IL SISTEMA CASALEGGIO – LA DEPUTATA ESPULSA DAL M5S VERONICA GIANNONE: “I PARLAMENTARI SONO MONITORATI COSTANTEMENTE. CI DICONO ENTRATE, STATE SEDUTI, APPLAUDITE. UNA VOLTA ERO A PRANZO CON UN AMICO E LA COMUNICAZIONE MI MANDÒ UN MESSAGGIO PER SAPERE CHI FOSSE” – “DI MAIO È UNO YESMAN SOTTOMESSO A SALVINI. TI ATTACCANO SUL PRIVATO E FANNO APPARIRE ATTACCATA AI SOLDI. DOVEVAMO APRIRE IL PARLAMENTO COME UNA SCATOLETTA DI TONNO. ADESSO…”

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Monica Guerzoni per www.corriere.it

 

veronica giannone

Lacrime, sospetti e accuse. La cacciata di due deputate, Veronica Giannone e Gloria Vizzini, apre un nuovo strappo nella tela di Luigi Di Maio e rivela quanto profonda sia la sofferenza di tanti parlamentari del Movimento Cinque Stelle. Dopo aver versato tutte le sue lacrime, Giannone accusa il gruppo dirigente e getta luce sull’area del dissenso: «Di lamenti ne ho sentiti tanti. Moltissimi colleghi sono insofferenti e mi hanno confessato la tentazione di dimettersi da deputato. Ma ci vuole coraggio».

 

«Ti attaccano sul privato»

GLORIA VIZZINI

Ci ha pensato anche lei, quando ha letto sul Blog delle Stelle di essere stata accompagnata alla porta senza una telefonata, una mail, un sms: «Ho pianto molto, è stata la cosa più brutta che potesse capitarmi. Ma dimettersi sarebbe una sconfitta per una come me, che ama combattere. Qualche mese fa, quando non riuscivo a digerire le norme di Salvini, avevo persino abbozzato la lettera di dimissioni. Poi parlando con mio marito ho deciso di restare».

 

LUIGI DI MAIO E DAVIDE CASALEGGIO

Per lo stipendio? «No, per le idee — smentisce le insinuazioni Giannone —. Ti attaccano sul privato, ti costringono a rispondere di cose che non hai fatto, ti fanno apparire attaccata ai soldi». Laura Castelli ha detto che la mandano via perché da ottobre 2018 non restituisce parte dei compensi al Movimento, è così? «Premesso che saranno una sessantina i parlamentari che non restituiscono, io non ho nulla da nascondere. Invece di donarli al microcredito ho versato 6.000 euro a un ente collegato all’ospedale Bambino Gesù, perché un compagno di mio figlio, che ha 7 anni, è ammalato di glioma al cervello».

luigi di maio davide casaleggio

 

Deputata «molto provata»

La deputata pugliese è «molto provata» e accetta di sfogarsi con il Corriere: «Non eravamo quelli che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno? Quelli che stavano ai gazebo, in mezzo alla gente? Adesso vedo tante presentazioni in grandi alberghi, ci stiamo allontanando dalle origini». Gloria Vizzini ha la stessa rabbia addosso per le modalità «disumane, ciniche e vergognose» del benservito: «Sa molto di tribunale giacobino da quattro soldi».

 

elena fattori

Per l’insegnante silurata, che chiederà «un incontro a porte chiuse con il presidente Roberto Fico», Di Maio «è uno yesman che si è sottomesso a Salvini» e loro hanno subito una «punizione esemplare» per non aver seguito la linea del capo. Perché non la senatrice Elena Fattori, che ha votato molte più volte in dissenso? «La chiave di tutto è il tornaconto — risponde Vizzini —. Il senatore Lello Ciampolillo non rendiconta da molto tempo e non lo cacciano per non far mancare i voti al Senato».

 

«Applaudite, non parlate»

ROBERTO FICO - GIULIA SARTI - LUIGI DI MAIO

Il Movimento ha cambiato pelle, concordano le due deputate approdate nel gruppo Misto. Si è «appiattito sulla Lega» ed è per questo, accusano, che ha perso sei milioni di voti. Vizzini denuncia «comportamenti illiberali» e Giannone, che rivendica di essere restata fedele alle battaglie su Ilva, Tap e Xylella, invita gli ex colleghi a chiedersi chi comanda nel M5S: «Io non saprei rispondere. Ma perché il gruppo che sta attorno a Di Maio ha tutto questo potere? Casalino, Dettori, probabilmente anche Casaleggio. E perché non si può esprimere democraticamente il proprio pensiero?».

ROBERTO FICO

 

I parlamentari sono monitorati? «Sì, costantemente. Ci dicono entrate, state seduti, applaudite, non parlate... Una volta ero a pranzo fuori con un amico e la Comunicazione mi mandò un messaggio per sapere chi fosse». La grande epurazione è solo all’inizio. I probiviri preparano oltre cento espulsioni e la lettura di Giannone non è incoraggiante: «Il gruppo dirigente è debole e ha paura del confronto, per questo invece di confrontarsi cacciano le persone. Questa cicatrice me la porterò sempre nel cuore».

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