SCHIAFFO A SARKOZY, ASSOLTO VILLEPIN - SOLO DUE CONDANNE A PARIGI NEL PROCESSO SUL CASO CLEARSTREAM – IL GRANDE NEMICO DEL PRESIDENTE SI PRENDE LA SUA RIVINCITA ED È PRONTO A RIENTRARE IN GIOCO. E LA POSTA SARÀ DI NUOVO L’ELISEO (LA PROCURA RICORRE IN APPELLO)…

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1- SCHIAFFO A SARKOZY, ASSOLTO VILLEPIN...
Massimo Nava
per "il Corriere della Sera"

Villepin e Sarkozy che fanno jogging insieme nel 2005Villepin e Sarkozy che fanno jogging insieme nel 2005

Dominique de Villepin è stato assolto al processo Clearstream, l'affare di spionaggio di Stato trasformatosi in una feroce resa dei conti fra l'ex primo ministro dell'era Chirac e l'attuale presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy. Villepin, che l'opinione pubblica internazionale ricorderà per l'appassionato discorso all'Onu contro la guerra in Iraq, era accusato di aver in qualche modo manipolato e strumentalizzato le false liste di Clearstream, la società lussemburghese in cui si presumeva fossero custoditi conti segreti di uomini politici, fra i quali appunto Sarkozy.

VillepinVillepin

Lo scandalo, stando alla lettura accusatoria del complotto «ordito» da Villepin, avrebbe dovuto sbarrare la strada dell'Eliseo a Sarkozy e proiettare al suo posto l'ex primo ministro.

Il tribunale di Parigi ha anche assolto il giornalista Denis Robert, autore del primo scoop e ha invece condannato a pene di tre anni (rispettivamente 18 e 15 mesi senza condizionale) i due principali imputati del complotto, il tecnico informatico Imad Lahoud, considerato l'autore dei falsi e l'ex top manager del consorzio aeronautico Eads, Jean-Louis Gergorin, il «corvo» che aveva portato le false liste sul tavolo di Villepin e ne aveva informato il giudice.

Chirac circondato da Raffarin, Sarkozy e Villepin - 2004Chirac circondato da Raffarin, Sarkozy e Villepin - 2004

Nel giorno del suo cinquantacinquesimo compleanno, la sentenza appare come uno schiaffo al presidente Sarkozy che aveva giurato tremenda vendetta, sentendosi giustamente vittima di una congiura che aveva fra l'altro coinvolto giornalisti e alti esponenti dei servizi segreti.

Di conseguenza, Villepin può cantare vittoria e, con abituale retorica, è uscito dal tribunale dicendo: «Giustizia è stata fatta. La mia innocenza è stata provata. Rendo omaggio al coraggio del tribunale che ha fatto trionfare il diritto sulla politica. Non sento nessun rancore, voglio voltare pagina e continuare a servire la Francia». Uno spirito di servizio che lascia immaginare le ambizioni dell'ex premier per il futuro.

Sarkozy ha «preso atto» della sentenza, annuncia di non voler fare appello e si accontenta del fatto che la grave manipolazione sia stata provata e condannata con il carcere senza condizionale. «Ho avuto soddisfazione», ha detto il presidente.

Il giudizio rivela l'indipendenza della magistratura, se si ricorda che Sarkozy, con una procedura insolita, si era costituito parte civile, pur godendo dell'immunità presidenziale che impediva a Villepin di ritorcere le accuse contro di lui.

dominique de villepindominique de villepin

2- NICOLAS E DOMINIQUE, I DUELLANTI E LA POSTA SARÀ DI NUOVO L'ELISEO...
Massimo Nava
per "il Corriere della Sera"

Che farà adesso Dominique de Villepin? Dove vorrà arrivare l'appassionato studioso di Napoleone che, come l'imperatore, torna sull'altare dopo essere stato nella polvere? La Francia percepisce la discesa in campo di un nuovo candidato all'Eliseo dopo una sentenza che restituisce dignità all'ex primo ministro e lo rilancia nell'arena dove, fino a ieri, si aggirava come un «cadavere della politica».

Sarkozy, in calo nei sondaggi e in difficoltà nella sua maggioranza, subisce un oggettivo contraccolpo e vede risorgere quel rivale che aveva minacciato di «appendere al gancio dei macellai» e che, dal canto suo, si sentiva vittima di un «accanimento» senza ragione. La decisione del presidente di costituirsi parte lesa si rivela un boomerang, anche se in effetti la sentenza ha messo in evidenza il complotto ai suoi danni, essendo stato infangato sui giornali in piena campagna elettorale per l'Eliseo.

Oggi, si sa almeno che lo scandalo fu il parto della fantasia di un manager un po' mitomane, Jean Louis Gergorin, animato probabilmente da un'ansia di verità attorno alla morte improvvisa del presidente della Lagardère, per il quale aveva lavorato. Gergorin era convinto che le liste Clearstream fossero il terminale di un vorticoso giro di tangenti attorno a forniture d'armi e alle famose fregate militari vendute a Taiwan.

Mentre fu subito evidente l'estraneità di Sarkozy, il quale prese al volo l'occasione per calarsi nei panni della vittima, resta da chiarire perché tutti gli indizi portarono a considerare Villepin una sorta di principe nero istigatore del complotto, addirittura con la copertura del suo padrino politico, Jacques Chirac.

È infatti storia politica che Chirac, data l'avversione per Sarkozy, avrebbe visto più volentieri Villepin all'Eliseo. Il direttore del settimanale Le Point rivelò una confidenza di Villepin, il quale avrebbe detto di «tenere in pugno» Sarkozy e confessato di temere «di saltare in aria con Chirac», nel caso in cui la verità fosse venuta alla luce.

L'ex capo dei servizi segreti, il generale Philippe Rondot, tirò in ballo l'ex primo ministro nelle sue note riservate, finite regolarmente sui giornali, a quanto pare trafugate. Resta inoltre da spiegare come mai Villepin, una volta ricevute le confidenza di Gergorin, non abbia ritenuto di informare in primo luogo Sarkozy o di denunciare più o meno pubblicamente la vicenda.

Nicolas Sarkozy - dal corriere.itNicolas Sarkozy - dal corriere.it

Villepin, come in un prisma in cui le diverse verità si diffrangono, è riuscito a sua volta a calarsi nei panni della vittima, svestendo quelli del presunto complottardo. Lui, ex di tutto, mai eletto dal popolo, diventato importante grazie al posto di segretario generale dell'Eliseo e all'amicizia con Chirac, nei mesi del processo si presentava a mani nude di fronte al potere dell'Eliseo, all'odio di un uomo che voleva la sua distruzione, all'evidente possibile influenza di Sarkozy sulla magistratura, alle sentenze già scritte dall'opinione pubblica.

Il «duello» giudiziario ha visto di fronte principi del foro, dall'una e dall'altra parte, ma lo sconfitto è il grande Thierry Herzog, il quale si accontenta di ripetere che la manipolazione sia stata provata. L'avvocato del tecnico Lahoud ha detto chiaramente che fra i giganti, il suo cliente ha avuto la parte del capro espiatorio.

Del processo, consumato nell'aula dove venne portata Maria Antonietta, resta la sensazione grottesca di un castello di carta, concepito come una sceneggiatura da film, che infatti finirà davvero sui grandi schermi. I protagonisti, tutti di alto livello intellettuale, si sono avvinghiati in una trama romanzesca, senza che si sia capito chi millantava, chi era ingannato e quale fosse davvero la materia del contendere, essendo falso anche il punto di partenza.

Adesso si sparigliano un po' le carte nella galassia della destra, tanto più che il 2012 non è lontano. In vista della battaglia presidenziale, Nicolas Sarkozy è sicuro candidato, ma da ieri ha un rivale in più. Voleva spedirlo a Sant'Elena, potrebbero ritrovarselo a far comizi nelle strade di Parigi potrebbero ritrovarselo a far comizi nelle strade di Parigi.

3 - LA PROCURA RICORRERA' IN APPELLO CONTRO ASSOLUZIONE DE VILLEPIN...
(Adnkronos/Dpa) - Contro l'assoluzione dell'ex primo ministro francese Dominique De Villepin al processo Clearstream la pubblica accusa ricorrera' in appello. "Ho detto in aula che era colpevole, nessuno capirebbe se non ricorrero' in appello", ha detto il pm Jean-Claude Marin a radio Europe 1.

Marin ha aggiunto di essere rimasto "sorpreso" dal verdetto che "sembra il contrario di quanto e' stato detto durante il processo". L'appello potrebbe tenersi entro la fine dell'anno o all'inizio del 2011, ha stimato il magistrato.

 

 

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