SORCI VERDINI PER SALVINI – IL FURTO NELLA VILLA FIORENTINA DEL “SUOCERO” DEL LEGHISTA NON ERA UN ATTO INTIMIDATORIO: PROBABILMENTE SONO STATI DEI ROM A ENTRARE E INCENERIRE IL QUADRO CON LA FACCIA DELL’EX MINISTRO CON UN ACCENDINO COME “GESTO POLITICO” - NON HANNO TROVATO NULLA DI PREZIOSO, SI SONO BEVUTI DEL LIMONCELLO E POI SE NE SONO ANDATI…
Nessun atto intimidatorio nei confronti di Matteo Salvini, ma uno sfregio di due ladri, probabilmente stranieri di etnia rom, che dissentono dalle idee del leader della Lega. L' aneddoto misterioso, e per certi versi inquietante, di incenerire il quadro di Salvini con un accendino durante il tentativo di furto nella villa fiorentina dell' ex senatore e "suocero" Denis Verdini va, quindi, considerato un gesto politico.
È questa l' ipotesi emersa dalle indagini del Comando Provinciale di Firenze sull' effrazione di inizio dicembre nella villa di Pian dei Giullari, sulle colline di Firenze. Al momento, vengono smentite le voci di una possibile minaccia nei confronti di Salvini e di Verdini che negli ultimi mesi ha subito un altro furto nella sua abitazione al Galluzzo.
Chi vuole intimidire non mette a soqquadro una casa, è il ragionamento degli investigatori che in queste ore stanno stringendo le maglie sui ladri. Tutto risale a inizio dicembre quando il custode di casa Verdini si accorge che qualcuno è entrato nella dépendance di Pian dei Giullari che non è dotata di un impianto d' allarme.
I ladri sono entrati nel mini appartamento forzando una finestra, ma non hanno trovato nulla di prezioso: nelle due stanze ci sono solo un letto, qualche mobile e una grossa tv difficilmente trasportabile. Così, prima di andarsene a mani vuote, sono stati attratti da un quadro che ritrae Francesca Verdini e il compagno Salvini, rappresentato con tinte azzurre e una camicia bianca.
I ladri hanno preso un accendino e annerito la faccia dell' ex ministro leghista. Poi, prima di fuggire, si sono anche bevuti del limoncello: le tracce sui due bicchieri sono ora oggetto di analisi per ricavare il dna dei due malfattori.
Al momento si esclude che quello di inizio dicembre possa essere stato un atto intimidatorio nei confronti di Salvini o Verdini: il furto è molto simile ad altri che avvengono di frequente in quella zona sulle colline di Firenze. Che i ladri siano entrati nella casa dell' ex sherpa berlusconiano potrebbe essere solo una casualità.