RAI, DI TUTTO DI PUS - LA MOSSA DI DRAGHI SULLA RAI HA ANNICHILITO I PARTITI E GETTATO NEL TERRORE I PIANI ALTI DI VIALE MAZZINI, ALLARMATI CHE FUORTES POSSA METTERE MANO ALLA RIORGANIZZAZIONE DELLE NEWS: C'È DA DISBOSCARE TESTATE, DIREZIONI, DOPPIONI, PLETORE DI STRUTTURE INUTILI E COSTOSE SERVITE FINORA ALLA LOTTIZZAZIONE. BISOGNA ACCORPARE I TIGGÌ IN DUE NEWSROOM, CON RISPARMI DI DECINE DI POSTI DA DIRETTORI E VICEDIRETTORI – LEGA E FORZA ITALIA SOSPENDONO GLI ATTACCHI A FUORTES E SOLDI: IL CARROCCIO PUNTA ALL'INFORMAZIONE DI RAI 1 CON SANGIULIANO…

-

Condividi questo articolo


1. BASTA DIREZIONI-FOTOCOPIA IL NUOVO CORSO PER I TG RAI ALLARMA LA NOMENKLATURA

Mario Ajello per "Il Messaggero”

 

LA SEDE DELLA RAI IN VIALE MAZZINI LA SEDE DELLA RAI IN VIALE MAZZINI

IL CASO ROMA A Saxa Rubra, ora di pranzo, in mensa, tra tecnici e giornalisti, all'indomani della svolta Draghi sulla Rai, capita di sentire qui e là nei tavoli questo aneddoto per qualcuno (pochi) gustoso e per altri (i più) terrorizzante: «Ma lo sapete che cosa ha combinato il nostro nuovo ad, Fuortes, nel 2014? A poche ore dalla prima della Bohème a Caracalla, la Cgil e la Cisal inducono uno sciopero. Aderiscono gli orchestrali. Il soprintendente decide di andare in scena lo stesso, con un solo pianista». Morale: «Oddio, non è che Fuortes farà così anche con noi qui in Rai?».

carlo fuortes foto di bacco carlo fuortes foto di bacco

 

Si respira un senso di apprensione nella cittadella televisiva, per l'avvento dei nuovi vertici aziendali voluti da Draghi senza dire niente a nessuno, né al cosiddetto partito Rai né ai partiti veri e propri. In fondo il quieto vivere della tivvù pubblica, palude dove nulla si muove da tanto tempo, è stato finora garantito dalla politica che per avere la sua riserva di caccia e la sua dote di poltrone ha garantito conservazione e inerzia. Adesso che Draghi ha annichilito i partiti proprio nel loro luogo privilegiato, il corpaccione Rai si sente più solo e indifeso.

mario draghi all accademia dei lincei mario draghi all accademia dei lincei

 

E sono in tanti i cittadini, fuori dalla Rai, ma qualcuno anche dentro, a dire: finalmente! La paura che circola tra le palazzine dei tiggì e anche nelle stanze alte di Viale Mazzini, quelle dove si insedierà il prossimo Cda già indebolito prima che nasca dallo strapotere del premier e dei suoi emissari, è che tra le urgenze che aspettano Fuortes e la presidente in pectore Soldi si possa mettere mano subito a quella che in ogni modo in questi anni si è cercato di evitare. Ossia: la riorganizzazione-razionalizzazione delle news. Si ricomincia a risentire in queste ore a Saxa Rubra la formula terrorizzante «Piano Gubitosi». Si attribuisce, con ansia, al nuovo ad questa priorità: «Vedrete è la prima cosa che Fuortes fara!».

 

carlo fuortes foto di bacco (1) carlo fuortes foto di bacco (1)

LA FORESTA INUTILE C'è da disboscare testate, direzioni, doppioni, pletore di strutture inutili e costose servite finora alla lottizzazione. «Piano Gubitosi» - dal nome dell'allora dg e risalente alla legislatura 2013, come fa notare Michele Anzaldi, mastino italovivista in Vigilanza Rai, e «osteggiato e affossato in tutti i modi pur di mantenere la cuccagna degli sprechi» - stava e sta a significare: accorpamento dei tiggì in due newsroom, con risparmi di decine di posti da direttori e vicedirettori, e poi una volta a regime in una sola newsroom. Ovvero, TgR e RaiNews insieme da una parte e Tg1, Tg2, Tg3 dall'altra. Un modo per mettere in comune le forze, per non far fare a tutti lo stesso telegiornale moltiplicato per le varie testate e per le varie edizioni.

 

marinella soldi marinella soldi

Razionalizzazione sacrosanta, ovviamente, ma la Rai ha regole tutte sue. Sono quelle che la nuova governance non potrà che rivedere. Non è cambiato quasi nulla, infatti, dalla celebre immagine in cui si vede Renzi in Australia, da premier, contornato da sei microfoni Rai, ovvero da sei troupe della stessa televisione, da decine di inviati tra tecnici e giornalisti pagati in trasferta per girare tutti la medesima scena. Quella immagine fu il simbolo di un sistema da cambiare. Nulla è cambiato però: basti vedere la sequenza del governatore Visco, giorni fa a Venezia, con una pletora di microfoni della Rai sotto il mento.

 

CARLO FUORTES AI WEIWEI CARLO FUORTES AI WEIWEI

Ecco dunque il piano di razionalizzazione news che ridiventa, per un rilancio vero dell'azienda, un punto cruciale. Capace di portare un risparmio di 80 milioni l'anno il primo anno e poi, se da due le newsroom diventano una per la disperazione dei partiti che hanno meno poltrone apicali dove piazzare i protetti, altri risparmi e inizi di guadagno. Per non dire dell'urgenza mai presa davvero in considerazione se non a parole di fare un vero sito della Rai: capace di prendersi una centralità digitale che ora è lungi dall'avere pur trattandosi della prima industria culturale italiana (la Bbc ci straccia sul web).

 

mario draghi mario draghi

Quelli che si aspettano e non paventano, una vera rivoluzione targata Fuortes, parlano a ragione di 3 anni di stallo totale nell'ultima gestione. Con il Piano Salini servito solo a moltiplicare direzioni e strutture. L'indebitamento cresciuto è un altro problema per il nuovo ad. Così come gli ascolti che nonostante il lockdown non sono stati all'altezza. E Mediaset si è avvicinata negli ascolti, mentre La7 s' è presa il monopolio dell'approfondimento. Per non dire dell'accresciuto strapotere degli agenti delle star, come ha dimostrato l'ultimo Sanremo. Dunque va cambiato tutto? Molti tremano, ma c'è anche chi ci spera.

viale mazzini viale mazzini

 

2. RAI, SI TRATTA SULLA DIREZIONE DEI TG

Lega e Forza Italia sospendono gli attacchi a Fuortes e Soldi. Il Carroccio punta all'informazione di Rai 1

Antonella Baccaro per il “Corriere della Sera”

È una settimana complicata quella che si apre domani per la Rai e, nelle attese del governo, decisiva per il rinnovo del consiglio d'amministrazione. Il blitz del ministero dell'Economia, che venerdì ha indicato i due consiglieri, l'ad Carlo Fuortes e la presidente Marinella Soldi, ha avuto lo scopo di spingere i partiti a sciogliere la riserva sui quattro consiglieri di nomina parlamentare, la cui scelta era stata rinviata a mercoledì.

 

carlo fuortes foto di bacco carlo fuortes foto di bacco

Ma la mossa, oltre a sollevare forti critiche di Forza Italia e Lega, rischia di non essere risolutiva nel breve. I due candidati, prima di essere proposti all'assemblea degli azionisti Rai, fissata per domani, devono passare dal Consiglio dei ministri. Ma domani sarà improbabile che questo venga convocato in assenza del ministro dell'Economia, Daniele Franco, impegnato per due giorni a Bruxelles. Così è possibile che anche l'assemblea della Rai resti aperta senza procedere alla nomina dei due candidati. Peraltro il momento politico non è dei migliori: la riforma della giustizia ha fatto esplodere la protesta all'interno del Movimento 5 Stelle che oggi arriverà a un chiarimento.

 

MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA MATTEO SALVINI CON LA MASCHERINA

Non sarà indifferente l'esito di questo confronto, anche perché i grillini dovrebbero nominare mercoledì un consigliere di amministrazione e, senza un accordo, potrebbe scattare l'ennesimo rinvio. Intanto ieri non si sono registrati nuovi attacchi ai due candidati governativi da parte di Lega e FI. Il che non significa che la protesta sia rientrata ma piuttosto che sono partite le trattative dietro le quinte.

 

MARINELLA SOLDI MARINELLA SOLDI

Carroccio e Forza Italia vorrebbero far saltare il consigliere di nomina FdI nel cda: mossa difficile da realizzare perché se Forza Italia aveva cercato di evitare lo scontro con Meloni, puntando alla poltrona del presidente, ora non può più farlo. Ma la trattativa più interessante è quella sulle prossime direzioni di reti e tg.

 

gennaro sangiuliano foto di bacco (2) gennaro sangiuliano foto di bacco (2)

La Lega ha puntato il Tg1 che vorrebbe affidare a Gennaro Sangiuliano (ora al Tg2): la minaccia è di non ratificare la nomina della presidente Soldi in commissione di Vigilanza, dove è richiesta la maggioranza di 27 voti su 40. Pd, Leu, Iv, M5S ne contano 17, 19 conteggiando Casini e De Petris. Ne mancano otto: sette ne conta la Lega, sette Forza Italia, due Fratelli d'Italia e cinque il Misto, da cui è difficile attingere: i più sono ex grillini. «Il mio voto non l'avranno» dichiara, tra questi, Gianluigi Paragone.

carlo fuortes carlo fuortes mario draghi mario draghi il cavallo della rai di viale mazzini il cavallo della rai di viale mazzini MARINELLA SOLDI MARINELLA SOLDI gennaro sangiuliano foto di bacco gennaro sangiuliano foto di bacco gennaro sangiuliano foto di bacco (1) gennaro sangiuliano foto di bacco (1) matteo salvini manifestazione della lega alla bocca della verita matteo salvini manifestazione della lega alla bocca della verita MARINELLA SOLDI MARINELLA SOLDI carlo fuortes foto di bacco carlo fuortes foto di bacco

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...