita il bando comune pubblicato dalle due amministrazioni “il prezzo non è il solo criterio di aggiudicazione”. Peserà, eccome, il pedigree tecnico e professionale di chi si farà avanti: si pensa a operatori della sanità di un certo rilievo perché uno dei requisiti indispensabili è quello che abbiano a disposizione “un Dipartimento d’emergenza e accettazione (Dea) di primo o secondo livello pienamente operativo ”. Non si sa molto più di perché l’accesso ai documenti del bando in questione è limitato: maggiori informazioni saranno riservate agli operatori interessati che potranno consultare la documentazione di gara. E solo quelli ammessi a presentare l’offerta potranno effettuare un sopralluogo nei locali candidati dalle amministrazioni della Camera e del Senato per accogliere il loro onorevole pronto soccorso.