SALVINI E MELONI COME MONTECCHI E CAPULETI - IL PASSAGGIO DEL SINDACO DI VERONA FEDERICO SBOARINA A “FRATELLI D’ITALIA” SCOMBUSSOLA IL “CAPITONE”, CHE SI È SCAPICOLLATO IN VENETO, DOVE LA LEGA BY ZAIA ANCORA VANTA PERCENTUALI BULGARE – ALLE COMUNALI MANCA UN ANNO, MA GIÀ C’È IL PIANO B: LA FEDERAZIONE CON FORZA ITALIA PER SBARRARE LA STRADA AI MELONIANI. CON LA BENEDIZIONE DEL “DOGE”

-

Condividi questo articolo


Francesco Bechis per www.formiche.net

 

federico sboarina giorgia meloni. federico sboarina giorgia meloni.

Parola d’ordine: federare. Anzi, foderare. Cioè mettere una fodera intorno a Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni che continua a scalare i sondaggi. Verona, città dell’amore shakespeariano, potrebbe diventare la prima, vera città della discordia. Lega e Forza Italia, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, insieme per un candidato unitario alle elezioni comunali del 2022, senza la Meloni.

 

matteo salvini luca zaia e le ciliegie 2 matteo salvini luca zaia e le ciliegie 2

È lo scenario che si apre all’indomani dell’ultimo acquisto della leader di Garbatella in casa centrodestra: Federico Sboarina, cinquant’anni, sindaco di Verona dal 2017, fresco di tesseramento a Fdi. “Un ritorno a casa”, lo ha definito lui la scorsa settimana, quando ha dato l’annuncio. E in parte è vero: consigliere comunale nel 2002 con Alleanza nazionale, di nuovo assessore allo sport nel 2007, candidato (non eletto) con il Pdl nel 2012. La sua è una storia di destra.

 

salvini zaia salvini zaia

Eppure la notizia dell’adesione a Fdi ha creato non poco scompiglio dalle parti del Carroccio, tanto da finire al centro del viaggio-lampo del segretario Matteo Salvini in Veneto, venerdì scorso. La visita, già in programma per presenziare, insieme al governatore Luca Zaia, ai funerali di Gianluigi Contarin, sindaco di Riese e vecchia guardia della Lega veneta, ha offerto l’occasione di un check-up nella roccaforte scaligera. Così l’agenda si è infittita. Due conferenze stampa, una per presentare i referendum sulla Giustizia, l’altra per inaugurare 12 nuovi sindaci di piccoli e medi comuni e una trentina di amministratori, poi i faccia a faccia con Zaia e i responsabili del Veneto.

 

giorgia meloni. federico sboarina giorgia meloni. federico sboarina

La vicenda Sboarina brucia e non poco. Numeri alla mano, la Lega non ha niente da temere dalla Meloni in Veneto. Dalle regionali di settembre, che hanno incoronato ancora una volta il “Doge” con percentuali bulgare, le truppe di Fdi si sono rafforzate, ma hanno pescato altrove, fra Cinque Stelle e Forza Italia, e comunque senza ottenere alcuna posizione di rilievo. Fa eccezione Elena Donazzan, assessora all’Istruzione di Fdi, che però, racconta chi la conosce, è assai più vicina a Zaia che alla dirigenza romana del partito.

 

silvio berlusconi con matteo salvini silvio berlusconi con matteo salvini

Per questo forse il salto del fossato di Sboarina ha suonato un campanello d’allarme. Che il primo cittadino veronese avesse un piede in Fdi non è un mistero, “aveva la tessera in tasca da ottobre”, mugugnano i leghisti. Ad avvicinarlo fu tempo fa il senatore ed ex assessore veronese Stefano Bertacco, scomparso prematuramente un anno fa e ricordato con una cerimonia pubblica dalla Meloni e da Sboarina questo week end.

 

È il tempismo a fare la differenza. La presidente di Fdi, ragionano in queste ore a via Bellerio, “ha voluto moltissimo” l’annuncio in pompa magna del sindaco di Verona. Ma alle elezioni manca ancora un anno, e un anno, in politica, è un’era geologica. Sboarina ha già detto di volersi ricandidare. I numeri, però, non sono proprio dalla sua parteò.

 

TOSI E ZAIA TOSI E ZAIA

Dopo dieci anni di dominio incontrastato dell’ex leghista Flavio Tosi, il sindaco uscente passato nei ranghi della Meloni può sfoggiare sondaggi molto modesti: il 35,5% dei consensi, secondo una recente stima di Arcadia, tallonato alle spalle dal possibile candidato di centrosinistra, l’ex calciatore Damiano Tommasi (28.0%) e da Tosi (26,8%).

 

I malumori sono trasversali e attraversano anche il centrodestra. In consiglio Forza Italia non vuole neanche saperne di una ricandidatura e fra i leghisti c’è chi spera in un nome più affezionato alle “battaglie identitarie” del Veneto, a partire dall’autonomia. Il passaggio nella squadra di Fdi facilita il trapasso. Così in questi giorni si fa strada un piano B. Se la Meloni dovesse insistere per un bis di Sboarina, Lega e Fi potrebbero pensare a un candidato unitario e sbarrargli la strada verso il ballottaggio.

 

giorgia meloni federico sboarina giorgia meloni federico sboarina

Sarebbe un primo, travagliato banco di prova per la tanto discussa federazione di Salvini e Berlusconi. Certo non resterebbe senza conseguenze. Ma l’ipotesi è in campo e trova una volta tanto compatto tutto il fronte leghista. In Veneto gli “zaiani” e Fdi sono come il gatto e il topo. E forse è anche questo il segnale che più di tutti allontana una “tentazione nazionale” da Zaia. Per fare i conti con i palazzi romani e aspirare alla leadership del centrodestra bisogna per forza parlare con la Meloni. Ma il “Doge”, per ora, sembra avere altri programmi.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…

DAGOREPORT – GIUSEPPE CONTE VUOLE LA DIREZIONE DEL TG3 PER IL “SUO” GIUSEPPE CARBONI. IL DG RAI ROSSI NICCHIA, E PEPPINIELLO MINACCIA VENDETTA IN VIGILANZA: VI FAREMO VEDERE I SORCI VERDI – NEL PARTITO MONTA LA PROTESTA CONTRO LA SATRAPIA DEL FU AVVOCATO DEL POPOLO, CHE HA INFARCITO LE LISTE PER LE EUROPEE DI AMICHETTI - LA PRECISAZIONE DEL M5S: "RETROSCENA TOTALMENTE PRIVO DI FONDAMENTO. IN UN MOMENTO IN CUI IL SERVIZIO PUBBLICO SALE AGLI ONORI DELLE CRONACHE PER EPISODI DI CENSURA INACCETTABILI, IL MOVIMENTO 5 STELLE È IMPEGNATO NELLA PROMOZIONE DEGLI STATI GENERALI DELLA RAI..."