IL VICOLO CIECO DI GIORGIA MELONI – ALLA SUPERCONFERENZA “NATIONAL CONSERVATISM”, CI SARANNO TUTTI I GRANDI NOMI CONSERVATORI COME ORBAN, FARAGE E GLI ALLEATI DI FDI, I POLACCHI DEL PIS E GLI SPAGNOLI DI VOX. E LA DUCETTA? NON SA CHE FARE, ANCHE SE NEL 2020 PROPRIO DA QUEL PALCO TENNE UN DISCORSO CHE FECE PARTIRE LA SCALATA A PALAZZO CHIGI – L’ETERNO DILEMMA DELLA MELONA, CHE OSCILLA TRA URSULA E LE SPINTE ESTREMISTE: ENTRA NELLA STANZA DEI BOTTONI O VIRA A DESTRA PER ARGINARE SALVINI?
-Estratto dell’articolo di Pietro Guastamacchia per “il Foglio”
Mentre in Italia si sotterrano le spoglie del campo largo, a Bruxelles ne nasce uno nuovo, […] a destra. Anche se Giorgia Meloni potrebbe rimanerne fuori.
Il 16 e il 17 aprile sbarca a Bruxelles “National Conservatism”, la superconferenza dei conservatori europei con la presenza di nomi di punta come […] Viktor Orbán, […] Nigel Farage e l’ex ministra britannica per gli Interni, paladina della linea dura sui migranti, Suella Braverman.
Tra gli oltre trenta relatori ci sono big dei conservatori polacchi e spagnoli, alleati di Meloni in Ue, e dei sovranisti belgi e francesi, alleati invece della Lega di Salvini. Resta nebulosa però la presenza italiana, per ora nessuna conferma da Fratelli d’Italia, né dalla Lega, ma gli organizzatori raccontano al […] che da Roma potrebbe arrivare a giorni l’annuncio “di un grosso esponente della destra italiana”.
All’evento anche il ministro israeliano per la Diaspora Amichai Chikli, del Likud, partito del premier Benjamin Netanyahu, e il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, ex capo della Congregazione per la dottrina della fede, liquidato da Francesco nel 2017.
La kermesse organizzata dalla Fondazione Burke non è un novità, anzi, nell’edizione del 2020, che si tenne a Roma, l’allora emergente Giorgia Meloni con il suo discorso in inglese, intitolato “God, Homeland and Family” […] fissava la sua immagine tra i conservatori europei e si proiettava portabandiera di una rivoluzione conservatrice che da lì due anni l’avrebbe portata a Palazzo Chigi.
All’evento di Roma Meloni, già in ascesa grazie al remix di “Io sono Giorgia” pubblicato solo due mesi prima, sparò a zero contro chi “seduto a Bruxelles o Francoforte, privo di legittimità democratica, condiziona ogni giorno le scelte economiche, e le decisioni politiche, di coloro a cui quella legittimità è stata conferita dal voto popolare”.
Parole che tuttavia oggi Meloni farebbe fatica a ripetere, visto che con chi sta seduta oggi a Bruxelles, ovvero la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha stretto un patto per la riconferma. Accordo che paradossalmente potrebbe naufragare se […] la premier dovesse invece spostarsi su un altro nome, ovvero quello di chi stava seduto a Francoforte: l’ex presidente della Bce, Mario Draghi.
Sulla partecipazione di Meloni alla conferenza […] si apre un caso, la premier il 17 aprile sarà a Bruxelles per partecipare al vertice europeo, ma per lei forse il clima non è più adatto a sedersi al tavolo con Orbán e Farage, a meno di un’improvvisa virata a destra che segnerebbe però la fine del patto con l’attuale presidente della Commissione Ue […]
Virata che però non è da escludere visto anche che al bis di von der Leyen a Bruxelles ormai ci credono in pochi e stanno infatti già iniziando le grandi manovre di riposizionamento sia tra i popolari, tra cui sale sempre più in alto la stella del premier greco Kyriakos Mitsotakis, sia tra i socialisti che puntano alla presidenza del Consiglio Ue e che accetterebbero senza colpo ferire uno sgambetto a von der Leyen.
Con Orbán […] rimane in sospeso la questione del suo ingresso in Ecr […]. Ma con una destra europea in pressing e l’alleato Salvini che cerca la rimonta […] chissà che per Meloni non risuoni forte il richiamo delle origini […]