RIPRENDIAMOCI LA LIBIA - L'ITALIA VUOLE RECUPERARE LE SUE POSIZIONI A TRIPOLI, DOPO L'OFFENSIVA FRANCESE COMINCIATA CON L'INTERVENTO DI NICOLAS SARKOZY E LA FINE DEL REGIME DI GHEDDAFI - CON AL-SERRAJ, DESCALZI HA FATTO IL PUNTO DELLE ATTIVITÀ DELL'ENI NEL PAESE - MACRON, IN DIFFICOLTA’ PER IL CASO BENALLA, E’ COSTRETTO A RINCULARE

-

Condividi questo articolo


Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

BENALLA E MACRON BENALLA E MACRON

L'impaziente Emmanuel Macron è abituato a correre, ma sulla Libia forse ha corso un po' troppo, col rischio di ritrovarsi senza fiato e di farsi superare da altri due outsider sulla scena internazionale, l' americano Trump e l' italiano Conte. Non a caso il presidente del Consiglio ha approfittato della visita a Washington, - dove si è parlato di cabina di regia Italia-Usa per il Mediterraneo allargato - per confermare l'organizzazione di una conferenza internazionale sulla Libia che dovrebbe svolgersi in Italia il prossimo autunno e che dovrà coinvolgere tutti i (numerosissimi) protagonisti della crisi libica.

 

Una conferenza per cercare una soluzione «à l'italienne», dopo i risultati finora poco tangibili delle conferenze organizzate a Parigi da Macron. A dimostrazione che la via italiana a una pace libica non è un'idea estemporanea del governo, mentre Conte si gemellava con Trump a Washington sulla politica in Medio Oriente, l'amministratore delegato dell' Eni Claudio Descalzi era a Tripoli per incontrare Fayez Al-Serraj, capo del Consiglio della presidenza del governo libico di unità nazionale.

 

descalzi descalzi

LA SCALATA

L'Italia è pronta a recuperare le sue posizioni in Libia, dopo l' offensiva francese cominciata con l' intervento di Nicolas Sarkozy e la fine del regime di Gheddafi. Con al-Serraj, Descalzi ha fatto il punto delle attività dell'Eni nel paese (l'Ente è presente dal 1959) ma ha soprattutto parlato di futuro, in particolare di Elettricità e servizi. Eni resta il principale fornitore di gas alla Libia, con un mercato che è raddoppiato negli ultimi quattro anni e che è destinato ad alimentare le centrali elettriche del paese per una capacità di generazione di energia di oltre 3GW.

 

AL SERRAJ AL SERRAJ

Con Al-Serraj, Descalzi ha parlato anche di progetti sociali e sostenibilità in corso, in particolare nei settori della sanità e dell' accesso di acqua potabile. Progetti di un valore complessivo per oltre 25 milioni di dollari. Segno che l'Italia è pronta a svolgere di nuovo il suo ruolo nel paese. Anche sul versante diplomatico i pianeti sono allineati per un ritorno in scena dell' Italia dopo il protagonismo francese.

 

IL FRONTE INTERNO

Macron è per il momento impegnato dal fronte interno, adesso con le conseguenze dello scandalo estivo relativo al suo ex bodyguard Alexandre Benalla (ieri le mozioni di sfiducia contro il presidente sono state respinte), e poi, in settembre, con la ripresa del dibattito sulle riforme costituzionali e le riforme sociali. Sul piano internazionale, è soprattutto l'Europa al centro delle sue preoccupazioni.

haftar haftar

 

La conferenza del 29 maggio sulla Libia non ha fornito i risultati sperati e non sembra per ora nemmeno poter assicurare la road map che aveva delineato. La conferenza si era conclusa senza un accordo: nessuno dei partecipanti (mancavano tra l'altro i rappresentanti di alcune milizie libiche dell'est del paese) aveva voluto impegnarsi con una firma.

 

minniti haftar minniti haftar

Il presidente francese aveva comunque parlato di un «risultato» storico, innanzitutto per la presenza allo stesso tavolo dei diversi protagonisti della crisi, in particolare, accanto a al-Serraj, del generale Haftar, e delle regioni orientali del paese (quelle tra l'altro, dove si trovano la maggior parte di giacimenti di petrolio). A Parigi, Macron era riuscito a strappare alle parti una vaga promessa di svolgimento di elezioni per il 10 dicembre. Una data che a molti Italia compresa sembra precipitosa.

 

FUOCHI A TRIPOLI PER SARRAJ FUOCHI A TRIPOLI PER SARRAJ

I mediatori italiani vorrebbero appunto proporre di distendere i termini. In base alla road map di Parigi, per votare a dicembre, i libici dovrebbero avere adottato una nuova costituzione entro il 16 settembre. Una sfida che l'inviato speciale dell' Onu Ghassan Salamé aveva definito colossale. Gli italiani, forse più esperti dei ritmi delle mediazioni necessarie a ricomporre il puzzle libico, dovrebbero proporre tappe più lunghe e realistiche.

TRIPOLI IN FESTA PER SARRAJ TRIPOLI IN FESTA PER SARRAJ libia divisione cirenaica tripolitania fezzan libia divisione cirenaica tripolitania fezzan

 

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY


ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...