LA RICREAZIONE “UMANITARIA” È FINITA - E DOPO MEDICI SENZA FRONTIERE È IL TURNO DI SEA EYE: ''SOSPESE LE ATTIVITÀ IN MARE. NON È POSSIBILE PROSEGUIRE IL NOSTRO LAVORO DI SALVATAGGIO’’ - E SULLA STESSA LINEA SI SCHIERA ANCHE SAVE THE CHILDREN - ORA GLI SCAFISTI PUNTANO SULLA SPAGNA

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Luca Romano per Il Giornale.it

MEDICI SENZA FRONTIERE E IL SOCCORSO AI MIGRANTI

 

E dopo Medici senza Frontiere è il turno di di Sea Eye: sospese le attività in mare. L'Ong lo ha annunciato in un primo momento su Twitter: "Cari amici, oggi abbiamo deciso a malincuore di sospendere temporaneamente le nostre missioni di salvataggio". Poi a spiegare le ragioni della rinuncia è stato il direttore Michael Busch Heuer con un messaggio su Facebook: ""Il motivo è la mutata situazione di sicurezza nel Mediterraneo occidentale, dopo che il governo libico ha annunciato una proroga a tempo indeterminato e unilaterale delle acque territoriali, in relazione ad una minaccia esplicita contro le ong private".

 

MIGRANTI

In queste circostanze, aggiunge "non è possibile proseguire il nostro lavoro di salvataggio. Sarebbe irresponsabile nei confronti dei nostri equipaggi". "Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane analizzeremo attentamente il cambiamento della situazione di sicurezza al largo della costa libico e discuteremo la nostra azione futura" conclude.

 

I SOCCORSI DELLA IUVENTA INTERCETTANO LA NAVE DEI MIGRANTI

E sulla stessa linea si schiera anche Save the Children: "Ci rammarica di dover essere costretta a mettere in pausa le proprie operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo a causa delle decisioni dalla Marina Libica di controllare le acque internazionali in cui normalmente opera la nave di Save the Children con l’obiettivo di salvare vite umane. Si tratta - viene sottolineato nella nota - di una situazione molto preoccupante per il rischio di sicurezza dello staff e per la reale capacità della Vos Hestia di mettere in atto la propria missione di soccorso".

MEDICI SENZA FRONTIERE E IL SOCCORSO AI MIGRANTI
MEDICI SENZA FRONTIERE E IL SOCCORSO AI MIGRANTI