TE LO METTO IN QUEL POSTO IL SUPERBONUS - LA MOSSA DI MELONI A FARE CIÒ CHE DRAGHI NON AVEVA AVUTO LA FORZA DI FARE, RISCHIA DI METTERE IN CRISI IL SUO RAPPORTO CON L’ELETTORATO. E PER QUEI TANTI CHE DOPO IL VOTO DI SETTEMBRE SONO ANDATI A DORMIRE FELICEMENTE E SPERANZOSAMENTE “MELONIANI”, MA SI RISVEGLIANO ADESSO ACCORGENDOSI DI ESSERE DI FATTO PIÙ “DRAGHIANI” DI DRAGHI, IL RISVEGLIO SARÀ BRUSCO E SPIACEVOLE…

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MARIO DRAGHI GIORGIA MELONI - BY EDOARDO BARALDI

Estratto dell’articolo di Francesco Manacorda per “la Repubblica”

 

[…] dietro il colpo di machete sul Superbonus c’è un timore comprensibile e concreto che la «lievitazione dei crediti senza controllo», come l’ha definita ieri il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, continuasse a minare la sostenibilità dei conti pubblici.

 

E bisogna essere chiari anche sul fatto che misure simbolo dell’era 5 Stelle, ma anche tremendamente concrete nelle tasche dei cittadini, come il Reddito e il Superbonus, sono state studiate male e in molti casi attuate peggio.

 

Al di là di una fisiologica percentuale di truffe e furbizie assortite, il Reddito si è dimostrato esclusivamente strumento di sostegno contro la povertà e non certo spinta verso la ricerca di un’occupazione, anche per quella parte dei percettori che avrebbe avuto le caratteristiche per essere aiutata a trovare un impiego.

 

GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI

E il 110%, lo sappiamo da tempo, nasce con i lodevoli intenti di promuovere l’efficienza energetica e la resistenza ai sismi degli edifici, ma è stato disegnato con effetti redistributivi perversi — perché applicare lo stesso incentivo a chi ristruttura una villa da qualche milione e a chi rifà una facciata di un piccolo appartamento che vale un multiplo della prima? — che ne hanno viziato l’equità e ridotto di gran lunga l’efficienza, portando a una corsa dei costi di ristrutturazione di cui si sono avvantaggiate solo le imprese edili. Del resto, anche Mario Draghi nel maggio dello scorso anno aveva espresso la sua contrarietà al 110%, non per i suoi intenti, ma per i suoi effetti.

 

All’epoca però quella larga maggioranza che sosteneva il premier gli aveva anche impedito di muoversi in modo concreto per abolire le misure che Draghi contestava.

 

I NUMERI DEL SUPERBONUS - INFOGRAFICA LA REPUBBLICA

Adesso la mossa di Meloni, ancora una volta portata — non dal destino, ma dalla semplice crudezza dei fatti e delle cifre, che si combina alla responsabilità di poter contare su una maggioranza parlamentare definita — a fare ciò che Mario Draghi non aveva avuto la forza di fare, rischia di mettere in crisi il suo rapporto con l’elettorato. Le misure di ieri hanno innescato la rivolta dei costruttori, come è comprensibile quando si vanno a toccare interessi particolari.

 

Ma è difficile che il richiamo all’ortodossia dei conti pubblici come ragione per tagliare di netto una misura populista e popolare risuoni convincente alle orecchie di molti elettori del nuovo governo, ai quali del resto ipotesi del genere non erano mai state prospettate in campagna elettorale.

DRAGHI MELONI

 

Il passaggio dall’opposizione alla responsabilità delle decisioni politiche, dall’essere “di lotta” al ritrovarsi “di governo”, ha sempre in sé la scoperta di una realtà complessa che nella fase precedente si negava strumentalmente.

 

Nel caso italiano si aggiungono appunto i vincoli legati alle difficoltà della finanza pubblica che offrono appunto scarse alternative a una linea che non inquieti i partner europei, tanto più in uno scenario di tassi in forte salita.

 

superbonus ristrutturazioni 1

Il gioco di attribuire tutte le responsabilità all’ultimo che ha occupato la stessa poltrona — come accade in queste ore e come è già accaduto ad esempio con l’attuazione del Pnrr — fa parte di un copione liso. E per quei tanti che dopo il voto di settembre sono andati a dormire felicemente e speranzosamente “meloniani”, ma si risvegliano adesso accorgendosi di essere di fatto più “draghiani” di Draghi per il semplice fatto che molte alternative alla realtà non ci sono, il risveglio sarà brusco e spiacevole.

report intervista giuseppe conte sul superbonus
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