RATZINGA CITTADINO VALDOSTANO – GAFFE VIENNESI: L’ALTO ADIGE VOTI L’ANNESSIONE ALL’AUSTRIA – ALEMANNO CELEBRA TOTTI (CHE DIRÀ IL FIGLIO LAZIALE?) – GIORNALISTI, FACEBOOK NON È UNA “FONTE” – MASTELLA: DA MINISTRO ERO IL PROVENZANO DELLA POLITICA…

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Da "Il Giornale"

1 - IL PAPA RICEVERÀ LE CHIAVI DI INTROD...
La fedeltà viene premiata e Benedetto XVI, affezionato frequentatore della Val d'Aosta come località di vacanza, riceverà in autunno le chiavi della cittadina di Introd che ieri ha approvato all'unanimità in Consiglio comunale la proposta di conferire a Ratzinger la cittadinanza onoraria. È la terza volta che il pontefice si reca in Val d'Aosta per la pausa estiva ed è la tredicesima che un Papa è ospite di questa splendida valle dove trascorre il periodo di riposo.

benedetto xvibenedetto xvi

Osvaldo Naudin, primo cittadino di Introd, spiega che la consegna delle chiavi avverrà forse a dicembre quando una delegazione valdostana raggiungerà il Vaticano e offrirà a Benedetto XVI le chiavi del paese. Intanto però sull'estate 2010 vige ancora il segreto: top secret il luogo dove il Papa soggiornerà in ferie.

2 - «L'ALTO ADIGE VOTI L'ANNESSIONE ALL'AUSTRIA»: BUFERA A VIENNA...
È finita in un autogol clamoroso, un bingo al contrario che ha scontentato tutti, perfino quelli che, storicamente, vedrebbero di buon occhio una secessione dell'Alto Adige verso il vicino Tirolo. La proposta di Martin Schaf, vicepresidente del Parlamento di Vienna, esponente dell'estrema destra austriaca, è finito nel mirino bipartisan non solo dei diversi gruppi politici che compongono l'assise austriaca ma anche degli stessi esponenti locali dell'Alto Adige. Che cosa ha fatto Schaf? Ebbene, ha chiesto lo svolgimento di un referendum sull'annessione all'Austria dell'Alto Adige Sudtirol.

A suo modo, c'è da dire, una risposta l'ha già avuta nel momento stesso in cui tutti gli si sono scagliati contro, senza troppe esitazioni. «Benvenuto in Absurdistan, sellate i cammelli» ha commentato ironicamente il quotidiano austriaco "Kurier" proprio mentre il presidente della Provincia autonoma di Bolzano e presidente di turno della Regione Trentino-Alto Adige, Luis Durnwalder ha definito «irresponsabile» l'idea di Schaf.

«Quelli che credono di risolvere i problemi di domani con le idee di ieri si sbagliano di grosso. Ho già chiesto diversi mesi fa le dimissioni di Martin Schaf perché non ha le distanze sufficienti dall'ideologia di estrema destra. La mia posizione non è cambiata» ha rincarato il ministro degli Esteri austriaco, Michael Spindelegger, che ha raccolto attorno alla propria richiesta di dimissioni anche l'adesione dei socialdemocratici, partner dei conservatori nella coalizione di governo. Sulla stessa linea di condotta anche i Grunen, gli ecologisti austriaci, che hanno perso la pazienza al punto da chiedere l'ok a una legge che permetta di revocare uno dei vicepresidenti del Parlamento.

Delegato rondeDelegato ronde

3 - CHIEDONO FIRME PER AVERE LE RONDE: MINACCE NO GLOBAL...
La loro non era neppure una ronda. Era una semplice raccolta di firme per chiedere al governo di mandare i militari anche a Genova, a collaborare con le forze dell'ordine. Ma la loro «colpa» era all'origine. Erano parlamentari e consiglieri regionali del Pdl, quindi «fascisti» da «cacciare», nel migliore dei casi.

Ieri pomeriggio l'onorevole Michele Scandroglio, coordinatore regionale Pdl, il senatore Giorgio Bornacin, i consiglieri regionali Gianni Plinio e Matteo Rosso avevano organizzato un banchetto nel centro storico genovese, là dove la richiesta di sicurezza è più forte. Ma una trentina di no global ed esponenti della sinistra radicale hanno a lungo minacciato il loro presidio, costringendo carabinieri e polizia a chiudere l'intera piazza per proteggere gli esponenti del Pdl. La situazione di tensione è andata avanti a lungo, impedendo anche ai cittadini di raggiungere il banchetto per firmare.

4 - ALEMANNO VA IN GOL CON TOTTI...
Gianni Alemanno, che non passa per essere appassionato di calcio, è stato ieri l'uomo assist che ha mandato in gol Francesco Totti, premiato dal sindaco nell'aula Giulio Cesare al Campidoglio per il record di 178 gol con la maglia della Roma. Una cerimonia che non avrà fatto felice Manfredi Alemanno, figlio del primo cittadino, accreditato invece di una pallida fede biancoazzurra per i rivali stracittadini di Totti.

GIANNI ALEMANNO - copyright PizziGIANNI ALEMANNO - copyright Pizzi

Il capitano giallorosso ha detto che il premio rappresenta un motivo di orgoglio ed è il più importante della sua carriera, ma ha confermato di essere decisissimo a incrementare il bottino di gol. Alemanno ha consegnato a Totti una targa e una maglia con fascia tricolore, stemma della Roma e il numero 178.

5 - CRONISTI, OCCHIO ALLA «FONTE» FACEBOOK...
Facebook è una miniera di notizie, ma guai a prendere come oro colato le informazioni che vi si possono trovare. L'inputviene dal garante della Privacy, Francesco Pizzetti, che ha scritto all'Ordine dei giornalisti e alla Fieg per sensibilizzare sul tema il mondo dei media. La facile accessibilità dei dati non giustifica insomma un uso indiscriminato di questi, spiega il garante che invita a una scrupolosa verifica delle informazioni ottenute, visto che gli utenti dei social network (e quindi non solo Facebook) non sono ancora pienamente consapevoli del fatto che i dati personali, da loro inseriti, sono facilmente raggiungibili attraverso i motori di ricerca.

6 - MASTELLA: «DA GUARDASIGILLI ERO IL PROVENZANO DELLA POLITICA»...
«Quando ero ministro della Giustizia, ero diventato il Provengano della politica». Clemente Mastella non lesina attacchi agli ex compagni di cordata anche se questa volta, da Cortina, sul palco della rassegna «Cortina Incontra» i suoi strali sono rivolti al sistema e, più indirettamente, a un gruppo politico. L'europarlamentare del Pdl, intervenuto al dibattito intitolato «Buco della serratura» ha anche riferito quello che gli disse Cossiga allorquando ottenne il dicastero della Giustizia.

FRANCESCO TOTTI - Copyright PizziFRANCESCO TOTTI - Copyright Pizzi

«Appena diventai ministro - ha detto Mastella - il presidente emerito mi disse: "Da oggi tu e la tua famiglia sarete intercettati da due o tre Procure. Io, la mia famiglia, la mia scorta siamo tutti intercettati"». ma andò oltre, stando sempre a quanto riferito da Cossiga Mastella a Cortina: «Ci sono forme esagerate e spinte, in tre anni l'Italia ha speso un miliardo e 300 milioni di euro per svolgere intercettazioni».

 

 

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