TE PAREVA: QUANDO L’EUROPA FA LA VOCE GROSSA, È UNA FREGATURA PER L’ITALIA – I MEGA SUSSIDI PUBBLICI VARATI DA BIDEN PER SOSTENERE LE IMPRESE AMERICANE HANNO FATTO INCAZZARE LA COMMISSIONE EUROPEA, CHE IERI HA INVOCATO UNA RISPOSTA “STRUTTURALE” DELL’UE. TRADOTTO: BRUXELLES ALLENTEREBBE LE LIMITAZIONI AGLI AIUTI DI STATO, MA SOLO PER CHI HA RISORSE DA INVESTIRE, CIOÈ FRANCIA E SOPRATTUTTO GERMANIA. MENTRE L’ITALIA, CHE NON HA SOLDI DA SPENDERE, RIMARREBBE APPESA E MAZZIATA: ESPORTA TANTISSIMO IN USA, MA NON HA MARGINI FISCALI PER INTERVNIRE…

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1 - URSO, PIÙ SPAZIO A AIUTI DI STATO IN UE PENALIZZEREBBE L'ITALIA

(ANSA) - La proposta della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sulla possibilità di migliorare il quadro normativo degli aiuti di Stato "potrebbe aggravare la questione europea perché vi sono Paesi come la Germania, che hanno risorse importanti e significative da poter investire ,e altri paesi come l'Italia, non soltanto l'Italia anche la Francia e altri Paesi europei che non hanno queste risorse nazionali", averte il ministro Adolfo Urso, ospite di Omnibus su La7.

 

adolfo urso adolfo urso

 "Ci troveremmo come ci siamo ritrovati sul fronte energetico con la Germania che sussidia le imprese le famiglie e quindi crea un vantaggio competitivo rispetto alle imprese e alle famiglie italiane, francesi e europee . Questo sarebbe una toppa peggiore del buco. La risposta deve essere europea come quella del Pnrr. un'altra ipotesi ho letto come possibili proposte è quella di un fondo sovrano europeo".

 

Adolfo Urso ricorda le mosse degli Stati Uniti per poi sottolineare che l'Europa ha "la necessità di varare un grande piano industriale produttivo che consenta alle imprese europee di reggere questa sfida e magari di incentivare gli investimenti in Europa". Serve "una risposta europea".

 

2 - «SÌ AGLI AIUTI DI STATO» LA MOSSA DELL'EUROPA PER FRENARE GLI USA

Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

emmanuel macron joe biden emmanuel macron joe biden

«Sostegni pubblici più facili per le aziende Ue» e un «fondo comune per la sovranità industriale» del continente. Per Ursula von der Leyen, l'Europa non deve perdere altro tempo e, anzi, darsi da fare per «semplificare e adattare» le sue regole sugli aiuti di Stato in modo da consentire alla proprie industrie di competere con quelle americane.

 

Soprattutto alla luce dell'Inflation Reduction Act (Ira), il maxi-piano di investimenti green dal valore di 369 miliardi di dollari (circa 350 miliardi di euro) che sarà in vigore negli Stati Uniti dal prossimo anno: un bazooka di sussidi pubblici alla produzione e al consumo senza precedenti per sostenere le industrie americane nella transizione ecologica, dai pannelli solari alle pale eoliche, dalle lavatrici eco alle auto elettriche.

joe biden ursula von der leyen joe biden ursula von der leyen

 

[…] La presidente della Commissione Ue ha per la prima volta rotto gli indugi, ieri, e messo in chiaro quale potrà essere la risposta europea a una strategia che rischia di incrinare l'unità transatlantica. […]

 

Per la numero uno di palazzo Berlaymont «la nuova e più assertiva politica industriale dei nostri competitor richiede da parte nostra una risposta strutturale»: passa dalla modifica delle rigide maglie delle regole sugli aiuti di Stato, uno dei pilastri del diritto Ue, per dare alle capitali gli strumenti per sostenere le proprie imprese, e arriva a prendere le forme di un nuovo schema di finanziamento comune.

 

JOE BIDEN OLAF SCHOLZ PEDRO SANCHEZ EMMANUEL MACRON RISHI SUNAK AL G20 JOE BIDEN OLAF SCHOLZ PEDRO SANCHEZ EMMANUEL MACRON RISHI SUNAK AL G20

«L'Europa ha costruito un sistema molto sofisticato, ma le imprese oggi vogliono regole semplici e prevedibili - è l'autocritica di von der Leyen -. Noi siamo molto attenti ad evitare distorsioni della concorrenza nel nostro mercato unico, ma adesso dobbiamo rispondere anche alla crescente concorrenza globale».

 

E siccome c'è il rischio che l'Inflation Reduction Act «porti a una concorrenza sleale e frammenti le filiere critiche già messe a dura prova dalla pandemia», ciò che Bruxelles può fare è mettere in campo «una risposta europea», cioè investimenti comuni: «Sebbene sia fondamentale che gli Stati abbiano la flessibilità di investire in settori strategici, l'approccio non può essere autonomo. Favorirebbe quelli con tasche profonde e porterebbe a distorsioni che finirebbero per minare il mercato unico».  […]

 

3 - I TIMORI DEL GOVERNO SULLA RISPOSTA UE «NON FAVORISCA FRANCIA E GERMANIA»

Estratto dell’articolo di  Francesco Malfetano per “il Messaggero”

 

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ

[…] Un terremoto, spiega una fonte che segue da vicino il dossier per l'Italia, temuto da tutta «l'Europa dei fondatori». A dimostrarlo del resto sono i toni duri utilizzati dal presidente francese Emmanuel Macron e dal ministro delle Finanze tedesco Robert Habeck che ieri hanno spinto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen a parlare per la prima volta di «concorrenza sleale» da parte degli Stati Uniti.

 

[…] Al momento tra chi prospetta di gestire la partita con l'imposizione di dazi e chi immagina l'uso di strumenti di recente approvazione come l'International procurement instrument nato per correggere eventuali disuguaglianze sugli appalti internazionali, l'idea che pare prevalere a Bruxelles nel caso falliscano le trattative con gli americani sembra essere quella di adottare sussidi paragonabili a quelli voluti da Joe Biden per circa 400 miliardi di dollari (il cosiddetto piano Buy european).

 

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Una soluzione che però, l'esecutivo italiano non fatica a bollare come «discutibile» perché «potenzialmente favorisce chi ha il miglior cassetto fiscale». E cioè c'è il timore che, se distribuiti senza una logica egualitaria, gli ipotetici fondi della Ue finiscano con l'avvantaggiare chi ha già altri sussidi o legislazioni favorevoli. Ovvero, ad esempio, proprio la Germania o la Francia. Per questo a palazzo Chigi c'è chi si dice pronto a dare battaglia in Europa.

 

LA SOLUZIONE

«La strada da percorrere è una soluzione comunitaria, un buy european senza aiutini per i soliti Paesi». In altri termini alla contrapposizione con gli Usa, farà con ogni probabilità seguito un duro confronto all'interno dei Ventisette, già concentrati approssimativamente attorno a tre posizioni diverse.

URSULA VON DER LEYEN URSULA VON DER LEYEN

 

Da un lato ci sono i Paesi contrari a prescindere agli aiuti comunitari (ovvero i soliti frugali come la Norvegia o l'Olanda che sostengono come l'Ue già fornisca sussidi green paragonabili a quelli americani) e quelli che esportano poco negli Usa o hanno interessi geostrategici prevalenti in questo momento (come i Baltici, che necessitano del sostegno americano in ottica anti-Russia), dall'altro chi avallerebbe gli aiuti cercando però di avvantaggiarsene rispetto ai concorrenti (come Germania e, in parte, Francia e Belgio), e infine quei Paesi che esportano tanto al di là dell'Atlantico ma hanno margini fiscali ristretti.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

Quest' ultimo è il caso dell'Italia che, quindi, si trova a far fronte comune con Slovacchia e Romania ad esempio, ma anche con i soliti alleati del fronte mediterraneo: Spagna, Grecia e Portogallo. Un ennesimo terreno di scontro che però, ragionano gli esperti italiani in contatto con la Commissione, stavolta potrebbe cementare alleanze inattese. Il rischio, infatti, è considerato «davvero troppo alto».

EMMANUEL MACRON OLAF SCHOLZ EMMANUEL MACRON OLAF SCHOLZ MACRON E SCHOLZ MACRON E SCHOLZ

 

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