URLA, VETI E MINACCE FINO ALLE 5 DEL MATTINO: ECCO LA MANOVRA 2020 - RENZIANI E 5 STELLE SI SCANNANO SUL TETTO AI CONTANTI E LA LOTTA ALL'EVASIONE, SEI ORE SENZA MANGIARE NULLA, CON LA BELLANOVA TELEGUIDATA DA RENZI VIA WHATSAPP CHE STRAPPA UN LIMITE A 2MILA EURO PER I PRIMI DUE ANNI E POI MILLE DAL 2022 - BONAFEDE INVECE HA PUNTATO I PIEDI SUL CARCERE AGLI EVASORI
-Monica Guerzoni per il “Corriere della sera”
L' alba della manovra arriva alle 5 di ieri mattina, quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri scendono nella sala stampa di Palazzo Chigi stremati e digiuni dopo sei ore di dibattito e scontro, anche molto acceso, a nervi tirati e stomaco vuoto. «Cosa ci hanno offerto da mangiare? Assolutamente nulla - racconta un partecipante - Abbiamo avuto solo acqua».
Deve averne bevuta molta la renziana Teresa Bellanova per mandare giù la mediazione sul tetto al contante, raggiunta dopo minacce e grida che mai si erano sentite, da quando è iniziata l' era giallo-rossa, attorno al grande tavolo rotondo. «Abbassare a mille euro la soglia è sbagliato, penalizza i consumi e non c' entra nulla con la lotta all' evasione», strilla alle due di notte Bellanova, sostenuta moralmente dai 5 Stelle e descritta dai dem come «teleguidata da Renzi via whatsapp».
Dario Franceschini prova a placarla e ricorda che nel 2015, quando sotto il governo Renzi il tetto balzò a tremila euro, fu lui a opporsi nel chiuso del Consiglio dei ministri, da cui uscì dichiarando sconsolato: «Ha vinto Alfano».
L' aneddoto irrita ancor più la ministra renziana, cui in sostanza il capodelegazione del Pd chiede di adeguarsi alla volontà della maggioranza.
Toni accesi e qualche acuto, finché Roberto Speranza, il ministro di Leu euforico per la «vittoria senza precedenti» sull' abolizione dei superticket in sanità, si schiera dalla parte di Conte: «Teresa, non puoi dire "o si fa così o non votiamo", fai una controproposta e poi si ragiona». Bellanova beve un lungo sorso d' acqua, chatta di nuovo con Renzi e poi chiede che il tetto resti a tremila per il primo anno, per poi scendere a due. Il mezzo passo indietro consente al premier di trovare il compromesso: duemila per i primi due anni e mille dal 2022.
Conte ha deciso che l' anima della manovra dovrà essere la lotta all' evasione fiscale e, spalleggiato dal Pd, arriva a evocare la fine prematura dell' esecutivo: «Se manca il coraggio per fare le cose, è inutile andare avanti». Di Maio è in missione negli Stati Uniti, ma i suoi ministri parlano per lui e insinuano che Palazzo Chigi voglia fustigare i piccoli evasori e concedere sconti a chi porta grandi capitali all' estero. Ecco che Alfonso Bonafede si impunta sulla galera.
«Per noi è fondamentale, è una bandiera», alza la voce il Guardasigilli, ancora scottato perché la misura si arenò ai tempi del governo con la Lega.
Il Pd fa muro. Non perché sia contrario a inasprire le pene ai furbetti del 730, ma perché ritiene troppo hard modificare il codice penale per decreto. Bonafede si inalbera: «È nel programma!». Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini quasi perde la pazienza: «Il carcere alle 4 di notte, con una norma che nessuno ha visto?». E Franceschini interpreta i pensieri (e le paure) del premier: «Si farà, ma con un' intesa politica. Dobbiamo evitare l' errore che portò alla caduta del Conte uno, quando l' azione del governo veniva interpretata per sfere di influenza. Non funziona così».
Persino i tecnici, descritti dai dem come «indispettiti», si alzano dalle seggiole per esprimere dubbi e proporre soluzioni. Ed ecco che la mediazione, a fatica, si trova. Nel decreto fiscale viene infilato un «rampino» che consentirà di portare in Parlamento la discussione sulle manette.
Bonafede scriverà un emendamento della maggioranza in tandem con il predecessore e vicesegretario del Pd, Andrea Orlando. Uno dei tanti emendamenti che, c' è da giurarci, pioveranno sulla manovra.
I renziani scalpitano. Luigi Marattin giudica «buono» il risultato, però ammette che le ambizioni dell' ex premier sono più alte: «Se abolissimo Quota 100, nel 2021 avremmo 4 miliardi per le famiglie italiane». È giorno, 'a nuttata è passata e davanti ai giornalisti Conte ritrova il sorriso: «La manovra è espansiva, dobbiamo ritenerci soddi