SALVINI, SOGNO O SONDAGGIO? ALLARME PER LA LEGA. PERSI OTTO PUNTI NEL NORD EST – LA BASE NEL SETTENTRIONE CHIEDE RISULTATI SULL’ECONOMIA – NON E’ UN CASO CHE I DUE GOVERNATORI FONTANA E ZAIA ABBIANO INIZIATO A PRESSARE PER AVERE L’AUTONOMIA

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SALVINI BACIO

Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

In alcune aree d' Italia ha percentuali che ricordano la Dc degli anni Sessanta, i sondaggi la accreditano stabilmente sopra il 30%, ma mentre nel Centro e al Sud sale vertiginosamente nei consensi, al Nord la Lega inizia a perderne.

 

La flessione nel Settentrione è evidente, in alcuni casi marcata, ma sta dentro una progressione che non ha eguali, se è vero che - numeri alla mano - sopra la «linea gotica» il Carroccio fluttua tra il 30 e il 40% nelle intenzioni di voto. Non c' è dubbio che gli avversari di Salvini vorrebbero avere i suoi problemi, però il dato emerso da un sondaggio riservato non è passato inosservato ai governatori leghisti, preoccupati all' idea che non sia un assestamento ma possa preludere a un' inversione di tendenza.

 

MATTEO SALVINI SELFIE

Lo studio, che da giorni passa di mano in mano anche tra gli «alleati» di centrodestra, suddivide il territorio nazionale nelle circoscrizioni con cui si andrà alle urne in maggio per l' Europarlamento. Al fixing odierno, lo scenario prefigura per il titolare dell' Interno un' avanzata travolgente: nelle regioni del Centro - che comprendono il Lazio e la Toscana dove il trend è in forte ascesa - il dato delle Politiche (15,7%) verrebbe raddoppiato (29%); nel Mezzogiorno addirittura triplicato (dal 6,2 al 18%); e così di fatto nelle Isole (dal 6,6 al 16%).

 

Tolta la vecchia definizione che l' ha contraddistinta, la Lega diverrebbe davvero una forza a dimensione nazionale, se non fosse che proprio al Nord si registra un arretramento. Sia chiaro, restano percentuali plebiscitarie, superiori al 40%, ma c' è un motivo se i presidenti delle regioni guidate dal Carroccio non intendono sottovalutare quel segno «meno». Nella circoscrizione Lombardia-Piemonte-Liguria il loro partito ottenne alle Politiche il 25,7%, mentre oggi è valutato al 42%.

MATTEO SALVINI SUSHI

 

Nell' area Veneto-Trentino Alto Adige-Friuli Venezia Giulia-Emilia Romagna, si passerebbe dal 25,5% del 4 marzo al 40,1%. Manco in Bulgaria.

Il problema è che tra il rilevamento di settembre e quello di dicembre la Lega nel Nord-Ovest ha perso 3 punti e nel Nord-Est 8 punti e mezzo.

 

Settembre è il mese in cui è iniziato l' iter della manovra, il mese delle feste sul balcone di Palazzo Chigi, il mese dei «numerini» e della sfida all' euroburocrazia. Da allora - secondo il sondaggio - il 3% degli elettori già orientati a sostenere il Carroccio ha deciso che non lo voterà più. Sarà pur vero che (quasi) tutti questi consensi potenziali finiscono per assenza di alternativa nell' astensionismo, oggi accreditato del 35%.

 

salvini

Nel report però c' è un dato che vale come un «alert»: il 49% di quanti sono pronti a votare per Salvini attendono di verificare se il governo passerà «dalle parole ai fatti», prima di appoggiarlo. È il magma sotto la crosta del consenso leghista che attraversa per intero lo Stivale, e che fa di queste percentuali un blocco non consolidato. È il timore che si avverte tra i dirigenti del Nord, impegnati a gestire il malcontento della base verso i grillini. È il «partito del Pil», descritto da Dario Di Vico sul Corriere . È (anche) a loro che Giorgetti ha parlato quando ha criticato il reddito di cittadinanza, un tema su cui Salvini aveva imposto la sordina a Fontana e Zaia, dopo i loro ripetuti attacchi.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

 

Per aggirare il veto, i due governatori hanno preso a battere il tasto dell' autonomia regionale, che da mesi il ministro Stefani portava avanti a fatica per via del «boicottaggio» di alcuni suoi colleghi grillini. Ieri la riforma è stata incardinata dal governo, ma è evidente come restino delle difficoltà se Conte ha promesso di incontrare i presidenti delle regioni «verso il 15 febbraio», una frase simile a quella con cui al Senato ha cercato di camuffare la resa alla Commissione europea sulla manovra, dicendo che il rapporto deficit-Pil sarebbe stato «circa del 2,04%».

 

Finora Salvini ha saputo destreggiarsi nelle relazioni di governo con Di Maio e nella gestione delle due «Leghe»: quella vecchia (stretta alle realtà imprenditoriali del Nord), e quella nuova (imperniata sul sovranismo e sulle emergenze sociali). Così il suo partito sta assorbendo il centrodestra e conquistando pezzi di grillismo. Così sta diventando un' idrovora di consensi potenziali. Che sono cambiali da portare ancora all' incasso.

 

FEDRIGA TOTI FONTANA ZAIA
matteo salvini a piazza del popolo 10