LA SOLITA “SALVINATA” – PRIMA IPOTIZZA UN VIAGGIO DIPLOMATICO A MOSCA, POI SALVINI E’ COSTRETTO A FARE DIETROFRONT: “NON HO CERTEZZE CHE CI ANDRÒ, CI STIAMO LAVORANDO. E SI VA SE SERVE, CERTEZZE NON CE NE SONO” – NEL FRATTEMPO SI SONO INCAZZATI TUTTI, DALL’IPER-ATLANTISTA GUERINI (“VIAGGIO IMPROBABILE, NO COMMENT”) A ENRICO LETTA (“VUOLE ANDARE DOVE GLI BATTE IL CUORE”) – IL GELO DI DRAGHI CERTIFICATO DALLE VOCI DI PALAZZO CHIGI: “E’ UNA NOTIZIA CHE SI COMMENTA DA SOLA”

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salvini putin conte

SALVINI, MISSIONE A MOSCA? NON È CERTO CHE ANDRÒ

(ANSA) - "Sono in Italia. Non ho certezze che ci andrò, ci stiamo lavorando. E si va se serve, certezze non ce ne sono. La richiesta di aprire i porti viene da più parti: bisogna insistere. Ci sono buone relazioni, rappresentiamo milioni di italiani". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, a Sabato Anch'io su Rai Radio Uno. "Per alcuni sarei già partito ieri. Non è un viaggio di piacere: si va se serve. Non vado a nome del governo, dò il mio mattoncino".

 

LORENZO GUERINI

UCRAINA: GUERINI, SALVINI A MOSCA? IMPROBABILE, NO COMMENT

(ANSA) - "Non commento ipotesi di viaggi anche abbastanza improbabili. Quindi non faccio alcun commento". È il commento del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in merito al viaggio annunciato dal leader della Lega Matteo Salvini a Mosca, a margine dell'evento 'Verso il 2023. Il Nord e i Riformisti: quale agenda per le prossime sfide' a Milano.

WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN

 

LO STUPORE E IL FASTIDIO A PALAZZO CHIGI LETTA: IDEA STRAMPALATA, VA DOVE GLI BATTE IL CUORE

Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

Sono più le domande che le reazioni. Perché sarà vero e in fondo anche scontato, se non altro per ragioni di necessaria cortesia istituzionale, che Matteo Salvini non potrà non informare Mario Draghi di un eventuale viaggio a Mosca. Ma le domande, e più di una punta di imbarazzo che si abbina alle stesse, riguardano tutti gli interrogativi possibili sulla visita. Compresa quello della sua effettiva praticabilità.

 

MARIO DRAGHI LORENZO GUERINI

«È una notizia che si commenta da sola», rilevano con una punta di fastidio, sconcerto e persino d'ironia a Palazzo Chigi. Alcuni ministri del governo sono sbigottiti. Persino nella Lega, sia fra i governatori che fra i membri dell'esecutivo, emergono perplessità molto corpose. C'è la paura che Matteo Salvini esponga l'Italia a una brutta figura, ricordando fra le altre cose che il viaggio dello stesso Salvini in Polonia, poco dopo lo scoppio della guerra, fu denso di polemiche, critiche e contestazioni.

MARIO DRAGHI JOE BIDEN

 

La freddezza che si riscontra nei commenti a caldo riguarda anche i precedenti, il fatto che i rapporti di Salvini e altri esponenti della Lega con il potere russo non sempre sono stati giudicati trasparenti, sia da inchieste giornalistiche sia da indagini giudiziarie, indagini che non hanno coinvolto direttamente il leader della Lega, ma hanno acceso un faro non sempre limpido sulla sua rete di relazioni con Mosca.

 

salvini putin

C'è poi almeno un altro motivo di fastidio dentro il governo: mentre l'Italia è impegnata su più fronti per cercare di svolgere in modo efficace un ruolo diplomatico nella crisi ucraina, di sicuro la visita a Mosca di un membro di rilievo della maggioranza verrebbe letto in modo negativo in ambienti internazionali. Sarebbe quasi un unicum, nel panorama delle visite politiche in Russia dall'inizio del conflitto.

 

Forse anche per questi motivi ieri sera sia il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che il presidente del Consiglio Mario Draghi venivano descritti da fonti di governo quantomeno infastiditi, per usare un eufemismo, dalla sola ipotesi di un viaggio. È anche possibile che la partenza, per quanto organizzata e ormai decisa dal leader della Lega, possa essere derubricata per motivi di inopportunità. Dalla maggioranza, il leader del Pd Enrico Letta critica l'«iniziativa strampalata e senza utilità»: «Salvini va dove gli batte il cuore».

enrico letta matteo salvini meeting rimini

 

Pochi giorni dopo lo scoppio della guerra il leghista si recò in missione umanitaria in Polonia. In visita a Przemysl, vicino al confine con l'Ucraina, il leader della Lega fu ricevuto con un'accoglienza inaspettata: il sindaco della città polacca, Wojciech Bakun, gli mostrò una maglietta con il volto di Putin, rievocando la vicinanza del segretario leghista al leader russo, e invitandolo ad andare al confine ucraino, per condannare il capo del Cremlino. «Noi siamo qui per salvare le persone» fu la risposta di Salvini, che fu oggetto di contestazione anche da parte di un gruppo di italiani.

SALVINI PUTIN

 

In quel caso, nonostante le critiche, il leader della Lega rivendicò un ruolo nella partecipazione all'assistenza di alcune decine di famiglie e bambini di profughi ucraini, «purtroppo è solo una goccia, ma se ognuno farà la sua parte, anche con questi piccoli gesti, la pace sarà più vicina». In quel caso non era ancora iniziata la critica progressiva di Salvini all'invio di armi alla resistenza ucraina, né alcuni distinguo del suo partito sulle ragioni e i torti della guerra. Allora, interpellato dai cronisti italiani, Salvini usò queste parole: «Io sono qua per la pace e condanno la guerra, condanno le bombe». A chi gli chiedeva se era pronto a condannare Putin aggiunse: «Certo, ovvio, chiunque condanna la guerra».

LORENZO GUERINI MARIO DRAGHI

salvini con la maglietta di putin