IL TRONO GRILLINO - DI MAIO BIS O TAVERNA? PATUANELLI O CHIARA APPENDINO? A CHI ANDRÀ LA POLTRONA DI CAPO POLITICO DEL M5S? - ECCO I DIECI BIG IN CAMPO PER LA GUIDA DEI 5 STELLE - IL CONFRONTO TRA CORRENTI E CORRENTINE CI SARÀ AGLI STATI GENERALI, POSTICIPATI DI ALCUNE SETTIMANE, RISPETTO AL 15 MARZO - REPULISTI FOREVER: ALTRE DUE ESPULSIONI IN ARRIVO…

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luigi di maio vito crimi

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

Soli o con il Pd? Se fosse per gli eletti sul territorio, che decidono, alle prossime Regionali il Movimento farebbe come in Calabria ed Emilia-Romagna. Solo l' intervento del capo politico potrebbe ribaltare il verdetto e spingere verso liste civiche. Per questo si combatte una battaglia a due livelli, che vede una spinta autonomista dei territori, che hanno già scelto tre candidati dei 5 Stelle in Liguria, Puglia e Toscana, e uno stallo dei vertici.

luigi di maio vito crimi 2

 

Vincenzo Spadafora prova a riaprire la partita: «Si valutino alleanze con liste civiche». Poi esclude scissioni, ritiene che Luigi Di Maio non tornerà capo, e non prende posizione sul dibattito tra terza via e progressisti: «Primo, esistere». Il dibattito ci sarà agli Stati generali, posticipati «di alcune settimane», rispetto al 15 marzo, come spiega Danilo Toninelli, mentre si diffonde la notizia di un paio di espulsioni in arrivo. A seguire ci sarà la corsa per la leadership. Ecco i dieci possibili candidati a guidare il Movimento.

 

LUIGI DI MAIO

Il suo addio al Tempio di Adriano è sembrato più una ricandidatura che un abbandono. E, in effetti, non molto pare cambiato nel Movimento da quando se n' è andato. Le gerarchie di potere sono le stesse. L' impressione di molti è che stia ricaricando le pile per poi tornare come «salvatore della patria».

roberto fico corrucciato

 

VITO CRIMI

È solo il reggente, ma rivendica «pieni poteri». Sta lavorando per accontentare tutti, ma resta in sintonia politica con Di Maio. L' esordio è stato con gaffe (si è dimenticato di una delle cinque «stelle»), ma molti pensano che voglia consolidare il suo potere.

 

ROBERTO FICO

È il leader riconosciuto dell' ala progressista. Ma è restio ad assumersi la responsabilità di guidare una corrente. La carica di presidente della Camera ha stabilizzato il patto con Di Maio. E non pare intenzionato a uscire allo scoperto: meglio lavorare nell' ombra.

alessandro di battista alla versiliana 1

 

ALESSANDRO DI BATTISTA

Idolo delle folle grilline, è talmente movimentista che spesso, quando lo cerchi, è altrove (ora è in Iran). Fratello coltello di Di Maio, ha flirtato a lungo con Salvini, prima di dirsi deluso. Ma il suo vero avversario resta il Pd. Non si capisce bene cosa voglia fare da grande. C' è chi dice che non si candiderà mai a leader politico e preferirà restare guerrigliero a giorni alterni.

paola taverna 1

 

PAOLA TAVERNA

Una carriera di poetessa vernacolare (« Nun semo avvezzi a fa i vortagabbana ») e di comiziante anti Pd («Infami, ladri, mafiosi»), per poi riconvertirsi, con tanto di laurea, in una leader quasi posata, sostenitrice di un' alleanza con i dem. Si dice lusingata di chi le chiede di candidarsi: pare la più forte alternativa a Di Maio.

 

SIMONE VALENTE STEFANO BUFFAGNI

STEFANO BUFFAGNI

Politico del Nord, governista convinto, Buffagni non si è mai allineato a nessuno, senza per questo mettersi all' opposizione. Frequenta i palazzi ma dice: «Sbagliato chiudersi nei palazzi». Non disprezza il potere, ma dice: «Le poltrone sono un male». È per la terza via: «No alle sirene del Pd». Potrebbe essere il punto di riferimento del Nord. Vuole un «politburo», con un leader e una segreteria a sei.

roberta lombardi (1)

 

ROBERTA LOMBARDI

Storica esponente M5S, ora capogruppo in Lazio, chiede di tornare «allo spirito delle origini», che per lei consiste nell' essere «riformisti e progressisti». Chiede una guida collegiale.

 

STEFANO PATUANELLI

È un leader riluttante. Non ama troppo il potere ed è di idee moderate, vicine al Pd.

Però, anche per queste caratteristiche, è visto come un uomo spendibile nel caso si cerchi una candidatura non divisiva.

 

francesco d'uva stefano patuanelli

NICOLA MORRA

Si dice che aspiri alla leadership da tempo ma la nomina alla Commissione Antimafia gli ha dato visibilità e spazio sufficiente per rimandare il progetto. Rigoroso e intransigente, è entrato in rotta di collisione con Di Maio sulla sua regione, la Calabria. Non ha votato Francesco Aiello. Da mesi organizza riunioni tra parlamentari per definire «l' identità» del Movimento.

 

CHIARA APPENDINO

È stata evocata più volte in queste settimane, soprattutto da ambienti dimaiani, come la possibile partner di una leadership a due. Ma il suo ruolo di sindaca di Torino le rende difficile assumere impegni di vertice.

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chiara appendino luigi di maio 1